Bauscia Cafè

Sinfonia n. 5

Quando Ludwig van Beethoven la sera del 22 Dicembre 1808, al Theater an der Wien di Vienna, eseguì per la prima volta la Sinfonia n. 5 in do minore Op. 67 non riscontrò molto successo, forse a causa del freddo e della lunghezza del programma. La partita andata in scena ieri pomeriggio a San Siro può essere accomunata al quinto lavoro sinfonico di Beethoven, poiché è solo con il passare del tempo che si riuscirà ad apprezzare il vero valore.

Contro il Genoa è arrivata la quinta vittoria consecutiva, correlata da 15 gol fatti e 1 subito, che ci permette di continuare a tenere il bottino pieno in questo girone di ritorno e di allungare di 2 punti il divario con la Juventus, nostra vera rivale in chiave Scudetto.

In sostituzione dello squalificato Hakimi viene scelto Darmian, per il resto vanno in campo gli stessi giocatori visti nelle sfide contro Lazio e Milan. La stessa cosa non fa il Genoa, che rispetto alla partita precedente cambia sei giocatori, preferendo risparmiare energie per il derby infrasettimanale. Per onestà intellettuale bisogna dire che se il Genoa avesse schierato questa formazione contro la Juventus ci saremmo lamentati, e non si capisce la logica dietro il salvataggio di giocatori. Perché sì il derby sarà anche importante, ma bisogna sempre competere per vincere in ogni partita.

Pronti via e subito dopo 32 secondi troviamo il gol con Lukaku, bravo a dialogare con Lautaro e a sfruttare una verticalizzazione di Barella, nata da un intercetto di Bastoni. Se c’era un modo per mostrare di prendere subito la partita sul serio e voler approfittare dello scivolone bianconero, questo è stato il migliore.

Leggasi pure 13 e 18 gol in Serie A

La prima frazione continua sullo stesso spartito iniziale. Un’Inter attenta nella fase di attesa e feroce in quella di aggressione, sospinta dalla brillantezza di Lautaro e dalle continue scorribande in fase offensive da parte di Darmian, che al 14° va vicino al raddoppio. Ed è proprio la zona destra del campo, nonostante l’assenza di Hakimi, che offre i maggiori spunti per l’attacco nerazzurro. È dallo stesso lato che poco dopo nasce prima il sinistro a giro sulla traversa di Barella e poi la rovesciata di Lautaro che trova le mani di Perin. Un primo tempo a senso unico con la solita carrellata di occasioni non sfruttate, il tutto contro una squadra che gioca bene a pallone, che va a confermare come l’Inter ha un gioco elegante ed efficace.

Ad inizio ripresa il Genoa alza il baricentro e complice un nostro ingresso un po’ naïf, come successo nel derby, crea qualche leggera apprensione alla nostra fase difensiva. La nostra gestione del pallone e la mancanza di aggressività e occasioni agevola il compito dei liguri, che nonostante tutto non riescono a prendere campo. E in un momento di noia e stallo della partita, arrivata la spallata decisiva. Lukaku scappa via a Onguene, attira su di sé e porta a spasso la difesa del Genoa prima di offrire un cioccolatino a Darmian che, solo davanti al portiere, devo solo spingere in rete. Il giusto premio per un giocatore che dove lo metti sta. Materiale prezioso come l’oro in una rosa che vuole vincere. Un professionista esemplare sottovalutato da molti, ma non da tutti. È il 69° ed è la parola fine sul match e sulle flebili speranze genoane.

Un uomo chiamato garanzia

Gli ultimi venti minuti di partita servono solo ad arrotondare il risultato, fatto che puntualmente arriva al 77°. Sanchez raccoglie una respinta di Perin e con un colpo di testa in tap-in sigla il 3-0. Il gol viene prima annullato e solo grazie ad un consulto VAR, in cui la terna arbitrale viene rassicurata che per regolamento pure il rapace delle Ande può segnare, viene poi convalidato. A partita ormai conclusa provano a cercare la via del quarto gol sia D’Ambrosio sia Lukaku, ma in entrambe le occasioni il portiere genoano è bravo ad opporsi, lasciando così il risultato sul 3-0.

Come ha analizzato e sottolineato Henrik, non fatevi ingannare: il Genoa non ha giocato male, e il nostro secondo tempo è stato molto peggio del primo. Ma il calcio l’ha inventato il demonio, e abbiamo segnato nel nostro momento peggiore.

In ogni caso, tutte le risposte che Conte voleva, le ha avute. E pure noi. Forza Inter. twittalo

Braffo

Sono il Chief Games Officer di Bauscia Café. Metà stronzo, metà testa di cazzo.

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