Sensibilità (/sen·si·bi·li·tà/, s.f.)

Non sto a sindacare ciò che ha visto l’arbitro. Era sicuramente un’azione dub­bia e un’azione dubbia, al 93esimo, dopo che all’andata c’è stato un rigore secondo me sacrosanto al 95esimo non dato a noi…Tu non puoi veramente ave­re il cinismo di distruggere, infrangere il sogno di una squadra che sul campo ha messo tutto. […]

E tu ti ergi a protagonista non so, per un tuo vezzo, oppure perché non hai una personalità adeguata per calcare il campo di questi palcoscenici. Ma aldilà della personalità, io penso che un essere umano non può fischiare e decretare l’uscita di scena di una squadra dopo una partita simile con un episodio dubbio. Vuol dire che al posto del cuore non lo so cos’hai, hai…un bidone dell’immondizia.

[partono gli applausi in studio]

E a prescindere da quello, se tu non hai la personalità per arbitrare e per stare da protagonista positivo, te ne stai in tribuna con tua moglie, con i tuoi figli, ti mangi le tue patatine, ti bevi la Sprite la Coca Cola o i fruttini [commento dallo studio: “bravo”] e ti guardi lo spettacolo. Però tu non puoi condizionare un’impresa che era epica, perché? Perché non hai il coraggio, non hai la personalità per stare a certi livelli. […]

Io in quel momento lì avrei potuto dirgli qualsiasi cosa, ma tu devi avere la sensibilità per capire il disastro che stai facendo, e se tu non hai quella sensibilità non puoi scendere in campo. Te ne stai in tribuna, a mangiare le patatine. [secondo “bravo” dallo studio]

A prescindere dall’assistente di porta, del diciottesimo uomo che sta sulle tribune, lì è una questione di sensibilità, che deve albergare in ogni uomo. Lì non è una questione di aver visto, di non aver visto…deve aver visto innanzitutto la partita di andata, e poi al ritorno, su una cosa simile, magari sei un po’ più sereno e riesci ad arbitrare e a fischiare le cose eque. […]

Come ho detto prima è una questione veramente di sensibilità, cioè, vuol dire che tu non sai dove sei, non sai che squadre si stanno affrontando, non sai che giocatori ci sono.
Cioè, non sai veramente un cazzo! [risate, applauso collettivo]