Bauscia Cafè

Un Sano Fenomeno

C’è una quinta dimensione oltre a quelle che l’uomo già conosce; è senza limiti come l’infinito e senza tempo come l’eternità; è la regione intermedia tra la luce e il fuorigioco, tra la scienza e i DPCM , tra l’oscuro baratro della Serie B e le vette luminose della Champions League: è la regione dell’immaginazione, una regione che potrebbe trovarsi “Ai confini del Bauscia Café”.

È il 20 giugno 1997. Il Presidente dell’Inter, Massimo Moratti, versa per intero la cifra di 48 miliardi di lire (più 3 di indennizzo, come stabilito dalla Fifa) nelle casse del Barcellona, sfruttando la clausola rescissoria del giocatore che cambierà il Mondo del pallone. A Milano arriva Luis Nazario da Lima o più semplicemente Ronaldo, il Fenomeno.

Il Ragazzo, 21 anni, ha già vinto tutto o quasi: coppe nazionali, internazionali, Mondiale. Quando scende in campo gli avversari non sanno come fermarlo, è come vedere il futuro, gioca una roba diversa, una cosa mai vista in Italia o altrove. Balla, scatta, sbuca e sguizza, gira attorno ai giocatori o gli passa attraverso, chi ci capisce qualcosa è bravo, ma non c’è partita  in cui non se ne esca fuori con un colpo di genio che, da solo, vale il prezzo del biglietto. 

Lapresse12-08-1997 Milano , Italia Sport – CalcioL’Internazionale presenta il calciatore brasiliano RonaldoNella foto: Ronaldo

Nel suo primo anno in neroazzurro trova in panchina Gigi Simoni, un signore, uno che capisce da subito cosa si ritrova tra le mani e cerca di coltivarlo nel migliore dei modi. Di gente buona ne abbiamo, giocatori che poi faranno la storia e altri che magari contribuiranno solo a qualche pagina minore, ma poco importa: “il Fenomeno ce l’abbiamo noi, sono €@££¶ tuoi” . Si vince la coppa Uefa, si “perde” il campionato per fattacci che non vogliamo ricordare, Ronnie segna 25 goal (record all’esordio per uno straniero) e si aggiudica il Pallone d’Oro.

Durante la sosta estiva il Brasile arriva secondo al Mondiale, battuto solamente dalla Francia di Zidane. Al suo ritorno in Italia, Ronnie trova un altro fenomeno in squadra, un altro pallone d’oro: Roberto Baggio. I due ci mettono un po’ di tempo a ingranare, Roby è pure avanti con gli anni e ogni tanto qualche acciacco lo tiene ai box. Il buon Zamorano ci mette del suo, aiuta, il giovane Ventola fa quel che può, gli impegni sono tanti in questa stagione e le acque molto agitate. Per motivi vari ed eventuali, sono ben 4 gli allenatori che si alternano durante l’anno portando molta confusione e zero risultati. Il neo capitano saluta tutti a campionato finito e va a vincere con il suo Brasile la Coppa America, oltretutto come capocannoniere: giusto per dire che lui c’è, si svegliassero gli altri.

Detto, fatto. Patron Moratti mette mano al portafoglio e cambia faccia alla squadra. In panchina Lippi, ex Juve. Sempre da Torino arrivano pure Peruzzi e Jugovic. Dal Real prima arriva Panucci e poi Seedorf. In difesa si aggiunge Georgatos, Cordoba, il campione del Mondo Blanc, Di Biagio nel mezzo, Recoba torna dal prestito a Venezia, ma soprattutto arriva Mister 90 miliardi: tanto è costato strapparlo alla Lazio per formare la coppia d’attacco (forse) più forte d’Europa. Christian Bobo Vieri. 

Ed in effetti i due fanno faville! Ci impiegano poco a trovare le misure e quando sono in campo insieme le difese avversarie vanno in tilt. Giornata dopo giornata, tutti gli avversari cominciano a fare le barricate ed è sempre più difficile trovare un lampo di genio per aprire dei varchi. Ci sarebbe sempre quel piccolo fenomeno da Caldogno, ma non va molto d’accordo con il mister, e non è il solo. Per mantenere gli equilibri tra coppe e campionato, la famosa coppia d’oro non viene sfruttata al massimo ed in due stagioni gli unici trofei in bacheca sono una Coppa Italia ed una Supercoppa, troppo poco. Questo ed un rapporto tempestoso con giocatori e tifosi portano all’esonero di Lippi ed ad una nuova rivoluzione.

 2001 – El Hombre Vertical Cuper arriva e manda via mezza squadra. Molti giocatori, forse meno prestigiosi, arrivano. Ronaldo è al meglio, Recoba altalenante, Vieri acciaccato ma quando non ce la fa, Kallon e Ventola supportano al meglio la squadra. È una stagione fantastica, la squadra vince agevolmente in Campionato e si impone 3-2 in finale di Coppa Uefa contro il Borussia Dortmund. Ronaldo segna una doppietta in quella occasione, incoronandosi capocannoniere. In Serie A invece si ferma a 23 goal, uno in più del compagno di reparto Vieri ma 1 in meno dei capocannonieri Hubner e Trezeguet.

Ma poco importa, ormai la macchina da goal è partita e chi la ferma più! Nella stagione successiva i due si ripetono con prestazioni sublimi. Vieri sarà capocannoniere con 24 goal, Ronnie sarà fermo a 20 ma ai due si è aggiunto un certo Hernan Crespo che sembra essersi preso il compito di far avanzare la squadra in Champions League. Ed è così che arriva la doppietta Serie A- CL, entrambe tolte ai nemici bianconeri con grandissima soddisfazione. 

Ronaldo durante l’estate vincerà pure i Mondiali Nippo-coreani e, di conseguenza, mesi dopo, il secondo pallone d’oro personale. Ormai ha vinto tutto pure qui, ora di cambiare aria. Finiti i Mondiali Luiz Nazario chiama il presidente Moratti, lo ringrazia di tutto, fra le lacrime gli confessa che sarà difficile trovare un’altra famiglia come quella neroazzurra ma che è arrivato il momento di nuove sfide. Accetterà l’offerta dei Galacticos di Madrid. A Milano arriverà un altro brasiliano, di ritorno da un prestito, un ragazzotto dai pieni buoni e dalla potenza inaudita, un certo Adriano. Se tutto va bene, potremo continuare a gioire…

Piccola nota per i lettori: so che molti di voi detesteranno questa piccola distopia, per molti motivi. In primis, molti non accetteranno mai il Ronaldo milanista. Io non solo l’ho perdonato, non mi ha nemmeno mai disturbato. Quel Ronaldo non era più il Fenomeno, era un altro giocatore, un’altra cosa. Il Fenomeno è esistito solo da noi, solo per un anno. Il Fenomeno ha fatto innamorare me e molti altri ad un gioco che non esiste più. ha mostrato per la prima volta che il sistema era malato e corrotto, che quello era l’unico modo per fermalo. Ho pianto per i suoi infortuni, l’urlo dell’Olimpico mi perseguita ancora oggi. Le gioie, le lacrime, le emozioni provate in quei mesi…avrei voluto una sorte migliore per lui come persona/giocatore e di conseguenza per noi tifosi interisti. Avrei voluto succedesse quello che ho scritto qui, quel che spero sia successo in qualche altra realtà parallela.

Zorro

Parlo. Troppo.

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