Virgilio è uno della Banda Bagaj. Virgilio ha una bambina di sei anni che si chiama Alice e che insieme a tanti altri bambini porta ogni volta allo stadio. Virgilio domenica sera era a San Siro per il derby, insieme alle amiche, amici e bambini del suo Inter Club. Virgilio adesso rischia di restare cieco da un occhio per il resto dei suoi giorni.
Il fatto
La notizia
Poi, ieri fa la comparsa il seguente comunicato: “(ANSA)- MILANO, 18 FEB – Ha riportato gravi lesioni all’occhio uno dei tifosi interisti feriti negli scontri con gli ultras del Milan all’inizio del derby. Lo ha riferito la Digos di Milano in una conferenza stampa sugli arresti di sette supporter rossoneri. Nel complesso i feriti sono sei, tutti tifosi dell’ Inter non appartenenti a gruppi ultrà. Uno di loro ha subito la frattura del setto nasale. La polizia prosegue l’esame dei filmati delle telecamere per identificare altri partecipanti ai tafferugli”. Imbarazzo generale, misto a silenzi infastiditi. Come a dire: vabbè, succede, se la sono voluta, e adesso non andiamo avanti a menarla con queste storie tra teppisti.
In attesa degli sviluppi, non possiamo non sottolineare qualche aspetto sconcertante e vergognoso dell’intera vicenda.
1) In primis, l’assurdità del fatto in sé: un gruppo di ultras che per quattro strappi al bordo di uno striscione troppo largo decidono di ‘vendicarsi’ attaccando fisicamente un gruppo di tifosi notoriamente pacifici e benemeriti come la Banda Bagaj -tra cui donne, ragazze e bambini-, contravvenendo a ogni codice di curva, di ogni provenienza e colore;
2) Il derby a Milano è vissuto da molti anni in un’atmosfera tranquilla, senza scontri e tafferugli tra le fazioni più estreme del tifo: una ‘non belligeranza’ che ha evitato sin qui tensioni e guai, al contrario di quanto si è visto in altre città (ricordate gli appelli contro la ‘genovesizzazione’ del tifo a Milano?). Fatti come quelli del 15 febbraio possono ingenerare una reazione a catena estremamente pericolosa;
3) Il modo in cui la situazione è stata affrontata dagli steward nel settore blu è stato a dir poco imbarazzante: erano in pochi, spaesati e soprattutto non preparati a fronteggiare casi del genere. Si fa un gran parlare di violenza negli stadi e di modello inglese: bene, che i cosiddetti addetti ai lavori (giornalisti ed ‘esperti’ compresi) vadano a farsi una full immersion in Gran Bretagna a constatare preparazione e reali mansioni di polizia e soprattutto stewards. Ma che ci vadano davvero, ad Upton Park o al Den, senza accompagnatori italiani e possibilmente non tra una visita e l’altra alla sala massaggi più vicina;
4) Il modo in cui i media -e soprattutto le TV- si sono occupati frettolosamente della vicenda è stato scandaloso. Che una persona corra il rischio di non vederci più da un occhio è un particolare irrilevante,da riferire in coda e in cinque secondi di orologio. Una affermazione in diretta TV su tutte: “La colpa è dell’Inter: non si possono spostare i propri abbonati nel settore sottostante la curva del Milan in un derby”. Si rimane talmente esterrefatti da non riuscire a rispondere. Si finisce davvero col tacere dall’imbarazzo, ed è proprio quello che vogliono: il silenzio.
“Non so come reagirei, al pensiero che i miei bambini vedano una scena del genere allo stadio, e che magari la vittima di tutto questo possa essere loro padre. Non riesco davvero a immaginare la mia reazione”. Me lo ha detto un amico stasera. Penso alla piccola Alice e alla paura che ha provato vedendo il suo papà ridotto in quello stato, e non riesco a immaginarlo nemmeno io, che non ho figli. Mentre il pensiero e tutta la nostra solidarietà vanno a Virgilio, resta una nota di fondo molto simile alla beffa, sfogliando i titoli dei giornali di questi ultimi giorni. “La Mano Sullo Scudetto”, “La Porta In Faccia”, “La Mano E’ Pulita”. Una mano in faccia, appunto.
“Cosa resta di un bel derby?”. Resti tu in un letto d’ospedale, con la paura del giorno in cui ti leveranno le bende.
[Glezos Alberganti su La Settimana Sportiva]
[Qui il comunicato ufficiale della Banda Bagaj]
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