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La truffa del patteggiamento

L’altro ieri, il titolo di Tuttosport lo dava per fatto. E sia Mediaset che Sky mostravano la stessa certezza.
Un noto allenatore che si è sempre dichiarato innocente avrebbe patteggiato la squalifica: tre mesi, agosto compreso.
Dunque la doppia “omessa denuncia” gli costerebbe quanto un paio di multe per divieto di sosta, e potrebbe tornare in panchina giusto in tempo per Juventus-Inter, 4 novembre 2012.
Facile immaginare che nell’occasione la società di casa gli farà fare una parata e gli consegnerà una medaglia al valore, mentre i tifosi potranno dedicargli un affettuoso striscione.
È lo Stile inimitabile di quella società che questo blog non riconosce.
Cominciò Giraudo, che a differenza di Moggi, scelse immediatamente di patteggiare.
Condanna pesante, 3 anni, ma inferiore alla radiazione e a quella che poi avrebbe incassato il compare di Monticiano.
Senza patteggiamento, fosse riconosciuto colpevole, il noto allenatore rischia una squalifica di 18-24 mesi: un campionato e mezzo, forse due.
Il noto allenatore è di solidi principi: si è sempre dichiarato fiducioso di poter dimostrare la completa estraneità ai fatti. Patteggiare potrebbe far pensare che ammetta qualche grammo di colpevolezza. Figuriamoci…
Infatti, pochi giorni fa Tuttosport descriveva con enfasi la “riluttanza da parte del mister all’idea del patteggiamento: non vorrebbe scendere a compromessi, accollarsi un reato che ritiene di non aver commesso. Il tecnico è ferito e arrabbiato, più che deluso e impaurito”.
Ma cos’è il patteggiamento, che oggi, invece, si dà per scontato?
È “l’applicazione della pena su richiesta delle parti” (l’imputato o il pubblico ministero). È un istituto di procedura penale applicabile solo a reati minori, e si configura come uno scambio: garantisce al condannato uno sconto di pena, e nello stesso tempo riduce drasticamente i tempi processuali.
Una società di cui non faccio il nome patteggiò la Serie B nell’estate del 2006, ben sapendo di meritare la Serie C, salvo rimangiarsi ogni ammissione di colpevolezza appena passata la buriana.
Di solito, la richiesta di patteggiamento viene avanzata al Giudice dall’Accusa, dopo aver concordato i termini con la Difesa.
Ieri Tuttosport ha fatto capire che la “riluttanza” è stata elaborata, che il mister si è prontamente convinto a “scendere a compromessi”, che da “ferito e arrabbiato” dovrà recitare la parte di chi si cosparge il capo di cenere. Incredibile a dirsi, il quotidiano torinese fa trapelare che vi sia già un accordo fra Accusa e Difesa per dimezzare la condanna – sei mesi – e trasformarla in una ridicola multa.
Questa è l’Italia: il Paese di Dell’Utri, Moggi e Marchionne. La Patria dell’Azzeccagarbugli.

Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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