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Gli effetti del Leicester sulla gente

Il Leicester City, come ribadito in queste settimane in ogni angolo del pianeta, ha compiuto un’impresa leggendaria. Se ne sente parlare ovunque: per strada, al bar, alla fermata dell’autobus, dentro l’autobus, dal fruttivendolo, alla lezione di aquagym per signore over 60, dappertutto. La straordinaria affermazione della squadra di Ranieri avrà necessariamente delle ripercussioni sulle prossime stagioni sportive e, anche, su tutti noi. Analizziamone alcune.

  1. La prima conseguenza è, ovviamente, l’uso smodato delle locuzioni “il nuovo Leicester” o “il Leicester x” (dove x = nazionalità/qualifica a caso) ogni volta che qualcuno raggiunge un risultato inizialmente insperato. Ecco quindi che il giovane Verstappen che trionfa al gran premio di Spagna diventa “Il Leicester su quattro ruote”; che l’Islanda protagonista ai prossimi Europei diventa “Il Leicester dei ghiacci”; che mia nonna che impara a usare Skype diventa “il Leicester irpino”.
  2. Già verificatasi e in proliferazione incontrollata è anche la micidiale sequela di storielle e aneddoti inverosimili che narrano di quanto siano pazzi e scanzonati i nuovi campioni della Premier. Da una parte si elogiano il lavoro e il sacrificio che sono stati necessari per il trionfo; dall’altra, contemporaneamente, si riportano assurde storie con protagonisti Vardy e Mahrez pieni di vodka dell’Eurospin che vomitano sotto casa di Ranieri, il quale esce sul terrazzo e stigmatizza la pietosa scena con bonaria accondiscendenza.
  3. Una conseguenza a livello più “macro” è invece la progressiva colonizzazione italiana del campionato inglese. “Il presidente del Leicester ha preso un italiano e gli è andata bene: faremo lo stesso anche noi”. Funziona così a tutte le latitudini. E allora lo Swansea in difficoltà si affida a Guidolin (!). E il Chelsea per riscattarsi da un’annata disastrosa prende Conte. E Mazzarri, terminata la vacanza studio, è in prima fila per sostituire Quique al Watford. Se Conte dovesse battere Guardiola nella prossima stagione, rischierà di innescare un’inarrestabile reazione a catena che porterà Bortolo Mutti al Manchester United e convincerà l’Arsenal a fare ponti d’oro per Serse Cosmi.
  4. Figlia dello stesso principio è la conseguenza numero 4: Ranieri era dato per finito e poi è diventato leggenda. Allora tra gli allenatori vecchi e disoccupati ce ne deve essere sicuramente qualcun altro pronto a firmare imprese epiche. Diversi direttori sportivi ragioneranno così. Il risultato sarà Nedo Sonetti al Milan.
  5. La storia di Vardy insegna che ovunque, anche sul più infido campetto di periferia, può nascondersi un campione. Che si può essere operai in fabbrica a 25 anni e titolari in nazionale a 29. Vedremo quindi orde di direttori sportivi famelici fare a gara per assicurarsi un posto in tribuna in Pontisola-Pergolettese, convinti di potervi scovare un nuovo eroe omerico; vedremo presentazioni in pompa magna di ex carpentieri acquistati dal Bayern Monaco dopo una stagione da protagonisti al calcetto del giovedì; vedremo giornali pieni di grandi storie di speranza e di autoaffermazione, e l’appellativo di “Vardy italiano” donato a chiunque inciampi in un campo di serie A dopo qualche anno speso in categorie minori.

Prepariamoci dunque ad una lunga estate targata Leicester. Perché qualsiasi trionfo ha più gusto se lo si infarcisce di abbondante retorica.
 
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