Bauscia Cafè

Conte e il microfono

Partiamo da un concetto che forse non ho mai espresso in maniera chiara e inequivocabile: Antonio Conte è, per me, lo scudo umano di Ceccarini.
Il capitano della squadra più schifosa e bastarda della nostra epoca, un giocatore che incarnava perfettamente quei valori lì.
Nella mia testa lui è ancora quello che balbetta impaurito davanti a Guariniello

Ma non fraintendetemi, amo l’Inter più di quanto possa disprezzare il personaggio Antonio Conte.
Reputo Conte uno dei migliori allenatori sulla piazza e ho accettato serenamente il suo arrivo al posto di Spalletti, semplicemente perché era la sviluppo naturale della vicenda, dopo una seconda qualificazione consecutiva in CL, c’era bisogno di uno scatto in avanti.

Io non sono contro Antonio Conte, non sto con lui, sto con l’Inter e non ho bisogno di costruirmi realtà parallele per accettare la sua presenza.

Di certo non perdo tempo in crociate senza senso.

Fatte le doverose premesse, andiamo al sodo, parliamo di ieri.
Sarò breve e sconclusionato, come tradizione.

Era il caso?
No dico, era il caso?
Dipende.
Se vuoi far vedere quanto tu sia stato bravo a centrare l’obiettivo seppur circondato da incapaci, allora sì, fai bene a fare certe dichiarazioni.
Se vuoi mettere il tuo cappello sulla vittoria, è una mossa sicuramente azzeccata. Se vuoi bluffare, sovradimensionando esageratamente il risultato ottenuto, è una mossa comunicativa basilare ma estremamente funzionale al tuo obiettivo.
Se per te la stagione è finita, a tre giorni dalla Europa League, puoi agevolmente avventurarti su questo sentiero.

Personalmente, no. Non era il caso. Ovviamente.
Hai appena battuto l’Atalanta con un’ottima prestazione, sei arrivato secondo a 82 punti e sei ancora in corsa per una coppa europea; i motivi per sparare ad alzo zero sulla tua società, ammesso che ci siano, potevano aspettare.
Solo Conte e i dirigenti sanno realmente come funziona il mondo Inter dall’interno, perché non parlarne nelle segrete stanze? Lì per quanto mi riguarda potrebbe pure spaccare le sedie in testa a chi gli sta sui maroni.

Invece Conte ha preferito parlare come se fosse un corpo estraneo. Come se non sapesse delle difficoltà alle quali andava incontro firmando per noi, troppo comodo così, Antò. Usare espressioni come “salire sul carro” inasprisce un ambiente già difficile, abbassa il livello comunicativo, espone a giudizi frettolosi e sommari gente che magari non c’entra nulla.
Avesse fatto i nomi….vuoi fare il fenomeno, beh fallo fino in fondo, campione.

Ha scelto di mancare di rispetto ad una proprietà che su di lui si è esposta, portandolo alla Pinetina, ben conscia che poteva essere accolto in ben altro modo. Si è esposta economicamente, offrendogli un contratto di tutto rispetto e cercando di accontentarlo in sede di mercato. Parere mio ha anche agevolato il suo inserimento all’Inter mettendolo in condizione di non ricevere domande sconvenienti da parte dei media, che un paio d’anni fa ci sarebbero state, ricordatevi della conferenza stampa di presentazione.
Si è esposto Marotta, per lui, suo primo sponsor.

Accusare la società di debolezza e incapacità di difendersi (anche) dai media, facendolo con un microfono (del presunto nemico) di fronte…insomma mi sembra quantomeno una strategia rivedibile. Usare gli stessi mezzi di cui si lamenta, facendolo da tesserato e dipendente.
Un bel modo per compattare l’ambiente e dare l’esempio. Chapeu.

Un discorso come quello di ieri sottende un vizio antico: che per vincere, devi vincere soprattutto fuori dal campo.
Quel che è certo è che all’Inter non troverà mai un sistema di potere strutturato e orientato alla protezione, come alla Juventus.
Questo lo sapeva, quando ha firmato. Così come sapeva che il compito sarebbe stato impegnativo e che un solo anno non sarebbe bastato. Che per arrivare a certi obiettivi ci vuole tempo e che -per forza di cose- avremmo fatto scalo in queste stazioni intermedie.

Ma c’è un cambiamento in atto nella nostra società, questo mi sembra palese ed è pretestuoso non riconoscerlo.
Sono stati allontanati giocatori importanti, sono state intraprese azioni disciplinari esemplari.
Cose che nell’era Moratti ci sognavamo. C’è un progetto economico e tecnico.
A che serve forzare la mano, oggi?

Potrei ricordare male, ma se non sbaglio quest’anno è stato negato qualche accredito alla stampa, per difendere l’ambiente.
E ancora, potrei sbagliare, ma Zhang Jr (“che sta in Cina…”) non ha dato del pagliaccio al Presidente di Lega?
Marotta è mica lo stesso Marotta che si è fatto duramente sentire durante tutte le fasi confuse del lockdown calcistico e non?

E no, non venitemi a dire che queste cose le faceva anche Mourinho: lui sbranava il mondo, per difendere l’Inter.
E Conte non ne ha né lo stile né la capacità. Attacca l’ambiente, difende sé stesso e i suoi uomini…c’è un sacco di storia italiana in questo episodio.
E non è la prima volta in cui attacca duramente la società, successe già dopo Dortmund.

Cosa succederà adesso? Probabilmente niente, ma non so come verrà recepita la cosa dalla proprietà. Dovessero, come alcuni sostengono, prendere delle decisioni forti, indovinate chi ci rimetterà? Esatto, il tifoso.
Cosa mi auguro che accada? Niente, voglio solo andare avanti in Europa League e dimenticarmi del calcio per un po’.
Cambia il mio pensiero su Conte? No.
Il mio giudizio sul campionato? Rosa da secondo posto, risultato raggiunto.
Si poteva mettere già pressione alla Juve? Forse sì, ma è stato una stagione troppo strana per potersi esprimere in maniera netta.
Il voto al nostro campionato? 6,5.

Per concludere, consiglierei a Marotta di far pervenire una foto di Guariniello al mister prima delle interviste più delicate.

Python

Sono il direttore artistico di Bauscia Cafè. Clandestino nella matrioska e astioso quanto basta. Quando parlo di Tango mi riferisco solo al pallone, del mio primo allenamento ricordo solo il rumore dei calci negli stinchi.
Odio Bauscia Cafè.

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