Bauscia Cafè

Lassame canta’ ‘sto stornelletto

Molti di voi avranno sicuramente notato come ieri sera, sulla prima rete televisiva nazionale, sia iniziata la 71ᵃ edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Un’edizione molto particolare in quanto per la prima volta nella sua storia, l’evento si svolge senza pubblico a causa della pandemia di COVID-19. Arrivati a questo punto vi starete chiedendo come questa cosa possa avere a che fare con un blog che parla di calcio, ma vi assicuro che l’argomento è abbastanza calzante.

Gli spettatori più attenti, con gli occhi sempre vigili a controllare ogni piccolo movimento presente sul palco dell’Ariston, avranno sicuramente notato che oltre a Amadeus e Fiorello, alla splendida Matilda De Angelis e all’istrionico Achille Lauro con i suoi quadri audiovisivi, era presente pure Zlatan Ibrahimović in qualità di ospite fisso della manifestazione. La presenza dello svedese ha smosso i nostri pensieri e le nostre coscienze a tal punto da porci profonde riflessioni davanti allo specchio, che sono culminate in un unico e grande quesito:

Cosa accadrebbe se il capocannoniere e leader dell’Inter si assentasse per una settimana dagli allenamenti (con tanto di infortunio posticcio per “giustificare” il tutto) per andare ad affiancare Amadeus e Fiorello nella conduzione di Sanremo, in piena lotta Scudetto?

La risposta a questa domanda, che abbiamo posto ai nostri follower anche su Facebook e Twitter, arriva direttamente da un simpatico tifoso milanista (e qui viene il capolavoro signori) che da buon soldato in appoggio del suo Dio ha voluto rispondere in prima persona. Peccato sia così stupido che, pur avendo la risposta sotto il naso, non la capisce nemmeno se gliela spiegano. Parliamo chiaramente di un intellettuale.

Come si può notare lo stesso giornale che al tempo parlò di giusto imbarazzo da parte della società per un viaggio non autorizzato -seppure in un giorno libero del calciatore- in questi ultimi giorni ha voluto tenerci informati con minuziosi dettagli sull’intera settimana in Riviera di Ibrahimović. Se per una parte si è parlato di blitz, malumori e imbarazzo, per l’altra si è voluto informare il lettore, con tanto di schema riepilogativo, delle varie sedute di allenamento individuali e di gruppo, delle serate in cui sarebbe salito sul palco, dei vari mezzi di locomozione per effettuare gli spostamenti e il chilometraggio totale di quest’ultimi. Un vero e proprio servizio pubblico a 360° per il fedele lettore.

Per un viaggio tutto sommato innocente per assistere ad una finale di Copa Libertadores sono piovute le critiche, per un’intera settimana in Riviera sono partiti i peana. Senza stare a sottolineare quanto possa essere allucinante che una squadra in piena lotta Scudetto mandi il suo giocatore più importante per cinque giorni di fila a Sanremo, facendolo allenare da solo e in più con un turno infrasettimanale di mezzo. Allucinante!

Se dei vari metri di narrazione e giudizio da parte della stampa non dovremmo ormai più stupirci, quello che personalmente ha lasciato a bocca aperta è stata la reazione di una buona parte del tifo interista, quando mesi fa è stata ufficializzata la partecipazione dello svedese.

Subito è partito un vero e proprio tam-tam di commenti del tenore “ha fatto più Amadeus per l’Inter che Zhang” o “Amadeus è più interista di tutti i poveracci cinesi” e via discorrendo. Non si è voluto far notare come questa partecipazione fosse sbagliata, magari immaginandola con un proprio giocatore come protagonista, no: si è voluto sottolineare il disprezzo per la propria società asserendo che un semplice tifoso può fare molto più di loro. Il tutto nascondendosi, presumibilmente, dietro ad un’ironia spicciola perché non si ha nemmeno il coraggio di metterci la faccia fino in fondo nelle proprie affermazioni.

E lo stesso comportamento da codardi lo si è notato in questi mesi anche nella questione stipendi arretrati. Da quando è uscita la notizia dell’accordo raggiunto tra società e giocatori per i pagamenti posticipati buona parte del tifo interista, quello che si presume dovrebbe stare vicino a questi colori a difenderli e non attaccarli, non ha perso occasione per vomitare odio verso una proprietà che non ha mai supportato e sopportato.

Perché diciamocelo chiaramente e senza giri di parole: l’unico tratto denominatore di questi continui attacchi è lo spirito razzista che scorre in loro.

Tifosi per cui sarebbe meglio partecipare al campionato di Serie D con una bella società tutta italiana, milanese preferibilmente, guidata dal presidente Brambilla Fumagalli. Perché va bene chiamarsi Internazionale ed essere fratelli del mondo, ma già se venite da Cesano Maderno non siete i benvenuti, figuriamoci se siete degli sporchi musi gialli. Gli stessi musi gialli che stanno lavorando da oltre un anno a un progetto di marketing, basato sui valori storici dell’Inter, che ha l’obiettivo di avvicinare e coinvolgere i suoi milioni di tifosi e rafforzare ulteriormente il legame con la città di MilanoChissà come li farà soffrire questa cosa, che proprio la proprietà geograficamente più lontana da Milano sia stata al tempo stesso la prima in assoluto a volere rafforzare il legame tra la città e l’Inter.

Adesso scusate ma torno scrivere su Cinghiale Cafè e a seguire la squadra della mia città, perché per i sopracitati tifosi se non si è di Milano non solo non si può essere proprietari ma nemmeno tifare Inter. Si sa, il tifo è un diritto di nascita.

Potete notare il sottoscritto, Grappa, NicolinoBerti e Julione94 durante la prima riunione per il nuovo blog

P.S. è notizia fresca di ieri che la terribile Crisi Inter che ci porterà sull’orlo del fallimento è…un mese di stipendi arretrati. Ma non fatelo sapere al gruppo di tifosi di cui vi ho parlato, lasciateli continuare a vivere nel mondo in cui i cinesi sono sporchi, brutti e cattivi.

Braffo

Sono il Chief Games Officer di Bauscia Café. Metà stronzo, metà testa di cazzo.

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