Bauscia Cafè

La sfida tra noi e loro

Delle 19 partite in casa che si giocano in stagione, ne esistono due che spiccano sulle altre per motivazione e passione, e per capacità di condizionare l’umore di metà della stagione indipendentemente da come poi va il resto del campionato. Di queste due, chi vive a Milano o in Lombardia può tendere a sentire, per naturale vicinanza con il rivale di tifo, di più il derby con i casciavit come la partita eponima dell’anno. Per l’Interista che invece vive lontano da Milano e magari sente di meno l’influenza della rivale cittadina, tendenzialmente la sfida eponima della stagione è quella contro la Juventus, ossia quella che si consumerà questa sera.

Inter-Juventus. Non serve aggiungere altro. Chi non trova le motivazioni in queste due parole, può anche restare a casa.

Non c’è del romanticismo letterario nella rivalità con la Juventus, come volle descriverla tanti anni fa Gianni Brera quando coniò il famoso termine “derby d’Italia”. Mi spiace per il Vate di Eupalla,  Juventus e Inter non sono rivali perché sono le squadre più amate d’Italia, o perché sono quelle che hanno vinto di più, oppure a causa della rivalità tra le città di Torino e Milano. Questa è solo edulcorante narrativa. La Juventus è rivale in quanto emblema supremo di quanto di più diverso dalla nostra essenza esista al mondo. È una differenza ontologica che noi rimarchiamo in ogni momento in cui noi viviamo la nostra passione per il calcio, e che, per due volte all’anno (di cui una al Meazza), abbiamo l’occasione per mostrarglielo in faccia. Dopo viene anche il significato sportivo, il numero dei tifosi o la bacheca. Ma prima viene altro. Inter-Juventus sarebbe tale anche se noi fossimo pluricampioni d’Italia e loro una squadra neopromossa (ops). Rimando al bel post di ieri di Julio94 sull’argomento.

#InterJuventus è "derby d'Italia" soltanto per chi ama una romantica letteratura. Per noi è il modo per mostrar loro in faccia quanto noi siamo diversi da loro nella nostra essenza e quanto insanabile sia la dicotomia tra loro e noi. twittalo
Questo striscione riassume tutto.

Sottolineato questo, come possiamo vincere questa partita così importante? Prima di tutto, dovremo essere capaci di vincerla noi, prima di pensare se loro siano capaci di farlo. Nell’ultimo periodo abbiamo avuto un bel ruolino di marcia fatto di 8 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta. L’invidiabile score da 25 punti in 10 partite però maschera alcuni difetti che abbiamo dimostrato specialmente a partita in corso, e che dovremo essere attenti ad evitare questa sera. Si è parlato tanto, anche nella community di BC, dei cambi scellerati contro la Roma che hanno di fatto consegnato la nostra area di rigore ai Romanisti in difficoltà, concentrandosi però un po’ troppo sul fatto specifico dei cambi sbagliati piuttosto che sulla costante che, di fatto, in un modo o nell’altro, noi diamo sempre l’area di rigore agli avversari. Come si può vedere nella figura qui sotto, non è stato difficile per me trovare almeno quattro esempi nelle ultime partite nelle quali abbiamo concesso loro di giocare la palla in area di rigore, anticipando sistematicamente il nostro difensore. Abbiamo dei numeri terrificanti sulla percentuale di gol subiti, in buona parte dovuti al fatto che concediamo troppi tiri da dentro l’area piccola. Se, inoltre, ci complichiamo ulteriormente la vita andando a retrocedere il baricentro di squadra, succedono le frittate. Va da sè che, in mancanza di una adeguata prevenzione a questo problema, diventa solo un esercizio vuoto quello di parlare di strategie specifiche per poter prevalere sulla Juve, specialmente quando loro schierano due animali da area di rigore come Cristiano Ronaldo e Morata.

La Juve e’ la migliore in Italia a segnare in area. Regoliamoci.

Non induca in errore il fatto che la Juventus abbia una delle migliori difese della serie A. Questo dato ha un nome e un cognome in Matthijs de Ligt, che mancherà stasera assieme a (probabilmente) Cuadrado. Questo significa che a loro mancherà sia l’unico con concrete velleità di bloccare concretamente Lukaku, che uno che nelle scorse sfide ci ha sempre fatto molto male. Nelle scorse partite la Juve ha dimostrato di soffrire chi riesce a prevalere su di loro come intensità del gioco (chiedere a Fiorentina e Sassuolo per informazioni, ma pure al Milan del primo tempo). Dovremo quindi essere molto bravi a recuperare palla subito: loro fanno un uso costante (e forse eccessivo a mio parere) dei movimenti senza palla che se a volte riescono a portare diversi uomini in area di porta (vedi quello che a volte combina McKennie), dall’altra li trova spesso completamente fuori posizione se dovessero perdere palla a centrocampo. E noi abbiamo Hakimi e Lautaro Martinez. Insomma, non c’è bisogno che aggiunga altro. A proposito di Hakimi, loro a sinistra dovranno probabilmente schierare il non irresistibile Frabotta (ah, ma le rose corte!) e per questo motivo secondo me adotteranno un sistema di gioco da 5-3-2 in difesa proprio per proteggere il suddetto dal nostro pendolino, e 3-5-2/4-3-3 in attacco, cercando di usare Chiesa come uomo intermedio tra centrocampo e attacco che salta i nostri difensori e crea superiorità (questo ruolo potrebbe essere anche svolto da Kulusevski, specialmente se dovessero trovarsi in svantaggio e decidessero di usare lo Svedese come mezz’ala – speriamo non venga loro st’idea).

Se il “pluridecorato” Bonucci lasciasse questo spazio anche contro Lukaku e Lautaro, ci vorrebbe il pallottoliere.

Pertanto in realtà non occorre fare cose straordinarie per poter prevalere contro questa Juventus. Noi siamo in grado di difendere alti. Siamo in grado di conquistare il pallone a centrocampo e di ripartire velocemente, e di accamparci stabilmente nella trequarti avversaria. Siamo in grado di fare tutto quello che è necessario per tornare a casa con i tre punti. Dobbiamo solo farlo per 90 minuti più recupero, senza complicarci la vita da soli. Come nel titolo, basta che in questa sfida noi siamo noi. E non siamo loro, neanche per un momento.

Tzara

Nella vita ha cambiato città, Nazione, lavoro e amori ma l'Inter è sempre rimasta. Non ha molti desideri, ma se riavesse un centrocampo con Veron, Cambiasso Stankovic e Figo non si dispiacerebbe.

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