Bauscia Cafè

La mia vita senza l’Inter.

Fino a qualche mese fa questo titolo sarebbe stato preludio di qualcos’altro. “La mia vita senza l’Inter” probabilmente sarebbe stato un titolo che per contrasto voleva essere un ode ai colori, ad una vita in cui anche la notte più nera è stellata e lo sguardo è sempre alto verso l’azzurro del cielo. Un titolo contro il grigiore della quotidianità.

In una quotidianità normale infatti l’Inter era la fuga dalle piccole frustrazioni. Avrei potuto affermare con orgoglio di non immaginare una giornata senza una notizia di mercato o di campo riguardante i nerazzurri.

Oggi invece scrivo questo articolo domandandomi come è possibile provare la più totale indifferenza di fronte a qualsiasi sfumatura dei colori che mi accompagnano da decadi.

Certo, quello del passato era un consumo ossessivo di notizie. Oggi non ci sono notizie. Quelle che escono sono facilmente etichettabili come spazzatura (non molto diversamente dal solito). Senza il campo il calcio muore.

Ma nemmeno immaginare scenari sportivamente distopici e che in altre circostanze mi spezzerebbero il cuore (Lautaro al Barcellona) mi provoca il ben che minimo patimento o emozione. Forse non ho nemmeno fiducia nel fatto che il calcio avrà un avvenire nel medio periodo? Curioso, visto che le federazioni di ogni dove invece vedono possibilità nell’immediato futuro.

Il mondo in questi giorni è in bianco e nero, ha perso i colori e non ci sono nemmeno le quotidiane frustrazioni da cui scappare, così come non c’è alcun luogo in cui evadere.

Posso però affermare che quello scenario che non immaginavo possibile è invece realissimo. Esiste una vita senza Inter. Senza che questo tolga nulla alla mia passione.

Infatti mi commuovo ancora quando vedo (in bassa qualità) il Principe che la insacca dopo aver seminato il panico a Madrid.

P.S.: il prossimo articolo sarà un poco più leggero, lo prometto, non ho nessuna voglia di ammorbarvi ancora su una condizione da cui si dovrebbe, per quello che si può, evadere (solo mentalmente eh!).

 

Tutto bene, non c’è nulla che merita di essere l’unica cosa che conta. Nemmeno l’Inter.

Nic92

Nato dall'incontro tra l'unico tifoso cagliaritano non isolano e una grande tifosa di Batistuta, fortunosamente incontra l'Inter e se ne innamora. Ha in Julio Cesar il suo spirito guida.

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