Bauscia Cafè

Evviva l’Italia, evviva la Bulgaria!

Dopo la sconfitta esterna contro la Lazio in Campionato era importante tornare subito alla vittoria per evitare di complicare i piani dell’imminente futuro e l’Inter risponde presente in quel di Razgrad: 2-0 esterno e qualificazione agli Ottavi di finale ipotecata.

L’Inter scende in campo con un undici iniziale formato da un mix di seconde linee e giocatori in cerca di condizione e così i primi 45 minuti scorrono via lenti, noiosi e senza lasciare traccia di qualcosa di significativo. La sintesi perfetta del primo tempo ce la dà Il Casa che nella nostra chat degli autori commenta così: “Ritmi da partitella di fine allenamento. Di quelle che giochi sotto zero in inverno e non vedi l’ora di docciarti e andare a casa”. Questo è l’esatto atteggiamento con cui le due squadre sono scese in campo, tant’è che l’emozione più grande è data al 22° dall’ammonizione presa da Lautaro, il quale era in diffida e salterà così il ritorno.

Il secondo tempo invece inizia con un piglio diverso da parte dei ragazzi e al quinto minuto della ripresa Sanchez per poco non ci piglia (scusate battuta pessima lo so, ma è colpa della cattiva influenza livornese e forlivese di questo blog) con una giocata d’autore: cross di Moses dalla destra e tacco del cileno che finisce sul palo dopo una deviazione della difesa bulgara. La svolta però arriva dalla posizione di Eriksen, il quale viene liberato dalla posizione di mezzala in modo da essere più libero di avanzare nella zona di trequartista a ridosso delle due punte. Ed è proprio grazie a questa sua nuova posizione che il danese nel giro di dieci minuti dipinge calcio. Al 63° un suo sinistro al volo viene parato dal portiere bulgaro; al 71°, su sponda di Lukaku entrato da poco al posto di un opaco Lautaro, porta in vantaggio l’Inter con un destro che si va ad infilare all’angolino sinistro basso e poi al 73° prende una traversa che grida ancora vendetta con un’altra gran botta da fuori area con il mancino. Se Giorgio Perozzi avesse visto la partita di ieri sera avrebbe commentato così i dieci minuti del 24 nerazzurro:

Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione.

Una volta andati in vantaggio Conte inserisce Barella per Moses passando così dal 3-5-2 al 4-3-1-2 dimostrando di avere un piano B da sfruttare per l’immediato futuro. La squadra dimostra di reggere bene il cambiamento di modulo e nel finale di partita trova il raddoppio con Lukaku su rigore dato dopo un controllo VAR per mani di un difensore bulgaro su azione di calcio d’angolo.

Quella di ieri sera è una vittoria che vale triplo. Ci porta in dote l'ipoteca sul passaggio del turno, il vero Eriksen e un piano B: il 4-3-1-2 twittalo

La partita di ieri ci ha dimostrato che un’altra idea di calcio è praticabile ed è la nota più positiva della serata. Perché ci permette un’alternativa valida e credibile nel momento in cui gli avversari stanno iniziando a fermare la nostra idea iniziale di gioco, quindi poter variare non potrà farci altro che bene. Fermo restando che, come detto da Conte nel post partita, c’è una una costante e sono le due punte. E questo la dice lunga su quanto siano importanti nel gioco del Mister, soprattutto Lukaku che pure ieri è stato chiamato in causa per portare il match sui giusti binari.

Il Genio di Middelfart

Si torna a casa da Razgrad con la qualificazione in tasca, cosa che ci permetterà così tra una settimana di fare ampio turnover in vista del big match contro l’Impero del Male di tre giorni dopo.

Adesso è il momento di ruotare le dita, unire le falangi, stringere amicizia con persone che hanno il colore della pelle diverso dal vostro e di cantare a squarciagola: Romelu, Romelu, Romelu Bomaye!

Evviva l’Italia, evviva la Bulgaria che ci ha fatto dono del trequartista! Evviva l’F.C. Internazionale!

Braffo

Sono il Chief Games Officer di Bauscia Café. Metà stronzo, metà testa di cazzo.

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