Bauscia Cafè

Il giorno dei Lazzari

Nella giornata in cui in Inghilterra tornano al gol Cedric Soares e soprattuto Lazaro, l’Inter stende il Brescia con una prova importante e di spessore. Sei reti, con tanti giocatori nelle scorse uscite parsi balbettanti autori di una gara brillante e ricca di soddisfazioni, oggi quasi resuscitati appunto. In genere le goleade non ci portano benissimo, ma ignoriamo la scaramanzia e godiamoci questa serena giornata estiva.

La partita in realtà dopo pochi minuti si era aperta con una vaccata non indifferente di Young: intercetto di Tonali su passaggio grossolano dell’esterno inglese e Donnarumma che si trova al terzo minuto la palla del vantaggio. La sparacchiata sopra la traversa può essere letta come un segno divino: Odino oggi è con noi.

Ed è proprio pochi minuti dopo che su assist di Sanchéz è proprio Young a segnare in bello stile al volo di destro. La partita da questo punto in poi – di fatto – l’avete vista tutti e credo ci sia poco da dire. L’Inter si impone e segna tre gol per tempo di fronte ad un Brescia che fatica a superare la metà campo e sembra quasi rassegnato alla sconfitta.

Segneranno in rigoroso ordine temporale: Sanchéz su rigore, D’Ambrosio di testa, Gagliardini sugli sviluppi di un calcio piazzato, Eriksen e dulcis in fundo Antonio Candreva.

Parlando allegramente oggi molti giocatori sono parsi revitalizzati rispetto alle ultime uscite. No, purtroppo non ci stiamo riferendo ad Asamoah e Sensi, ma ad altri ragazzi criticati nelle apparizioni precedenti alla gara odierna e che si sono presi una bella rivincita. Non abbiamo materiale sufficiente per riabilitarne la figura e procedere alla beatificazione, ma diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Young dopo un inizio che sembrava sull’onda lunga della gara con il Sassuolo ha segnato un gol fantastico e poi si è reso autore di una preziosa chiusura nel secondo tempo, mostrando grande abnegazione e concentrazione. Al netto di qualche limite e dell’età che ovviamente non fa prigionieri, bisogna dare atto al giocatore di essere un professionista serio e attualmente il nostro migliore interprete a sinistra.

Dall’altra parte è Moses, in una giornata che abbraccia sia il nuovo che l’antico testamento, a regalare diverse soddisfazioni. Sembra pimpante, sgusciante, un giocatore in grado di garantire un buon contributo e aprire le difese. Aprire le difese. Oltre a procurarsi il rigore del 2-0 che di fatto ha chiuso la partita è stato piacevolmente propositivo per tutta la gara. Proprio come Gagliardini, che vendica il tragicomico errore nella partita con il Sassuolo e gioca una buona prova, impreziosita con un bel gol di testa.

Moses dopo l’assist per Bastoni a Parma si procura oggi un rigore.

Se la combinazione tra Moses e Bastoni ha da sempre un certo riscontro, tanto che anche l’Esodo ne celebrava la sintonia, credo sia giusto spendere due parole su Gagliardini. Una settimana fa ci ha chiaramente fatto guadagnare qualche anno di purgatorio, cosa tra l’altro spiacevole, perchè il giocatore è evidentemente un buon ragazzo. Tutti nella loro vita hanno conosciuto un Gagliardini ed è un giocatore a cui fondamentalmente ti affezioni. Ed è anche il centrocampista che segna più gol nella nostra squadra. E qui dobbiamo starci dentro. Gagliardini nelle ultime due stagioni ha giocato 35 partite di campionato, molte partendo dalla panchina, segnando 8 gol.

Che valutazioni possiamo fare? Oneste. Si tratta di un giocatore che chiaramente paga anche diverse noie di natura fisica che, data la sua struttura imponente, non gli permettono di carburare e prendere il ritmo partita e spesso finisce per pagarla.

Se ci aspettiamo che Gagliardini sia il fulcro del nostro centrocampo chiaramente siamo fuori strada, ma se lo consideriamo all’interno di un reparto dove comunque non può essere lui a cantare e portare la croce, forse potremmo razionalizzare alcune prestazioni poco positive e farci venire meno nervoso. Non è un fuoriclasse, ma non è neppure quello che la mette sulla traversa da tre metri e credo di dovergli rendere giustizia.

Gli altri due giocatori che mi sento di apprezzare oggi sono Alexis Sanchez e Borja Valero. Il cileno mi è parso più in condizione, con qualche lampo di talento che in questa squadra ha probabilmente solo lui e una voglia di fare bene che ho davvero apprezzato. Un giocatore che tra un mese potrebbe essere di nuovo a Manchester e che sta dimostrando grande professionalità e mi viene da dire anche attaccamento: la mia sensazione è che ci darà una grossa mano in queste ultime gare.

Lo spagnolo invece merita un discorso tutto suo e a tutto tondo. Oggi ha condotto la squadra prendendo in mano il centrocampo con una sapienza tattica e una qualità che probabilmente avrà finchè respira. L’unico rammarico è che sia arrivato da noi troppo tardi, perchè questo giocatore ha tutto quello che vorrei trovare in chi indossa la maglia dell’Inter: serietà, qualità, valori umani e integrità fisica.

Ha 35 anni e sono due anni che sulla carta non dovrebbe neppure essere tra i primi cambi in base alle valutazioni di inizio stagione. Bene, diciamo allora che quella di oggi era la sua 19° partita stagionale, mentre l’anno scorso ne ha giocate complessivamente 38 tra campionato e coppe. Si è rivelato molto più prezioso alla causa rispetto a tanti altri e questo, oltre a sottolineare ancora una volta chi sia Borja Valero, pone anche delle riflessioni in ottica futura.

L’anno prossimo, se vogliamo lottare per tutti gli obiettivi alla pari con gli altri dovremo costruire una rosa tenendo anche conto dell’affidabilità di alcuni giocatori.

Perchè se un lato della medaglia è rappresentato dalla grande professionalità del centrocampista spagnolo, dall’altro è chiaro che qualcuno degli altri non abbia rispettato le aspettative.

Sono infatti due anni che giochiamo la partita-chiave del girone di Champion’s League con Borja Valero titolare. Due anni. Quest’anno nelle valutazioni di inizio campionato era il sesto centrocampista in rosa sulla carta: Brozovic, Barella, Sensi, Vecino, Gagliardini, Borja Valero. Diventato forse addirittura il settimo dopo l’arrivo di Eriksen, la verità è che ora sta giocando lui ogni tre giorni e pure bene ad onore del vero, con i suoi comprensibili limiti dettati dall’età. Quindi qualcosa qui non funziona.

In un centrocampo dove Sensi da Ottobre ha praticamente chiuso la stagione, salvo qualche “singhiozzo”, dove Gagliardini e Vecino accusano ricorrenti problemi fisici, al primo infortunio/squalifica di un titolare siamo a rivolgerci a Borja Valero. Se Brozovic, che Odino lo protegga, ha il raffreddore, oppure Barella deve scontare una squalifica per somma di ammonizionei, siamo sempre, perennemente, in emergenza. Questo non è accettabile.

Mi auguro che si costruisca una rosa che tenga conto anche dell'affidabilità dei calciatori, non solo delle loro qualità teoriche. twittalo

Perchè sono stanco di chiedermi se il giocatore che ho visto fino ad Ottobre fosse davvero Sensi oppure se me lo fossi sognato. Sono stufo di iniziare una stagione con Vrsaljko e poi doverci mettere la pezza Cedric Soares a Gennaio perchè il croato non deambula. Mi ha seccato aprire la stagione con Asamoah titolare, salvo poi non vederlo da Novembre e chiedermi se sia ancora in grado di fare il calciatore. Non voglio più affidare i miei sogni e le mie speranze di tifoso ai Nainggolan di turno, su cui non puoi fare affidamento fisicamente prima ancora che tecnicamente. Ne ho abbastanza. Arriva il momento in cui uno si rompe definitivamente le scatole.

Perchè poi ci riempiamo la bocca con la profondità di rosa e la componente numerica. Ebbene mettiamo in chiaro una cosa: la nostra rosa numericamente è corretta, ma evidentemente ci sono troppi giocatori su cui non si può fare affidamento, il che emerge specialmente nel periodo in cui si gioca ogni tre giorni e ci si gioca la stagione. A scanso di equivoci, visto che voglio proprio farmi del male, rivediamo le due formazioni che ci hanno visto salutare la Champions nelle ultime due stagioni e giudicate voi:

352 vs Barcelona, 19/20: Handanovic; Godin, De Vrij, Skriniar; D’Ambrosio, Vecino, Brozovic, Borja, Biraghi; Lukaku, Lautaro

433 vs PSV, 18/19: Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Skriniar, Asamoah; Brozovic, Candreva, B. Valero; Politano, Perisic, Icardi.

Qui mi fermo. Ho divagato parecchio. Mi auguro che la bella prova di oggi di tanti giocatori che sulla carta non rientrano tra le prime linee possa darci quella spinta per chiudere bene la stagione senza l’acqua alla gola e con l’obiettivo di fare il meglio possibile, tenendo presente che l’anno prossimo dovremo crescere ed alzare ulteriormente l’asticella, perchè noi siamo l’Inter.

Il_Casa

Interista, fratello del mondo. Dal 1992 un'unica fede a tinte rigorosamente nerazzurre. Sobrio come Maicon, faticatore come Recoba.

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