C’è un Oceano intero che ci divide dalle rivolte degli Stati Uniti, ma le nostre anime sono vicine. Unite. La nostra non è una posizione politica, non c’è una differenza di idee o di opinioni. C’è solo un fatto, unico, incontrovertibile: siamo tutti uguali. Il colore della nostra pelle, la nostra religione, il nostro sesso, il continente in cui sono nati i nostri genitori: stronzate. Siamo esseri umani. Tutti. Nessuna vita conta più di altre, nessun uomo ha più valore di un altro.
Ancora meno sotto la nostra bandiera.
Per Romelu, Ashley, Kwadwo, Victor, Lucien e per tutti gli altri fratelli del mondo che hanno vestito la nostra maglia. Per tutti i nostri tifosi in ogni parte del mondo. Per George Floyd. Perché Brothers Universally United non è solo uno slogan da rilanciare quando serve.
Perché il mondo è patrimonio di una sola razza: quella umana.