Banco di Prova tra nero e azzurro

Non ci siamo ancora ripresi dalla sbornia della vittoria della Supercoppa contro la nostra acerrima rivale, che eccoci qui ad affrontare uno dei più odiosi allenatori in circolazione. Che bello il calcio che odia.

Questa finale è stata una prova importante, l’epilogo dei più dolci, ma il vero lascito della partita è e deve essere una nuova consapevolezza. Un passaggio di consegne tra chi ha dominato la serie A e chi spera di dominarla.

Un altro lascito dei 120 minuti di Supercoppa sono per l’appunto gli eccedenti 30 che si sommano ai tempi regolamentari. Un accumulo da tenere in considerazione quando si deve, la domenica successiva, affrontare una squadra di qualità, ma anche di grande quantità, come l’Atalanta.

Visti i moduli speculari e l’atteggiamento spregiudicato dei due team, la partita si giocherà su una somma di 1 contro 1.

La partita d’andata è stata molto simile al confronto a viso aperto tra due pugili, dove a colpi si e risposto con colpi. Senza trovare quello del K.O. complice l’errore dal dischetto di Di Marco.

Una partita vera, spettacolare e divertente, aperta ad ogni risultato. E per questo, non per forza da grande squadra.

Da quel giorno ad oggi l’Inter è cambiata parecchio. Senza rinunciare alla proiezione offensiva Inzaghi ha trovato il modo di assicurare la porta, concedendo pochissimo agli avversari. E’ anche pur vero che l’Inter un Atalanta non l’ha incontrata negli ultimi mesi, e per questo la partita di stasera sarà un altro ottimo banco di prova.

I rimedi di Inzaghi contro la fisiologica stanchezza paiono essere i cambi di Darmian e Sanchez per Dumfries e Lautaro. Darmian pare garantire anche ordine e copertura suggerendo una maggiore spinta di Perisic sul lato opposto, per arginare le fasce dell’Atalanta anche con un aiuto dell’italiano nelle scalate. Sanchez invece entra in campo come eroe della Supercoppa, dopo una serie di interviste in cui ci è sembrato abbastanza carico. Per usare un eufemismo.

Inzaghi sembra entusiasta di poter contare finalmente sulla perfetta forma di tutti e 4 gli attaccanti, e sembra intenzionato a farli ruotare senza pregiudizi (almeno sino alla prossima partita in nazionale del Nino, all’incirca tra due settimane, nella quale sappiamo tutti cosa succederà).

Sanchez-Dzeko è una coppia da un certo punto di vista inedita, e che mi incuriosisce particolarmente. La classe dei due è rimasta intatta, anche se per goderne appieno possiamo solo immaginarli insieme nel 2015. Anche oggi le caratteristiche dei due paiono decisamente complementari, da vedere quanto affinata è l’intesa.

L’Atalanta arriva alla partita dopo l’aggancio subito da parte dei gobbi. Nonostante le due partite in meno dei bergamaschi le motivazioni non possono che essere alle stelle, per mettere nuovamente distanza tra se e le inseguitrici e così consolidare il quarto posto.

Per quanto riguarda l’Atalanta le defezioni sono sulle fasce, mentre l’attacco è affidato alla tecnica di Muriel, piuttosto che alla straripanza fisica di Zapata che ancora è ai box per un problema all’adduttore. Anche la presenza dal primo di Demiral è atipica. Vedere questi nomi in campo significa una panchina con meno armi per Gasperini. Siamo sicuri che in un modo o nell’altro si lamenterà anche di questo, dopo un accenno alle sue settimane più dure del decennio trascorso. La presenza di Muriel, tuttavia, apre a soluzioni interessanti per i bergamaschi, con un attacco tecnico che potrebbe mettere in crisi le nostre retrovie, soprattutto se Muriel dovesse svariare e muoversi tra le linee con i trequartisti ad attaccare la profondità.

Ci aspetta una partita bella intensa e vera. E anche un altro banco di prova.

Da quando abbiamo registrato la difesa non abbiamo incontrato un altra Atalanta. Ecco un bel banco di prova. twittalo