Bauscia Cafè

Riattivazione dell’incredulità?

Derby di Coppa Italia. Giocare con il Milan ha sempre un sapore speciale. Antonio Conte nei giorni scorsi ha sottolineato prima di Udine come il campionato sia sempre la priorità, ma quest’anno tengo particolarmente alla Coppa Italia. Insomma dovrei essere un turbinio di emozioni in vista di questa partita, che tra l’altro vede affrontarsi anche la prima e la seconda in classifica. Eppure fatico, nonostante tutto questo, ad avere il focus pieno sulla partita di stasera o almeno sul campo. 

Il ronzio di tutte le questioni legate alla società onestamente mi sta infastidendo parecchio e mi chiedo se in una situazione di questo tipo credere di vincere qualcosa sia davvero realistico. Sento arrogantemente di non meritarlo, francamente. Non come individuo, ma come tifoso. Mi ripeto di non restare ingolfato in tutte le voci e contro-voci che si rincorrono in questi giorni, ma essendo “addicted” finisco per leggere tutto, vedere, assorbire ogni goccia di veleno, ascoltare anche gli inascoltabili e alla fine a rigettare tutto. Scappo, mi allontano.

Fig.1

Il tifoso che è dentro di me sta attraversando un periodo decisamente incolore, opaco oserei dire. Dovrei sentire un fuoco dentro incredibile perchè dopo diversi anni siamo potenzialmente a tiro di scudetto, ma mi sorprendo di quanto sia invece spento. Francamente fatico ad inquadrarne con chiarezza le ragioni. Sia chiaro, non esiste partita dell’Inter che emotivamente non mi prenda davvero quando la mia squadra è in campo, specialmente contro alcuni avversari, ma c’è qualcosa che onestamente anch’io sento mancare.

Quello che avverto, cercando di dare forma e parole alle mie sensazioni, è la natura profondamente transitoria di questo periodo, privo di reali punti di riferimento e che verosimilmente concude a qualcosa di ignoto. Non ho figure-guida né certezze in un momento tanto delicato per la squadra. E se da un lato ci sarebbero i giocatori per aprire un ciclo (Skriniar, Bastoni, De Vrij, Barella, Hakimi, Brozovic, Lautaro, Lukaku) dall’altro sento che a monte ne manca la visione. Mi guardo intorno e vedo una proprietà silente che pare ormai assodato si stia ritirando, un’area tecnica che probabilmente non resterà con noi a lungo (Marotta? Conte?) e un futuro tutto da scrivere con – sullo sfondo – un periodo di enorme contrazione economica. Tanti, troppi punti di domanda.

Fig.2 – “Amarcord”

Ed è così che mi avvicino ad un quarto di finale di Coppa Italia con il Milan e mi trovo ad essere un po’ come San Siro: freddo, silenzioso, in larga parte svuotato. Voglio vincere, perchè voglio sempre vincere e ancora di più contro il Milan, ma non avverto quell’energia, quella carica. Il problema è che mi guardo intorno e – diamine – non la vedo neppure nell’ambiente.

Mai, persino nei periodi sportivamente più scarsi degli ultimi anni, ho avvertito un ambiente così frammentato, paludoso e così privo di traino. L’ultima volta che si respirava qualcosa di paragonabile era nel periodo finale di Stramaccioni, oppure il secondo anno di Mazzarri: ma facevamo cagare, diamine. Oggi i nomi sono diversi e allo stesso modo le possibilità e la classifica.

Fig. 3 – “In proporzione, alla Reggina…” cit.

Magari sono l’unico a percepire questa forte disillusione, questo sbuffare. Sto invecchiando forse, ma ho sempre trovato nell’Inter qualcosa di magico, un’esplosione naturale di energia e passione a prescindere dal risultato. Certo, l’Inter ha da sempre la capacità di definire il mio umore e ancora oggi è così, ma trovo che tutto sia avvolto da una nube di fatalismo, come se fosse venuto a mancare qualcosa, quasi di fiabesco. Non so anch’io che cosa stia scrivendo esattamente, sto provando in qualche modo a riassumere questa strana sensazione che da qualche tempo sento aleggiare quando penso all’Inter.

Comunque, meglio scrollare le spalle e pensare alla gara, via. Il Milan che affrontiamo oggi lo conosciamo, in fin dei conti. Sono una squadra che gioca un calcio dinamico, fresco e con giocatori funzionali, che può anche vantare qualche individualità di spicco. Per me, visto che in molti si sono espressi circa le tangibili possibilità del Milan e la forza della sua rosa, i rossoneri stanno sovra-performando e la loro rosa non è superiore all’Inter.

E – a dirla tutta – trovo che anche l’Atalanta e la Juventus siano più forti complessivamente. I rossoneri hanno giocato un ottimo girone di andata, ma secondo me il loro obiettivo realistico dovrebbe essere la qualificazione alla Champion’s League e mi riservo di valutare il Milan ed il suo allenatore quando arriveranno le prime smusate in sequenza e la classifica comincerà ad assumere un aspetto diverso: cioè quando perderanno la testa della classifica e si riscopriranno per quello che valgono.

Fig. 4

Al momento volano, si sentono forti e giustamente sognano guardando la classifica. Se riescono a mantenere acceso questo fuoco e tenere la vetta ancora a lungo, diciamo per una decina buona di gare, allora possono davvero puntare al colpo grosso, ma per me il Milan – che sta facendo un buon lavoro – non arriverà a dama, ma lotterà per un posto in Champion’s League, con buone possibilità di agguantarlo a spese di Napoli, Lazio e Roma.

Tuttavia, per quanto mi faccia schifo dirlo, oggi ancora non riesco a vederci a fine anno con lo scudetto. Sintetizzando: purtroppo oggi come oggi non riesco proprio a sentirlo. Fatico a credere in un sogno. Le ragioni sono diverse e ci sarebbe da scindere tra le questioni societarie e quelle di campo, per articolare una giustificazione completa.

Quando il Milan giocava con la Juventus e potevamo conquistare la vetta, siamo scivolati contro la Sampdoria. Ci siamo ripresi portando a casa quattro punti (che potevano essere sei) contro Roma e Juventus, per poi inciampare di nuovo contro l’Udinese quando l’occasione bussava di nuovo alla nostra porta. Laddove anche con un autogol di culo, per dirla in francese, ce la saremmo dovuti portare a casa non siamo riusciti a vincere. Stiamo rispettando il distanzialmento sociale dal Milan: se loro perdono noi cerchiamo di non avvicinarci troppo.

Fig. 5

Dopo la vittoria contro “il Maestro” Pirlo credevo che la squadra finalmente avesse potuto prendere coscienza della sua forza e del proprio peso. Pensavo che contro l’Udinese, che non vinceva da 8 gare e che aveva giocato tre giorni prima con l’Atalanta, sarebbe scesa in campo con la faccia di chi voleva ammazzare la partita. Il terreno di gioco era pessimo e l’Udinese una squadra insidiosa, ma l’impatto della nostra squadra non è stato quello “forte” e “deciso” di chi vuole dimostrare di essere più forte.

Ma visto che nello sport c’è sempre una seconda occasione (spoiler: non è vero!), allora mi piacerebbe vedere questa sera proprio quel tipo di approccio che auspicavo di apprezzare Domenica e lo pretendo ancor di più dopo aver perso l’ultimo derby. Se fossi un giocatore vorrei davvero pareggiare i conti, ci terrei morbosamente, e spero che questo sentimento sia presente. Spero.

La gara di stasera non vale punti in classifica, ma ha grande valore anche in chiave campionato. twittalo

Credo che il mister stasera cambierà qualcosa rispetto alla gara di Udine e probabilmente anche Pioli farà lo stesso dall’altra parte. Trattandosi di una gara secca e di grande importanza mi auguro che eventuali velleità di turn-over che riguardano giocatori-chiave (i tre dietro, Brozovic, Hakimi e Lukaku) vengano sospese fino alla gara con il Benevento. Probabilmente Darmian sostituirà Young sull’esterno, mentre Sensi – ammesso che sopravviva al riscaldamento – farà riposare Vidal. Quindi giocherà Vidal. In attacco è lecito aspettarsi Lukaku e Alexis “passami la palla e ti faccio vincere” Sanchéz, forte dei suoi 2 gol in 17 presenze quest’anno.

Comunque ci siamo.

Sorelle e fratelli interisti: buon derby a tutti.

Il_Casa

Interista, fratello del mondo. Dal 1992 un'unica fede a tinte rigorosamente nerazzurre. Sobrio come Maicon, faticatore come Recoba.

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