Bauscia Cafè

Su, fate qualcosa

A tre giorni da una debacle tecnica e psicologica come quella con il Real Madrid, non c’è tantissimo da dire, anche perché praticamente tutti hanno avuto qualcosa da dire, e anche il mio vicino di casa Francese che segue il golf e il rugby e a malapena sa che il pallone può anche rotolare ed essere preso a calci, sa che Mercoledì non c’era coerenza fra i reparti, che c’erano buchi stratosferici già dal decimo minuto, e che, in generale, l’atteggiamento in campo è andato via via peggiorando nelle ultime settimane.

Per cui spero che, dove le cose contano davvero, quindi non nel mio vicinato ma in società, si sia iniziati un grande esame di coscienza. Non inquisitorio, sia chiaro, perché nonostante la tentazione sia forte, non c’è necessariamente uno da mettere nel banco degli imputati (Real Madrid e – in parte – Torino non possono avere una sola colpa, è così chiaramente un problema collettivo), ma un esame di coscienza generale, che coinvolga anche loro stessi e le loro scelte.

C’è un certo organigramma che ha deciso una strategia a lungo termine. Ottimo. Ottimo anche che non ci si lasci trasportare dall’emotività di ogni singolo risultato di ogni singola partita, positivo o negativo che sia. Sarebbe altrettanto ottimo, però, che ogni tanto, almeno quando conta, ci si fermi e si tracci una linea. Qual è il percorso atteso? Qual è quello effettivo? Dove sta la discrepanza? Questo voglio (vorrei) che succedesse. Perché – a mio parere – è l’unico modo nel quale si capisce se si stanno commettendo degli errori strutturali.

You guys are so much better than that

In tutto questo, c’è il Sassuolo in casa loro oggi. In virtù di tutto quello che ci siamo detti e scritti prima, scommetto che qualcuno non se n’era neanche ricordato, al risveglio questa mattina. E invece il fato ci riserva una delle squadre che abbiamo più sofferto negli ultimi anni (a volte come risultato, a volte come gioco) in casa loro. Peraltro, in un ottimo momento di forma che li ha portati nelle prime posizioni della classifica attuale, sebbene sia una classifica che molto difficilmente vedremo uguale a Maggio.

Davvero dobbiamo pensare che, di una rosa tra le prime 10-15 in Europa, chiunque entri in campo non sappia fare un passaggio a 5 metri di distanza? Che pascolino per il campo imbelli davanti agli altri che giocano? No, ovviamente. C’e’ bisogno di un esame di coscienza generale, dal primo capitano all’ultimo magazziniere. Questi tre giorni non devono essere serviti a preparare questa partita, devono essere serviti a guardarsi negli occhi e a reagire.

Ora, questo sarebbe il momento nel quale scrivo che è importante non dare spazio al loro centrocampo, importante contrastare i loro esterni, e soprattutto importante impedire che loro si piglino (con Djuricic o chi per lui) quella terra di nessuno tra centrocampo e difesa che ci fa sempre tanto male. Una parte di me, però, si ricorda ancora delle praterie a centrocampo prima con il Torino poi con il Real Madrid, dei continui errori di posizione degli esterni, sia in scivolamento (Singo e Carvajal ringraziano), che in copertura (Hakimi ne ha combinate di ogni), della totale incapacità di spaziarci e di fare filtro a centrocampo (ma davvero siamo una squadra così dipendente da Brozovic? Io voglio bene al Croato, ma in generale non è un complimento per una squadra che vuole eccellere in Italia e in Europa).. e potrei continuare ancora per molto. Detto questo, quanto vale la pena indulgere in considerazioni tattiche o di uomini in campo, se l’atteggiamento poi è quello visto nelle ultime due partite (o nelle ultimo 8-10 partite, volendo vedere la nostra curva di rendimento come a un piano inclinato)? Quanto vale la pena se i calciatori non si guardano nemmeno, se reclamano il pallone solo a gesti, se passano più tempo a reclamare contro i propri compagni per un movimento sbagliato, o contro l’arbitro, piuttosto che a compiere uno stop o un passaggio corretto?

Pertanto il mio messaggio verso tutta la squadra per oggi è molto semplice. Fate qualcosa. Fate qualcosa di bello, fate qualcosa di brutto, ma fate qualcosa. Dimostrate che esistete, che avete qualcosa da dire, che siete in campo per un motivo e che ve ne importa di stare in campo. Dimostrate che avete delle idee, che lavorate nei giorni di allenamento e che vi importa prepararvi bene durante gli allenamenti, dimostrate che avete riflettuto bene durante questi tre giorni, che avete un piano per far funzionare le cose, che mostrate qualcosa di diverso da quanto (non) visto ultimamente.

Questo per la squadra Inter, che non significa una o due persone, significa tutti. Giocatori, tecnici, organigramma, dirigenti, tutti quanti. Anche noi. Dimostriamo di esserci fermati un secondo e di aver riflettuto a cosa fare per tornare sulla linea ideale di progresso.

Tzara

Nella vita ha cambiato città, Nazione, lavoro e amori ma l'Inter è sempre rimasta. Non ha molti desideri, ma se riavesse un centrocampo con Veron, Cambiasso Stankovic e Figo non si dispiacerebbe.

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