Bauscia Cafè

Camp Nou

Immagino l’umore di Benitez davanti alla tv, ieri sera. Il mio era, se possibile, ancora più euforico. Perché – come ho scritto qualche giorno fa – l’Inter deve liberarsi dal fantasma di Mourinho, deve dimostrare a Mou che è lui ad aver sbagliato, andandosene.
Aveva già funzionato perfettamente con Ibra: lui se n’è andato, e l’Inter è nettamente migliorata. Essendo poco furbo, Ibra se n’è andato anche dal Barca, e anche gli azulgrana sono migliorati: se prima giocavano “il calcio del 2015” ora giocano quello del 2020.
La lezione di calcio impartita dal Barcellona di Guardiola – 5 gol, 1 palo, 4-5 occasioni sprecate; 8 ammoniti e un espulso fra le merengues, nemmeno un tiro nello specchio della porta – mi ha sorpreso, perché non credevo che Mou potesse commettere un errore simile. Il 20 e il 28 aprile scorso, ha accuratamente evitato la tattica del fuorigioco contro i migliori palleggiatori del mondo. Soprattutto, all’epoca, poteva disporre di Cambiasso, Sneijder, Stankovic, Zanetti e Thiago Motta, nonché di Lucio e Samuel: calciatori molto più dotati di intelligenza calcistica di quanto non lo siano Marcelo, Pepe, Ramos, Khedira, Ozil, De Maria, Diarra e Xabi Alonso (salvo Carvalho, che ha preso le misure a Messi).
Ieri sera, nessuno del Real aggrediva il portatore di palla avversario, la difesa in linea era un invito a nozze per quei geni del calcio che rispondono ai nomi di Xavi e Iniesta, e per quei velocisti che sono Pedro e Villa. Se Messi non si fosse intestardito in un partita personale (assist a parte), sarebbe finita 8-0.
Finita la festa, Benitez deve assorbirne l’intima lezione: per giocare come il Barca, l’Inter non ha i piedi, ma il nostro centrocampo può avere qualità tattiche impareggiabili, se solo viene messo nella condizione di rifiatare.
Quanto a Mou, ha cercato di mostrare la faccia tranquilla, ma stanotte non ha dormito: ora sa che, con quel centrocampo, a fine stagione finirà a sero tituli.

Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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