Bauscia Cafè

Fine dei giochi

Alla fine ci sono riusciti.
Non so ancora bene chi, ma ci sono riusciti.
Se i giocatori, la società, chissà quale congiunzione astrale ma è così.
Ci son riusciti, non ne ho più: di parole, voglia, pazienza. (sì ok, forse qualche parola, fra un tetris di blasfemie, c’è…altrimenti non sarei qui a prendermela con questi tasti)
Siamo arrivati a tirare le somme dell’ennesima stagione a fine Ottobre, e su questo blog cercando “ennesima stagione” vien fuori solo una valanga di merda. L’ennesima stagione in cui ce la siamo raccontata, in cui ci ho provato a tenere/cercare un equilibrio. Ebbene, mi sono rotto il cazzo.
Non posso, non riesco e non voglio cercare delle attenuanti.
Non posso, non riesco e non voglio trovare delle attenuanti.
Non posso, non riesco e non voglio dare degli alibi.
Ne abbiamo visto di tutti i colori, e l’esperienza ci insegna che ne vedremo ancora.
Ho visto un allenatore dell’Inter tenere banco per mesi, l’ho visto andare via a un mese dall’inizio del campionato. Ho visto una società scegliere un “allenatore giovane” e farcirlo di belle parole e attenzioni, ho visto l’avvincendarsi di top manager, ho visto e seguito tutto. Per l’ennesima volta ci ho voluto credere.
Ho sentito l’assordante silenzio che fa una società non pervenuta.
Rivedo tutti gli ex allenatori sul volto di De Boer.
Ho visto il fatturato aumentare, ho litigato con chi ci dava per falliti, ho perso il mio tempo, gli ho dedicato passione.
Ho litigato con i miei compagni di fede, ricordo ancora le litigate per Stramaccioni.
Ho litigato con gli anti-manciniani, con i complottisti, con gli impazienti, con tutti.
Adesso è il momento che l’Inter faccia qualcosa per me.
Per le mie notti incazzate, per il veleno, per il fegato.
Per i miei soldi dati a Sky. Per sentire Caressa umiliare la mia squadra con una dirigenza di budini con le sembianze da uomini.
Non ho voglia di pensare a cosa si potrebbe fare, di come si potrebbe risolvere la situazione.
Cara Inter, mai ti lascerò, ma adesso hai rotto i coglioni.
Perché non ho ancora visto Ausilio e Zanetti davanti ai microfoni? Perché domenica erano belli carichi in difesa del “tifoso” e oggi no?
A me, tifoso, irrita più questo di due pagine scritte da un ragazzino.
Come due che litigano ma solo uno torna strisciando: questi sono gli ultimi anni.
Direi che i tempi sono maturi per smetterla.
Ora, cara Inter, irrazionale sentimento della mia vita, fai la tua parte.
Difendi la storia, difendi i tuoi tifosi, proteggi il tuo allenatore, metti spalle al muro chi non sputa sangue e non bacia la terra che ha sotto i piedi.
Con questa squadra e con qualsiasi allenatore, con un briciolo di fame, si arriva in Champions.
Se non c’è fame non c’è corsa e non c’è vittoria.
Le chiacchiere stanno a zero.

Python

Sono il direttore artistico di Bauscia Cafè. Clandestino nella matrioska e astioso quanto basta. Quando parlo di Tango mi riferisco solo al pallone, del mio primo allenamento ricordo solo il rumore dei calci negli stinchi.
Odio Bauscia Cafè.

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