Bauscia Cafè

Il Triplete di Mazzarri

C’è una quinta dimensione oltre a quelle che l’uomo già conosce; è senza limiti come l’infinito e senza tempo come l’eternità; è la regione intermedia tra la luce e il fuorigioco, tra la scienza e i DPCM , tra l’oscuro baratro della Serie B e le vette luminose della Champions League: è la regione dell’immaginazione, una regione che potrebbe trovarsi “Ai confini del Bauscia Café”.

Stagione 2013/14

Dopo l’inaspettato addio di Stramaccioni, destinazione PSG, Moratti si è trovato ancora una volta nella difficile situazione di cominciare un nuovo ciclo da zero. Che fosse difficile trattenere il giovane allenatore promosso dalla primavera si sapeva già da tempo: non solo è riuscito a salvare una stagione partita non benissimo, ma grazie alla vittoria contro la Lazio nella finale di Coppa Italia, Strama regala l’accesso all’Europa League ai nerazzurri.

Il presidente ha le idee chiare, per battere la Juve porterà in squadra l’allenatore che più si è avvicinato all’impresa negli ultimi anni. Un vero leader, un tattico machiavellico, camaleontico, dalle mille formazioni e anche bello da vedere per le casalinghe di Voghera: la panchina sarà affidata a Walter Mazzarri.

Come tutti i suoi predecessori Post-Mou, Walter sente immediatamente la pressione dell’ambiente interista, ma invece di attaccare manifesti in giro per gli spogliatoi della Pinetina o cercare di farsi comprare millemila giocatori durante il calciomercato, il Livornese decide di sedersi al tavolo con i veterani del Triplete, Zanetti, Cambiasso, Chivu, Stankovic, Milito, Samuel e fare un patto, una specie di Last Dance, un “Ultimo Tango”.

Da qui inizierà una stagione fantastica, culminata con tre fatidiche date:

3 Maggio 2014 – Finale di Coppa Italia: Inter-Napoli 4-3

Partita rocambolesca che vede la squadra del Mago Mazzarri scontrarsi contro il suo recente passato. E’ un’incredibile rovesciata del solito Belfodil sullo scadere a regalare la prima gioia ai tifosi interisti.

14 Maggio 2014 – Finale di Europa League: Inter-Benfica 0-0 (4-2 ai rigori)

Finale molto tattica, i due tecnici si sfidano ad una partita a scacchi per 90 minuti, poi si comincia a giocare per un pareggio e conservare le energie per l’ultima fondamentale sfida di campionato. Solo la freddezza dei nostri ai calci di rigori porterà a sollevare la coppa in casa dei nemici di sempre, nel nuovissimo Juventus Stadium di Torino.

18 Maggio 2014 – Ultima di Campionato: Chievo-Inter 1-2

L’apoteosi di una stagione fantastica. Come sempre, l’Inter va in vantaggio. Risponde a distanza la Juventus, ad un solo punto di distacco in classifica dai milanesi, con il vantaggio sul Cagliari. La stanchezza dovuta ai 120′ della finale europea si comincia a far sentire e su calcio d’angolo il Chievo pareggia al 60′. La Juve straborda e i tifosi vanno in estasi per un possibile nuovo “5 Maggio”. Ma su un altro calcio d’angolo è Andreolli a trovare l’incornata giusta e regalare questo secondo (mini) triplete agli interisti.

Il tango è così: bellissimo ma alla fine ti ammazza.

Mantenuta la promessa, tutti i nostri eroi del primo Triplete giustamente decidono di ritirarsi e le loro gesta entreranno di diritto nei libri di storia e nei cuori neroazzurri.

Il Mister vorrebbe continuare, ma subito dopo la partita con il Chievo rilascia queste dichiarazioni:

Che giornata meravigliosa, ha anche iniziato a piovere! Quest’anno serviva a raccogliere dati, era un nuovo progetto e la squadra soffriva dei retaggi del passato. I miei schemi sono un po’ particolari, i ragazzi li stanno ancora assimilando, per dire. Eppure abbiamo vinto. Non ne sono sorpreso, Ho salvato la Reggina partendo da -11 e in proporzione ho vinto più di Mourinho. Voglio ringraziare i tifosi, Ovunque sia andato i tifosi mi hanno sempre sostenuto, a Milano mi fanno i complimenti per strada…cosa dici? Se resto il prossimo anno? Guarda, non ho il tempo per rispondere a questo o quello, dico solo che nella mia carriera non sono mai stato esonerato.

E’ l’inizio della fine: in realtà Walter salirà in un pullman diretto a Barcellona, dove prenderà il posto di Gerardo Martino alla guida dei catalani. Con lui si trasferiranno anche due pedine fondamentali di questo Triplete: Hugo Campagnaro, definito dagli esperti “il nuovo Samuel” ed ovviamente Ricky “Maravilla” Alvarez, ritenuto da tutti l’erede naturale di un certo Messi.

Ma lo smembramento di questa macchina perfetta non finisce di certo qui: tutte le più grandi d’Europa cercano di accaparrarsi i gioielli più pregiati, soprattutto sapendo che ormai Moratti è sazio e venderà la società durante l’estate. Allora ecco il Bayern Monaco puntare tutto sul Divino Jonathan Moreira, ormai sulla scia di Maicon per diventare il prototipo del terzino destro moderno. L’altra fascia vedrà l’addio del Samurai Nagatomo, promesso al Manchester United per una cifra ragguardevole. Qui troverà il compagno di squadra Kuzmanovic, alla quale Luis Van Gaal ha già promesso le chiavi del centrocampo. Restando in Inghilterra, Arsene Wenger ha sempre avuto l’occhio lungo per i giovani talentuosi ed infatti non si è lasciato scappare la promessa brasiliana Wallace “Texas Ranger” ma soprattutto la vera rivelazione del campionato, Ruben Botta, autore della mitica “tripletta del Mestalla”. Il Chelsea si dovrà “accontentare” del miglior difensore della Serie A, Alvaro “El Palito” Pereira, strappato alla concorrenza per oltre 55 milioni di Euro.

Infine, il vero colpo del mercato lo farà il Real Madrid, aggiudicandosi ben 3 giocatori fondamentali per l’annata interista: McDonald Mariga, diga invalicabile di centrocampo che ha assorbito l’intelligenza tattica del mister e diretto la squadra da vero leader silenzioso; Saphir Taider, l’estro, la fantasia, l’uomo ovunque, l’uomo in più, ed infine Ishak “Belfagoool” Belfodil, il primo trionfo del miglior dirigente sportivo del campionato, Piero Ausilio. Dopo le scintille fatte a Parma, è esploso a Milano segnando settimana dopo settimana, letale, destro, sinistro, di testa, di rovesciata, addirittura un gol di spalla contro il Livorno nel girone d’andata. Il nuovo Ibra non poteva di certo rifiutare la chiamata dei Galacticos.

Nonostante ciò, la squadra milanese riuscirà a mantenere altri grandi promesse su cui fondare il prossimo ciclo, anche grazie ai molti soldi portati dalle cessioni. Il prossimo allenatore potrà contare su Andreolli, Ranocchia, Juan Jesus e D’Ambrosio in difesa, Kovacic, Guarin, Mudingayi ed Hernanes in mezzo e la coppia argentina Palacio ed Icardi in attacco.

Insomma, il futuro interista è roseo!

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Zorro

Parlo. Troppo.

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