Bauscia Cafè

Un amaro rinnovo

Proprio nei giorni in cui mi ritrovo alle prese con il dubbio amletico del rinnovo dell’abbonamento per la prossima stagione, situazione che ahinoi si ripete ogni anno da sei anni a questa parte, ecco arrivare l’ennesima figura da cioccolatai a minare la mia volontà di concedere ancora fiducia a questa squadra.
Fino a qualche giorno fa ero pronto a scrivere questo post giocando sulla differenza tra fiducia e fede; là dove la prima può venire a mancare, la seconda rimane comunque immutata, anche nei momenti più bui. Mi ero rifiutato di fare l’abbonamento negli anni di Mazzarri, che avevo accolto con palese disgusto, pur augurandogli di smentirmi per il bene dell’Inter. Avevo ricominciato con il ritorno di Mancini, per quanto scettico sui risultati che sarebbero potuti arrivare da una minestra riscaldata. Ho continuato con De Boer perché…beh perché avevo rinnovato a maggio dello scorso anno e c’era ancora Mancio saldamente (?) sulla panchina.
Ho sperato nell’olandese, anche se ho capito fin dall’estemporanea vittoria con la giuve che il suo gioco non lo avrebbe portato lontano nel nostro campionato. Mi sono vergognato del modo in cui è maturato il suo esonero, come ricorderanno i più attenti o quantomeno quelli senza pregiudizi.
Oggi accolgo l’esonero di Pioli ad appena tre giornate dalla fine con amara rassegnazione: un altro tecnico macinato senza pietà dall’Inter, o meglio dall’ambiente Inter che pur con il cambiare delle proprietà rimane sempre il solito schiacciasassi. Cosa che dovrebbe quantomeno dar da pensare, non certo i tifosi ma quanti ci mettono i soldi.
Intendiamoci, la posizione di Pioli era diventata insostenibile: passato così rapidamente dalle stelle alle stalle da non poter nemmeno razionalizzare le cause di un tracollo di simile entità. Arrendevole e in confusione almeno quanto i giocatori che avrebbero dovuto seguire i suoi dettami, non sarebbe di sicuro rimasto sulla panchina dell’Inter la prossima stagione. C’è chi dice che non ci sarebbe rimasto nemmeno in caso di terzo posto, perché la proprietà cinese vuole un nome al top della categoria, ma di certo non ha giovato il circolare prematuro di certe voci che di certo in altre società non si sarebbero sentite se non a cose fatte.
Qualche mese fa avevo scritto che Frank De Boer era una brava persona in un ambiente infame e avevo paragonato il suo esonero a quello di Gigi Simoni. Oggi mi ritrovo a farlo per Stefano Pioli, che per molti sarà stato anche meno convincente di quanto De Boer sia stato per me, ma che viene comunque trattato in modo infame: un esonero a tre giornate dalla fine con ben poco rimasto da salvare mentre i veri responsabili restano come sempre impuniti.
Dicono che sia stato Mr. Zhang in persona a prendere la decisione, se è così lo biasimo, come biasimai Moratti all’epoca. Ok Moratti lo biasimo ancora oggi, ma questa è un’altra storia…
Conoscendo un po’ la mentalità cinese posso arrivare a capire cosa lo abbia portato a fare questo passo dopo l’ennesima brutta figura e per di più con Pioli che pareva aver tirato anche lui i remi in barca, rassegnato a un fine di stagione indegno. Stavo per scrivere indegno dell’Inter, ma se siamo onesti con noi stessi dobbiamo ammettere che negli ultimi venti anni abbiamo visto anche di peggio.
Arrivati a questo punto gradirei che Zhang completasse l’opera però. È consuetudine che all’arrivo di una nuova proprietà o di un nuovo AD, nelle grandi società si faccia pulizia ai vertici dirigenziali, anche solo per tracciare il nuovo corso con uomini di propria fiducia, spesso a prescindere dai risultati più o meno buoni ottenuti dai dirigenti precedenti. Questo all’Inter non è successo, quantomeno non a livello di direzione sportiva e in tutta sincerità la cosa mi risulta incomprensibile, dopo anni di ripetute castronerie e pacchi clamorosi recuperati sul mercato e a fronte di piazzamenti a dir poco deprimenti, per usare un eufemismo. Cosa ancora più vera nel momento in cui si esonera Pioli a tre giornate dalla fine, visto che questo allenatore è stato portato dall’attuale dirigenza sportiva, Ausilio e l’evanescente Zanetti, che per di più avevano praticamente buttato a mare Frank De Boer, reo di essere stato scelto dalla proprietà uscente (altra cosa che non si è mai vista prima in questa galassia). Se poi pensiamo che questi signori sono una emanazione dell’era Moratti si capisce bene come mai i risultati perfetta continuità nonostante due cambi di proprietà.
Ammettiamo che i cinesi non abbiano grandi competenze calcistiche, ma se veramente hanno fatto un investimento di centinaia di milioni di euro senza avere delle idee chiare su chi dovesse essere il loro uomo di fiducia all’interno della società, direi che il nostro destino è segnato: più le cose cambiano più restano le stesse.
Ora c’è Sabatini, nuovo coordinatore tecnico di tutte le squadre di Suning, ma non si sa quale sarà la sua influenza sull’Inter visto che il contratto ad Ausilio è stato rinnovato DOPO il funesto derby di ritorno. Voglio solo sperare che almeno questa volta si abbiano le idee chiare sull’allenatore che sostituirà Pioli già a fine campionato e che non si faccia un mercato a prescindere dalle idee del suddetto. Un’ingiustificata voglia di vedere il bicchiere mezzo pieno potrebbe portarmi a interpretare questo strappo dell’esonero improvviso del tecnico, a solo tre giornate dalla fine del campionato, come un segnale ai tre porcellini: Ausilio, Zanetti e Gardini, su chi sia a comandare all’Inter e che le pacchia sia finita. Speranza stiracchiata, perché i precedenti suggeriscono scenari ben diversi.
In tutto questo casino due paroline anche su noi tifosi, sempre pronti alla critica preventiva e al fischio facile dai comodi (vabbeh) seggiolini di San Siro: Benitez era troppo grasso, Leonardo troppo milanista, Gasperini troppo giuventino, Ranieri troppo vecchio, Stramaccioni troppo giovane, Mazzarri troppo ignorante, Mancini troppo fighetto, De Boer troppo internazionale, Pioli troppo provinciale. In questo gioco credo che nessuno di noi sia innocente. Per quanto mi riguarda ho mal sopportato Benitez e sicuramente mai tollerato Mazzarri, al punto di non fare l’abbonamento per quei 18 mesi, come già ho scritto prima. Mi cospargo il capo di cenere e ammetto: sono colpevole come gli altri.
Ora già so che chiunque arrivi qualcuno di noi avrà qualcosa da ridire. Spalletti o Conte, Sabatini o Leonardo, ci sarà sempre qualche ragione di brontolare, se non di ululare dagli spalti contro il “nemico” di turno. Pronti al varco del primo scivolone a dire con malcelata soddisfazione: ve lo avevo detto!
Sentenze e condanne già emesse da noi “tifosi” ancora prima che il reato venga effettivamente commesso. Poi via a scannarsi nei commenti su questo o quel blog perché perdiamo, o perché vinciamo, ma giochiamo male. Metti Gabigol, cazzo. Avanti così.
Un bel quadretto, non c’è che dire. Chi me lo fa fare in questo scenario di rinnovare per un altra stagione? Non stiamo a negarcelo: la fiducia è poca, per non dire nulla, ma perfino un miscredente come me non va al tempio per fiducia razionale.
Ci va per fede. San Siro è il nostro tempio. Neroazzurro la nostra fede.

Fonz77

Milanese per nascita e per convinzione. Interista nel sangue da generazioni da parte di madre, mio padre ne sa talmente di calcio che crede che giochi ancora Mazzola... Sono il cümenda del blog, in carne e spocchia. Apostolo del culto José e sempiternamente vedovo dello Special One.

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