Bauscia Cafè

Interista chiacchierone sogna sotto l'ombrellone (1)

Inauguriamo (o almeno ci proviamo) un nuovo appuntamento ideato per riassumere le notizie salienti del calciominchiato 2016/2017 prendendole come chiunque dovrebbe fare: mai troppo sul serio. Qualora capitaste in spiaggia in Toscana, ricordatevi inoltre di assecondare il tifoso viola di turno avvisandolo che sì, lo scudetto si può fare, se solo il campionato finisse a novembre. Poi offritegli da bere.
Suning, vi raccontiamo tutto. Anzi no.
Notizia della settimana è ovviamente la cessione della nostra Beneamata al gruppo Suning del simpatico Zhang Jindong (o Zang Gindong, o Zahng Gindon, o Zayn Dingdong, o Zan Dlindlon, come scriveranno a turno i quotidiani italiani nei mesi a venire).
Una cessione che, fino a pochi giorni fa, sembrava dovesse cominciare da un misero 20%, salvo diventare l’incipit di un passaggio di proprietà del SETTANTA percento nel giro di poche ore.
Ovviamente gli stessi che sapevano tutto di quel 20% adesso pretendono di essere creduti quando parlano di piani triennali, obiettivi sportivi di Suning, marketing intercontinentale; al tempo stesso l’ingresso dei cinesi fa blaterare economisti italiani del calibro di Marco Tardelli, rapido nel definire il passaggio dell’Inter nelle mani orientali “una svendita, la perdita di un pezzo di storia”.
Thohir nel frattempo continua a fare la figura dello stronzo: un imprenditore che ha rilevato una società gestita in modo delirante e adesso rientra dall’investimento effettuato con una plusvalenza di circa 50/100 milioni deve essere davvero un coglione. Pensate quando debbano esserlo quelli che lo definiscono tale.
La svolta resta epocale, vedremo come si stabilizzeranno le cose e i possibili margini di manovra nell’immediato. L’impressione è che molti si stiano cacando addosso.
Vilhena, che beffa!
Il giochino è quello di sempre: ad inizio giugno si prende il nome di un potenziale prospetto interessante (che il giorno prima nessuno si inculava di pezza e poi improvvisamente vede schierarsi sui social di tutta Italia centinaia di appassionati di Eredivisie pronti a scommettere su di lui), lo si accosta all’Inter, si scrive che è quasi fatta per il colpaccio, manca giusto l’ufficialità, l’accordo tra le parti, la firma di un contratto e che il giocatore venga a saperlo ma davvero, ormai ci siamo e poi, all’improvviso, un fulmine a ciel sereno: il giocatore non avrebbe ancora deciso, c’è un tentennamento, dovrà parlare con il suo agente (come se solitamente i giocatori firmassero di nascosto), ecco che arrivano i russi a soffiarcelo, dannazione ci siamo fatti inchiappettare ancora una volta, Ausilio sei una capra.
Io Vilhena non lo conoscevo né lo conosco, ho chiesto a chi la Eredivisie la segue davvero e il responso è che sia una scommessa da fare, caratteraccio permettendo (il che, con l’allenatore permaloso che ci ritroviamo, non sarebbe un grande inizio); non ho neppure capito in che ruolo potrebbe tornarci utile, l’importante è ricordare che comunque vada sarà Inter beffata.

Il fascino di un Massimo Ranieri orientale, diciamolo.
Il fascino di un Massimo Ranieri orientale, diciamolo.
EpicDoyen
Non è passato inosservato neppure lo scazzo tra Brozovic e Ausilio: il primo pare alla ricerca di un aumento di stipendio, ma è più probabile che abbia un agente terribilmente malato di denaro (quindi perfettamente inquadrato nel suo mestiere) che preme per avere percentuali di guadagno maggiori. Il passaggio alla Doyen non è una bella cosa nell’insieme (cit.), e personalmente mi dispiacerebbe non vedere Marcelo esplodere in nerazzurro come credo potrebbe accadere schierandolo con continuità nel suo ruolo.
Il secondo ha risposto per le rime al giocatore – in realtà al suo procuratore – ribadendo l’esistenza di un triennale che consentirà soltanto all’Inter di decidere l’eventuale destinazione futura del giocatore, alle cifre che l’Inter chiederà: ineccepibile. La vicenda ha di fatto scatenato una possibile asta al rialzo per il croato che potrebbe giovare al futuro della squadra: come sempre il problema non sarà tanto vendere Brozovic, quanto sostituirlo in modo convincente ed efficace. È lì che l’Inter ha fallito troppe volte.
Almiron chi?
Il nome nuovo della settimana è Miguel Almiron, star del Lanus campione d’Argentina. Fa l’esterno di fascia, la mezzala, non sporca e se sporca pulisce e lucida.
Lo hanno benedetto sia Zanetti che Cambiasso, quindi o è forte per davvero o è pronto per l’ingresso in Vaticano.
L’unica cosa che so è che somiglia ad un incrocio tra Francesco Benigno e Recoba, quindi male che vada ce lo ritroveremo comparsa in Gomorra.
Handanovic se ne va. Anzi, resta. Anzi, Müller.
L’altra telenovela del momento è quella che coinvolge il nostro portierone sloveno, amato da tanti e odiato da altrettanti non solo per qualche topica di troppo, quanto per i consueti mal di pancia di fine stagione all’insegna del “voglio la Champions”.
In realtà non c’è neppure l’ombra di offerte reali e convenienti per l’Inter, e quello del portiere mi sembra davvero il problema minore per la squadra che verrà.
Detto questo una possibile operazione con il PSG per salutare l’approdo in nerazzurro di Sirigu mi vedrebbe piuttosto contento, e riusciremmo anche a rendere felice Arrigo Sacchi schierando finalmente un italiano tra i titolari. Certo, ci sarà da spiegargli che Sirigu sia un cognome sardo e non congolese, ma forse basterà il colore della pelle, sempre che il portiere nuorese non ecceda con l’abbronzatura durante questa estate.

NicolinoBerti

Coglione per vocazione, interista per osmosi inversa dal 1988 grazie a un incontro con Andy Brehme. Vorrei reincarnarmi in Walter Samuel, ma ho scelto Nicola Berti per la fig...ura da vero Bauscia.

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