Bauscia Cafè

La vecchia Signora (dai fianchi un po’ molli)

In queste ultime settimane ci stiamo un po’ abituando a quest’idea delle “partite che si giocano alla vigilia di sfide importanti” che, sia chiaro, non è male, ma se avessimo fatto i bravi prima avremmo avuto meno “sfide importanti” da fare a questo punto della stagione con un rilevante risparmio di energie nervose, ma tant’è, cosa è la vita senza quel pizzico di adrenalina, e come si fa a seguire l’Inter senza stare un’ora e mezza senza fiato. Però certamente la sfida di questa sera la vivremo molto in virtù di cosa sarà giocarsi (ancora) la qualificazione agli ottavi di Champions League in casa (ancora!!) all’ultima giornata, così giudicheremo l’11 che scenderà in campo, così le sostituzioni e (non sia mai) eventuali botte alle gambe.

Sia chiaro, questo discorso vale se siamo noi, oppure chi ne discute al bar, o chi ha già comprato la birra da mettere in frigo per Mercoledì. Tutti quelli che ogni giorno vanno a sgambettare nella verde Appiano Gentile, devono pensare a ogni partita come se fosse quella decisiva e non devono avere alcun calo di concentrazione, né fisica né psicologica. E saremo attenti anche a questo. Quindi, Bologna, vero?

La vigilia di una sfida importante non deve far sottovalutare i giocatori dall’importanza della partita, in un campionato dove tutte più o meno faticano, è basilare per mille motivi imbroccare il filotto di vittorie.

Bologna mi ricorda due sfide degli ultimi anni, che hanno regalato il gol ed effimera gioia a due feticci dell’Inter della lenta risalita ad alti livelli, come Gabriel Barbosa e Yann Karamoh. Soprattutto il primo, nonostante la sua attuale carriera più che buona in patria, mi fa pensare al livello che avevamo raggiunto negli anni attorno al 2013-2017, totalmente anestetizzati dalla mediocrità sia tecnica che di mentalità che la squadra aveva raggiunto, e alla grande fatica che abbiamo fatto per riacquisire la consapevolezza che possiamo essere tanto, tanto meglio di così.

Dopo due partite giocate bene contro spazi più ampi, torniamo a giocare contro la nostra nemesi attuale: la squadra a specchio. Cosa proporremo (proporremo qualcosa)? twittalo

Bologna significa affrontare Hickey, uno dei calciatori che sto seguendo con maggiore interesse quest’anno e che mi ha fatto la migliore impressione. Corsa e tecnica, e buone letture di gioco specialmente in fase offensiva. Sta sfruttando alla grande le opportunità che l’infortunio di Dijks gli sta aprendo. Avendo ancora negli occhi lo scempio tattico che abbiamo proposto col Torino facendo sembrare Singo molto più forte di quanto non sia in realtà, guarderò a come si comporteranno i nostri esterni con un occhio in più di riguardo. Bologna significa anche Musa Barrow, altro feticcio del sottoscritto, che l’anno scorso ci aprì in due la difesa come una scatoletta di tonno, mettendosi nella posizione che soffriamo di più, ossia decentrato tra difesa e centrocampo. Dovremo essere bravi a determinare chi, tra mezz’ala e laterale, dovrà aiutare il difensore e raddoppiarlo per non permettergli di agire sullo spazio. Ora però pensiamo a noi. Come prevedibile, Conte farà del turnover facendo riposare almeno 3-4 titolari, se non di più. Nella prima bozza di questo post, avevo scritto “sarà l’occasione per rivedere Sensi dal primo minuto”. Che povero illuso che sono. Avendo anche Barella a mezzo servizio, allora cambio e dico che potremmo rivedere Eriksen dal primo minuto. Altri cambi prevedibili potrebbero riguardare la partenza, nell’11 titolare, di D’Ambrosio e Sanchez, e forse anche di qualcun altro. Più che di uomini che scenderanno in campo però, sarà importante capire che tipo di atteggiamento tattico proporremo contro una squadra che ci affronterà di nuovo a tre in difesa. Come fatto notare giustamente dall’amico Casa qui, una delle possibili chiavi di lettura delle prestazioni convincenti del nostro centrocampo (che ha saputo creare e aprire spazi agli esterni e servire gli attaccanti) delle ultime due partite contro Sassuolo e Moenchengladbach può risiedere anche nei maggiori spazi che ci hanno concesso, sia in verticale che in orizzontale, in quella parte del campo. Il Bologna, se arretrerà Medel in difesa e con l’assenza di Orsolini in attacco, giocherà con due punte, possibilmente stando molto corta, e cercherà come prima cosa di creare ammuina a centrocampo negando qualunque tipo di spazio e puntando a confonderci per prima cosa dal punto di vista del ritmo. Perché noi il bel gioco lo sappiamo fare, sappiamo creare delle azioni a volte favolose, ma abbiamo bisogno di quei 4-5 metri in più rispetto alle altre squadre del “nostro livello”, e se quei metri ci vengono negati, ci ingolfiamo, a volte irrimediabilmente. Ed esce il pareggiaccio.

Le poumon, le poumon, vous dis-je!

Per questo motivo per stasera darò un’occhiata da tifoso a chi giocherà e a chi riposerà in vista della sfida contro lo Shakhtar, ma ne darò un’altra, da molto interessato, a che tipo di soluzioni saremo in grado di proporre alla verosimile gabbia che ci verrà proposta. Risolvere questo problema significherebbe aver fatto un progresso per niente irrilevante in vista del proseguo del nostro campionato, ancora troppo altalenante, senza un suo equilibrio e che necessita come il pane di punti contro le squadre della parte destra della classifica.

Tzara

Nella vita ha cambiato città, Nazione, lavoro e amori ma l'Inter è sempre rimasta. Non ha molti desideri, ma se riavesse un centrocampo con Veron, Cambiasso Stankovic e Figo non si dispiacerebbe.

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