Bauscia Cafè

Ya salen las estrellas

Vi vedo tesi, cos’avete?
Non dobbiamo mica giocare contro il Real Madrid.


Esattamente 22 anni fa, il 24 novembre 1998 più o meno all’ora in cui sto scrivendo questo post, Gigi Simoni disse queste parole a Galante e Ronaldo che stavano giocando a biliardo alla Pinetina. Il giorno dopo, una delle partite più straordinarie della storia moderna dell’Inter, illuminata da uno dei Campioni più straordinari che abbiano mai vestito la nostra maglia.

Quello a sinistra

Queste parole di Simoni mi hanno fatto venire in mente quel modo così diverso di vivere il calcio. La leggerezza, l’ironia, quasi la spensieratezza di quegli anni: paragonati a ciò che abbiamo letto dopo Inter-Torino e a ciò che sentiamo quotidianamente da mesi, hanno un effetto quasi lisergico.

Io sono un tifoso interista un po’ atipico, lo ammetto: cerco di drammatizzare il giusto e solo con pochi, fortunatissimi contatti. E soprattutto, complice la data di nascita, ho sempre avuto una forte simpatia per il Madrid e la cosa non è mai andata particolarmente giù a mio padre. Un po’ come i più giovani oggi che non capiscono veramente fino in fondo perché in tanti si scandalizzano a vedere Antonio Conte sulla nostra panchina.

Corsi e ricorsi insomma, sì. E sarebbe bello fare questa preview sulla partita di stasera avendo qualcosa di sensato da dire, un’analisi puntuale, una previsione precisa.

Sarebbe bello che qualcuno parlasse compiutamente di calcio insomma, ma ehi, non sarà mica per sentir parlare di calcio come se fosse una scienza esatta che venite su Bauscia Café? Twittalo

Evidentemente no, ci sono siti ben più qualificati che sapranno spiegarvi nel dettaglio tutti i contromovimenti palla avanti-palla dietro in campo scoperto (ride, ndr) a cui potreste rivolgervi nel caso. Oggi qui parliamo di altro.

E, principalmente, ci facciamo domande.

Perché Inter-Real Madrid è tante cose ma è, soprattutto, un appuntamento con la storia. Del calcio, non dell’Inter. E la storia del calcio non può essere banalizzata o racchiusa in schemi. La storia del calcio, se ci scherzi troppo, si diverte a farti sonorissime pernacchie.

Pernacchie della storia del calcio – Impressione su pellicola, 1998

A questa partita l’Inter ci arriva come mai avremmo immaginato. E probabilmente come mai avremmo voluto.

I 4 gol della vittoria con il Torino hanno infatti il sapore dell’impresa che non avrebbero dovuto avere. E se la rimonta dell’ultima mezz’ora è stata brillante e meno casuale di come in troppi si sono affrettati a raccontare (qui una dettagliatissima analisi in una raffica di tweet), la prima ora è stata invece uno degli spettacoli più brutti offerti dall’Inter di Conte. Forse il più brutto in assoluto.

Perché l’Inter è scesa in campo in quel modo? E’ stata un’eccezione o è un trend? L’Inter vera è quella della prima ora o quella degli ultimi minuti? Cosa dobbiamo aspettarci stasera? Non lo sa nessuno. Forse -speriamo- solo Antonio Conte. Di certo non basterà cambiare uomini o modulo, perché se entri in campo in quel modo lì non vinci mai, in nessun caso e contro nessun avversario. Figuriamoci contro il Real Madrid.

Con quell’approccio lì non vinci neanche se il Madrid gioca senza Sergio Ramos. Neanche se hai davanti una partita diventata indebitamente decisiva per il tuo girone, e per la tua Champions League. La terza Champions di fila che rischia di interrompersi troppo presto, di nuovo appesa a un filo, dove di nuovo non puoi più sbagliare.

L’Inter ha bisogno di una vittoria per restare aggrappata al suo percorso europeo, non ci sono altri risultati possibili. E nonostante il nome dell’avversario, la vittoria può paradossalmente essere alla sua portata come ha dimostrato la partita di andata. La vittoria passa dalla cerniera Skriniar-De Vrij-Bastoni, che l’anno scorso era una cassaforte, e dalla qualità in mezzo al campo di Barella e Vidal. Dalle frecce armate sugli esterni con Hakimi e Perisic (che all’andata ha causato bei grattacapi al trio Vazquez-Valverde-Varane e altrettanto potrebbe fare con Carvajal coperto da Modric). La vittoria passa dai piedi di Lautaro Martinez e di Lukaku. Ma soprattutto, la vittoria passa dalla testa di tutti loro.

Ecco, scusateci se stavolta non abbiamo fatto approfondite analisi tecnico-tattiche su cosa ci aspetterà stasera: il fatto è che le domande lasciate da Inter-Torino sono troppo grandi, e quello che vedremo in campo dipenderà dalle teste che su quel campo scenderanno.

Questa squadra può battere tutti, anche il Real Madrid. Sulla carta. Ma dopo le prime 11 partite ufficiali, "sulla carta" non è già più sufficiente. Twittalo

Non è mai normale vincere contro il Madrid, ma stasera quest’Inter ha tutto per poterlo fare.

Questa è una notte di stelle, è una notte di Champions League. Veniamo da anni in cui notti così erano solo un pallido ricordo: ora siamo di nuovo protagonisti, ma è ora di tornare ad onorarle.

Il 25 novembre, 22 anni dopo, il Real Madrid è di nuovo a Milano.

Abbiamo l’obbligo di farli tornare a casa come l’ultima volta.


Vi vedo tesi, cos’avete?
Non dobbiamo mica giocare contro il Real Madrid.

Luigi Simoni, 24 novembre 1998

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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