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Il primo giorno di scuola

Chi si ricorda il primo giorno di scuola? La preparazione degli zaini, la prima corsa in classe per prendersi il banco migliore, quell’aria un po’ particolare rispetto a tutti gli altri, monotoni, giorni di scuola. Perché nel primo giorno ci sono tutte le aspettative e i buoni propositi, un entusiasmo un po’ ingiustificato, e fondamentalmente tutto un un generale senso di anarchia, o di disordine organizzato, e in questo senso somiglia tanto all’ultimo giorno di scuola. Il calcio non fa eccezione, tanto è vero che spesso le prestazioni più strane le hai o all’inizio o alla fine di una stagione. Chi si ricorda della tripletta di tal Grandolfo con il Bari in casa del Bologna in un’ultima giornata di serie A? Cose che poi non si sono riviste più…

Ecco, una delle stranezze che si spera non dover rivedere più dalla seconda giornata di campionato in poi è che la migliore difesa della stagione passata si sia trovata completamente, clamorosamente, ingenuamente impreparata al primo appuntamento con una partita ufficiale. Tre gol presi dalla Fiorentina (complimenti, buona squadra, l’Europa è lì se continuano così) che poteva farne altri tre e nessuno avrebbe avuto da dire. Poca organizzazione al centro, dove Castrovilli ha fatto un paio di progressioni per 30 metri niente seguito dai centrali di centrocampo (Brozovic ed Eriksen), Ribery che ha fatto vivere una serata da incubo a D’Ambrosio, messo in una posizione di marcatura d’anticipo contro il calciatore più tecnico della serie A dopo Cristiano Ronaldo, Kouamè spesso trovatosi a metà tra Bastoni e Kolarov, senza che nessuno dei due lo prendesse. Una prestazione ai confini dell’orrido che veramente non può non far parte della collezione di randomness che gli inizi di stagione spesso offrono, come avevo accennato.

Ma, come in tutte le cose, anche questa novità della difesa molto ballerina ha una sua causa a cui si può risalire, seguendo il filo d’Arianna. Facciamo allora un flashback come nei film e andiamo a vedere la scena iniziale.

In campo, per la prima sfida casalinga davanti a mille fortunati che si sono potuti godere lo stadio più bello d’Italia in comodità, come se fosse un’estensione del divano di casa, abbiamo schierato, dietro i due soliti attaccanti, una linea di centrocampo composta, da sinistra a destra, da Perisic, Brozovic, Eriksen, Barella e Young, con D’Ambrosio e Kolarov a fare rispettivamente i braccetti di destra e sinistra nei tre di difesa. Di questi, tutti o quasi partecipavano nello stesso momento alle azioni di attacco, un inedito dell’Inter di Conte. In più di un’occasione, attorno al 10-15 minuto, avevamo una chiara disposizione in campo 2-3-5, altro grosso inedito di Conte e anzi, anche della serie A stessa, mentre è qualcosa che si vede con un po’ più frequenza ad esempio al di fuori dei nostri confini. A riprova, i fuorigioco che ci hanno fischiato contro, abbastanza inusuali giocando contro una difesa a tre ma segno della posizione estremamente offensiva che tenevamo con i nostri avanti. Inoltre, ci sono stati molti tocchi in più di prima, molti più movimenti senza palla e scambi di posizione. Tanto è vero che la maggiore parte degli errori commessi in fase offensiva non erano tecnici, ma per errori individuali nel trovare la posizione, in particolare Lautaro Martinez ed Eriksen, fra gli altri.

Una partita pazza, con una Fiorentina ordinata che ha sbagliato i cambi e un'Inter pazza irriconoscibile rispetto a 40 giorni fa, non come schemi ma come filosofia in campo. Se sarà una cosa buona o no lo dirà il tempo. twittalo

Poi, la matematica non è un’opinione: se uno sta in porta, e sette stanno in attacco di cui cinque sulla linea del fuorigioco, significa che a coprire ci sono tre uomini, di cui due si chiamano D’Ambrosio e Kolarov, buoni per tante cose ma un molto meno nella difesa 1 vs 1; significa che al centro a coprire gli spazi ci sono Brozovic ed Eriksen, il primo, non sempre educato nella difesa posizionale, il secondo, con un passo spesso troppo lento per rincorrere il portatore di palla. E da qui torniamo alla scena iniziale, quella della difesa orrenda di stasera. È stato uno ying e yang che non ha aiutato molto la sanità mentale del tifoso televisivo in apprensione e, in un certo senso, lascia interdetti sul se questo sia un unicum dato dalla casualità del primo giorno di scuola oppure no.

Dalla panchina stasera si sono alzati, nell’ordine: Hakimi, Sensi, Vidal, Nainggolan, Sanchez.

Evviva la panchina lunga.

Fatto sta che alla fine, questa partita l’abbiamo comunque vinta, per 4-3. Viene allora da chiedersi come mai l’abbiamo vinta. Sicuramente perché abbiamo una squadra più forte di quella, quantunque buona, della Fiorentina. Venendo da anni e anni di magre, dobbiamo ancora metabolizzare che dalla panchina si siano alzati Hakimi, Vidal, Nainggolan, Sanchez e Sensi. Ripeto: Hakimi, Vidal, Nainggolan, Sanchez e Sensi. E questo nonostante un lungo periodo del secondo tempo nel quale in campo siamo stati confusionari anche al di là delle novità di gioco che ho descritto in precedenza. Però, specialmente in una fase della stagione nella quale nessuno ha la condizione ideale e il fiato per reggere 90’ ad alto livello, avere certi cambi ha aiutato fortemente. Sensi ha dato un po’ di dinamismo in più e ha fatto qualcosa che nessuno degli altri in campo dal primo minuto ha fatto, ossia ha dribblato gli avversari. Sanchez ha svariato per il campo e ha dato i palloni per i due gol della fine della partita. Hakimi semplicemente ha un tocco di palla superiore.

Resta quindi un solo punto da discutere. Ma come mai Conte ha cambiato così radicalmente rispetto a soli 40 giorni fa e, ancora, rivedremo questo sistema? Ho notato che anche nel postpartita, su Sky, si sono chiesti la stessa domanda: perché Conte ha voluto cambiare? Loro parlavano della posizione di Perisic o della difesa, ma il punto secondo me è molto diverso. Sembra che sia cambiata la filosofia, quella del cosa fare della palla (più passaggi di prima), quella di cosa fare senza la palla (tantissimi movimenti in più senza palla – verso la fine della partita Sanchez si è trovato in transizione offensiva con tre (3) giocatori che sono scattati (Hakimi, Lautaro e Lukaku), trovandosi in un secondo con tre possibilità di passaggio praticamente soli davanti al portiere), una maggiore fluidità dei ruoli. La mia idea (che potrebbe essere completamente sbagliata) è che Conte si sia reso conto che contro il Siviglia è arrivato a 30 ma che per superare il Siviglia e arrivare a superare anche le varie Real, Barcellona, Liverpool etc non basti 30, e neanche 31, ma serva un nuovo concetto di gioco di più ampio respiro, tale da arrivare direttamente a 60, favorito anche dalla maggiore disponibilità di talento nella rosa. Ora, non ho la minima idea se questa sia un’idea geniale o scellerata, e della diatriba tra il quanto ci vuole per rendere questo sistema secondo le sue potenzialità vs una stagione che è già cominciata con la necessità di essere a razzo fin dal primo giorno, e onestamente la visione della difesa odierna non aiuta verso un giudizio positivo, ma è anche vero che nel caso questa potrebbe essere davvero una rivoluzione copernicana del gioco rispetto alla scorsa stagione che desta grande curiosità. Potrà darsi che contro la Lazio ne prenderemo sei e dovremo cestinare tutto, ma lasciatemi questa sincera curiosità verso qualcosa che, in potenza, potrebbe portare a qualcosa di estremamente buono.

P.S. chi si è reso conto che abbiamo giocato gli ultimi 10 minuti di partita con la difesa a 4? A proposito di rivoluzione copernicana..

Tzara

Nella vita ha cambiato città, Nazione, lavoro e amori ma l'Inter è sempre rimasta. Non ha molti desideri, ma se riavesse un centrocampo con Veron, Cambiasso Stankovic e Figo non si dispiacerebbe.

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