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Il ritorno del Niño prodigo!

Due partite chiave, tre gol e le parole di stima di Conte che sottolinea come questo sia il miglior momento di forma di Sanchéz da quando è all’Inter. Ci serviva, ma proprio tanto. In un momento chiave della stagione gli uomini di Conte rispondono nuovamente in modo positivo e vincono in trasferta una partita che ci ha sempre dato non pochi problemi. Abbiamo allungato di nuovo in classifica sul Milan, adesso sotto di sei punti e con lo scontro diretto a sfavore e mantenuto la distanza con la Juventus: tutto molto bello. 

Fig. 1

La partita non è stata affatto semplice. Il Parma nel primo tempo si è dimostrato vivo e con un progetto di gioco chiaro. Tanta abnegazione e linea difensiva parecchio arretrata a togliere profondità all’Inter in fase di non possesso, per poi innescare la ripartenza cercando di lavorare in verticale, alzando il pallone su Kucka come soluzione più gettonata. Con lo slovacco, schierato trequartista e Man ad attaccare la zona centrale, Karamoh andava invece spesso a lavorare sull’esterno alle spalle di Hakimi, non è chiaro quanto per indole personale o per motivi di natura tattica.

Era una situazione insidiosa, perchè strutturalmente il Parma – nonostante la classifica – ha una squadra di spessore, con tanti giocatori forti fisicamente e di gamba (Kucka, Hernani, Kurtic). Nel primo tempo, infatti, anche gli emiliani si sono mostrati pericolosi in qualche occasione, in particolare su un colpo di testa di Kurtic e uno di Man.

Fig. 2

Con la partita impostata in questo modo da D’Aversa, l’Inter ha sempre cercato di attaccare con ordine, lavorando sulle catene laterali in fase di possesso e senza mai perdere le distanze e allungarsi troppo sul campo. In fase di non possesso, lo ha spiegato bene Conte nel post-partita, l’atteggiamento era chiaro: l’Inter non andava di principio a pressare alto il Parma mentre costruiva dal basso, volendo far venire fuori l’avversario, ma cercava comunque attivamente di indirizzarne il gioco.

Diverso l’atteggiamento una volta persa palla, invece. In quella che chiamiamo “transizione negativa” l’Inter – infatti – propone 5/6 secondi di pressing feroce in avanti, prima di scappare nuovamente all’indietro qualora il pallone non sia stato recuperato. Non si tratta di un’idea rivoluzionaria di Conte, ma di un atteggiamento che adottano tante squadre di vertice a livello europeo: si parla di contro-pressing e sulla sua evoluzione negli ultimi anni si deve molto a Guardiola. Il primo gol dell’Inter ha le sue radici in questo comportamento.

“I ragazzi sanno che dopo aver perso palla in 5-6 secondi va recuperata. Se gli avversari sono bravi a superare la pressione in 5 secondi, allora bisogna abbassarsi”

Antonio Conte, Post-partita (Conferenza Stampa)

A scrivere il suo nome sul tabellino dei marcatori è Alexis Sanchéz, che poco dopo segna pure il raddoppio, servito dopo un contro-movimento e uno strappo in velocità meraviglioso di Lukaku marcato da Valenti, che fino a quel momento si era comportato bene. Questo è stato un gol in contropiede, ad uso e consumo di chi cerca da più di un mese di raccontare come questa squadra faccia gol solo in contropiede: la potenza del Karma. Oltre al bellissimo movimento di Lukaku, anche da sottolineare la rapidità e la qualità con cui Eriksen ha innescato l’azione.

Fig. 3

Una volta trovato il raddoppio la partita poteva svilupparsi in due maniere: si poteva segnare il terzo e dilagare, oppure subire gol e rimettere tutto in discussione. Al Tardini contro il Parma non poteva che andare nella seconda maniera ed è proprio così che accade, quando Hernani trova la rete dopo un cross dalla sinistra del neo-entrato Pezzella.

Da quel momento alla fine della gara, secondo me, possiamo apprezzare uno dei tanti aspetti in cui la squadra è cresciuta in queste settimane, anche se probabilmente ne avremmo tutti fatto anche a meno. In un momento in cui l’Inter è chiamata di squadra a soffrire e a difendere in modo ordinato, con il Parma che addirittura raddoppia le torri inserendo anche Pellé, ecco che la squadra si compatta, suda, corre e sa vivere la sofferenza. Emblematica l’immagine di Conte che ad un minuto dalla fine loda Hakimi per la grinta con cui era andato a contestare il pallone agli avversari.

“Hakimi è stato bravissimo a pressare una palla durante il recupero. […] Quel pressing di Hakimi ha chiuso la partita e per noi valeva tre punti. I giocatori stanno dimostrando grande applicazione”

Antonio Conte, Post-partita (Sky Sport)

Vorrei dedicare a questo punto una parentesi a Sanchéz, un giocatore che anch’io ho criticato e verso cui ancora onestamente mi riservo di avere una posizione decisamente cauta. Senza girarci troppo intorno: deve incidere. Oggi lo ha fatto. Nessuno al mondo può negare le qualità di questo giocatore, anche sul piano umano, ma per noi Sanchéz deve essere molto di più di quello che è stato. Troppi gli infortuni, con prestazioni un po’ singhiozzate e fumose. Il giocatore ha caratteristiche uniche all’interno della rosa ed è un uomo di grande esperienza: quello che ci serve è che si cali al massimo nella parte.

Sanchéz ha le qualità per aumentare il suo peso specifico dentro la rosa e diventare un leader di questa squadra. twittalo

Alexis Sanchez terzo attaccante, spesso con qualche acciacco fisico, in flessione rispetto al suo momento migliore della carriera è un giocatore per noi utile, ma non è solo questo che mi aspetto personalmente da lui. Con la sua storia, con le sue qualità e la sua esperienza ha i mezzi, anche senza essere titolare, per essere leader di questa squadra, per determinare all’interno di questa rosa dentro e fuori dal campo. Quello che ha fatto finora, al netto delle giustificazioni legate alla condizione, non rende giustizia alle sue qualità e mi aspetto che nelle prossime “tredici finali” lui sappia dare una grande mano all’Inter e ai suoi compagni per il raggiungimento del nostro obiettivo finale.

La prossima giornata è di quelle decisamente pesanti: Inter – Atalanta. Veniamo da sei vittorie consecutive, piuttosto pesanti, in campionato e Lunedì saremo gli ultimi a scendere in campo. Il turno di Serie A che ci attende è enorme e può raccontare tanto di quello che ci attende da qui alla fine.

Fig. 4

Oltre a diverse partite interessanti per la lotta-salvezza, c’è anche la Juventus che gioca contro la Lazio e il Milan che va a Verona. Naturalmente con tredici giornate ancora da giocare è presto per parlare di distanze e cominciare a fare calcoli, ma questa gara segnerà anche la fine di una settimana dove tutte le squadre hanno giocato ogni tre giorni e in base a come riusciremo a chiuderla potremmo sapere tanto di quello che ci attende.

Il_Casa

Interista, fratello del mondo. Dal 1992 un'unica fede a tinte rigorosamente nerazzurre. Sobrio come Maicon, faticatore come Recoba.

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