Bauscia Cafè

Prima vera sconfitta

Resta maledetta la Supercoppa Italiana per la Primavera: alla terza partecipazione, dopo quelle del 2006 e del 2007 contro la Juventus, arriva infatti ancora una sconfitta stavolta contro la Roma.
Per questa finale Bernazzani aveva giocato la carta dell’esperienza, riportando in Primavera giocatori come Mbaye, Duncan e Livaja ormai stabilmente nel giro della prima squadra, ma forse proprio dalla loro scarsa vena e dalla scarsa integrazione con compagni di squadra con cui non avevano mai giocato prima è dipeso l’inizio dimesso dell’Inter. Dopo soli 4 minuti infatti Frediani vola sulla fascia destra giallorossa -lasciata incustodita da Mbaye- e mette la palla in mezzo per Bumba che in probabile fuorigioco realizza il gol dell’1-0. L’inizio è tremendamente in salita, l’Inter subisce il colpo e sembra quasi incapace di reagire. Passano più di 20 minuti prima che si accenni a un qualche tipo di reazione e proprio in questa fase quelli che dovrebbero essere di una categoria superiore non riescono a caricarsi la squadra sulle spalle e, anzi, da un lato ne interrompono la trama e dall’altro costringono inevitabilmente alcuni giocatori, Forte su tutti, a muoversi in ruoli non consueti (rischio che comunque ha scelto di correre Bernazzani, che aveva altre soluzioni in panchina). Proprio quando l’Inter inizia ad abbozzare una reazione però, sullo scadere del primo tempo, arriva un altro gravissimo errore del direttore di gara: Mbaye cerca di liberarsi di Frediani sulla sinistra e lo fa certamente in maniera scomposta, ma non sembrano ricorrere neanche gli estremi per il fallo. L’arbitro Mascara però, già famoso in LegaPro per alcune direzioni di gara a dir poco discutibili (farà carriera, a occhio), lo punisce addirittura con il rosso diretto. Al 37′ l’Inter subisce un altro duro colpo e dopo 10 minuti, in pieno recupero, Frediani lanciato da Ricci supera facilmente Dalle Vedove per un 2-0 che sembra tanto il colpo del definitivo ko.
Al contrario di quanto ci si poteva aspettare però, nel secondo tempo scende in campo un’Inter completamente trasformata dalle parole di Bernazzani. Nonostante l’inferiorità numerica i giovani nerazzurri schiacciano la Roma sin da subito costringendo il portiere giallorosso Svedkauskas ad un paio di interventi ad altissimo coefficiente di difficoltà. Livaja e Duncan prendono in mano la squadra come ci si aspettava, e al 59′ è proprio il centrocampista ad involarsi verso l’area giallorossa con uno strepitoso slalom che, su un tentativo di triangolo con Livaja, si spegne grazie all’intervento falloso di un difensore sull’attaccante croato, proprio sulla linea dell’area di rigore. L’arbitro concede solo una punizione dal limite che Benassi tocca con la suola verso Livaja: destro rasoterra da fuori area sul quale Svedkauskas, coperto, non può nulla. L’Inter accorcia le distanze e, sulle ali dell’entusiasmo, cerca in tutti i modi il gol del pari. Dalla testa di Pasa e dai piedi di Benassi e Livaja partono numerose palle pericolosissime sulle quali Svedkauskas è costretto a superarsi. Quando neanche il portiere può nulla, è ancora l’arbitro a fermare Livaja che in una posizione di fuorigioco dubbia insacca quello che sarebbe stato il 2-2. Nonostante 45′ di altissimo livello però finisce 2-1 la partita a Busto Arsizio, e la Roma vince la Supercoppa Italiana.

L’inizio della stagione di questa Primavera è stato salutato da tanti -da troppi- con poco entusiasmo. La colpa di questi ragazzi? Non essere all’altezza dell’eccezionale formazione dello scorso anno, ci dicono. A parte il fatto che questa non sarebbe di per sè nè una colpa nè tantomeno un motivo valido per far mancare tifo ed entusiasimo a dei ragazzi che vestono la più gloriosa delle maglie, comunque, ieri il presunto basso livello di questa formazione proprio non si è visto. Anzi, si sono visti 14 ragazzi forse con qualche limite tecnico da sgrezzare, forsi con molti dubbi tattici da risolvere, ma sicuramente con un cuore e una voglia di vincere infiniti, che gli hanno permesso di dominare letteralmente tutto il secondo tempo in inferiorità numerica e di fare davvero paura alla Roma, rischiando in più occasioni di concretizzare una rimonta che alla fine del primo tempo sembrava pura utopia.
Marko Livaja si è confermato per l’ennesima volta giocatore di categoria superiore ai pari età: nonostante un primo tempo non all’altezza delle sue qualità, infatti, quando ha deciso di rompere gli equilibri ha portato il panico nella difesa della Roma. Fisico, potenza e tecnica al servizio di una testa forse non ancora da professionista vero, ma il suo posto è indubbiamente in prima squadra. Molto bene anche Alfred Duncan, ma uscendo dal giro della prima squadra note molto positive sono arrivate da Donkor, difensore centrale ancora molto indisciplinato ma con doti tecniche e fisiche indiscutibili, Pasa, che nel ruolo di difensore centrale potrebbe trovare la sua nuova dimensione e Benassi, che si conferma punto di riferimento del centrocampo nerazzurro. Bene anche Acampora Garritano anche se meno concreto del solito.
L’impressione è che no, questa squadra probabilmente non è al livello della precedente. Manca forse -e mancherà- in conoscenze tattiche e gioco corale, ma non bisogna dimenticare che quella squadra aveva diversi giocatori al limite di età e oltre mentre questa ha forse proprio tra gli elementi del ’95 -i più piccoli- i suoi giocatori migliori. Resta l’impressione di una squadra con buone individualità e tanto cuore, una squadra che non merita di essere giudicata sulla carta e soprattutto non merita un appoggio condizionato ai risultati che arriveranno o meno.
In pochi mesi a questa età può cambiare tutto, e sotto la guida di Bernazzani questi ragazzi possono diventare grandi come i compagni che li hanno preceduti. La squadra vista ieri nel secondo tempo, onestamente, non è una squadra che può porsi limiti già a settembre.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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