Bauscia Cafè

La differenza tra noi e loro

La partita contro la Juventus non è mai una partita come le altre per noi interisti. Oltre ai motivi sportivi che hanno contraddistinto la storica rivalità all’interno del rettangolo di gioco ci sono infatti molti motivi che la rendono molto più di una partita: è uno scontro tra culture diverse, tra stili di vita diversi, tra filosofie sportive diverse. Si può dire tra approcci di vita diversi.

Ecco 25 motivi, legati a fatti ed eventi reali, che lo dimostrano:

1) Noi non siamo mai stati in B. Loro sì.

2) Noi non ci vantiamo di avere due scudetti in più di quelli stabiliti dalla Lega Calcio e dalla giustizia sportiva (né tantomeno li mostriamo nel nostro stadio). Loro sì.

3) Noi non abbiamo né abbiamo mai avuto dirigenti condannati in primo e secondo grado e prescritti in Cassazione per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Loro sì (Moggi e Giraudo in Calciopoli).

4) Noi non abbiamo mai regalato schede svizzere ad arbitri e designatori per non essere intercettati (né abbiamo mai patteggiato 300 mila euro compensativi da donare alla Figc). Loro sì.

5) Noi non abbiamo mai avuto dirigenti condannati in primo e secondo grado e poi prescritti in Cassazione per violenza privata. Loro sì (Moggi nel processo Gea World).

6) Noi non abbiamo mai avuto dirigenti radiati a vita da qualsiasi ruolo in Figc. Loro sì (vedi sentenze su Moggi della giustizia sportiva e quella del Consiglio di Stato nel 2018).

7) Noi non abbiamo mai avuto dirigenti sportivi né responsabili dello staff medico condannati in primo grado e prescritti in Cassazione per reato di doping e frode sportiva. Loro sì (Giraudo e Agricola).

8) Noi non abbiamo mai “attuato un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci”. Loro sì (Cassazione del 29 maggio 2007).

9) Noi non abbiamo mai assunto dirigenti che in precedenti esperienze ingaggiavano prostitute per gli arbitri. Loro sì (Moggi prima di Aek Atene  – Torino stagione 1991-1992).

10) Noi non abbiamo mai pressato conduttori e commentatori tv per far taroccare le moviole e nascondere gli errori degli arbitri amici. Loro sì.

11) Noi non abbiamo mai festeggiato davanti a 39 morti una Coppa vinta. Loro sì.

12) Noi non gridiamo merda al portiere avversario ogni volta che rinvia da fondo campo. Loro sì.

13) Noi non chiudiamo gli arbitri negli spogliatoi. Loro sì (vedi Paparesta allo stadio Granillo, come rilevato da Moggi in un’intercettazione telefonica del tempo).

14) Noi non abbiamo mai fatto battute irrispettose sul loro Presidente. Loro sì (“La capitale indonesiana ribattezzata oggi 15 ottobre…non più Jakarta ma Jakartone” Agnelli su Facebook nel 15 ottobre 2013).

15) Noi non abbiamo mai avuto capitani con l’insana passione per le scommesse. Loro sì (Buffon).

16) Noi non abbiamo un’area di 25 metri. Loro sì (cit. Mourinho).

17) Noi non abbiamo mai perso 7 finali di Champions. Loro sì.

18) Noi non abbiamo un presidente che è stato inibito per un anno per i rapporti troppo stretti con gli ultras a cui vendeva in via preferenziale i biglietti. Loro sì (Andrea Agnelli).

19) Noi non abbiamo una proprietà che stabilisce la sede fiscale all’estero per versare meno tasse. Loro sì.

20) Noi non lasciamo lo stadio semi vuoto nei turni infrasettimanali di Campionato. Loro sì.

21) Noi non accerchiamo l’arbitro o gli urliamo in faccia ogni volta che ci fischiano contro. Loro sì.

22) Noi non andiamo negli stadi altrui devastandoli e insultando il 99% delle tifoserie avversarie. Loro sì.

23) Noi non siamo mai stati coinvolti nello scandalo Totonero. Loro sì.

24) Noi non vinciamo gli scudetti per palesi “errori” arbitrali. Loro sì (1980-1981, 1997-1998, 2001-2002, 2011-2012, 2017-2018, per citare solo gli ultimi).

25) Noi non siamo mai stati accusati di aver organizzato un esame farsa di italiano a un giocatore per fargli avere la cittadinanza italiana. Loro sì.

Se ne potrebbero trovare molti altri ma questi 25 motivi bastano e avanzano per capire perché Peppino Prisco diceva: “Quando stringo la mano a un milanista me la lavo, quando stringo la mano a uno juventino mi conto le dita.”

Dopo due partite giocate bene contro spazi più ampi, torniamo a giocare contro la nostra nemesi attuale: la squadra a specchio. Cosa proporremo (proporremo qualcosa)? Twittalo
La Banda Bassotti continua a sognare

Julione94

Toscano emigrato a Roma, già a 3 anni girava con la maglietta di Ronaldo il Fenomeno. Con un nome e cognome così simile al portierone dell’Inter di Herrera la passione per i numeri 1 era inevitabile. Pessimista esistenzialista, ancor di più dopo aver visto una tripletta di Ekdal in 15 minuti a San Siro.

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