Bauscia Cafè

Equivocando

Con lo scialbo, mortifero zero a zero contro l’AEK abbiamo finalmente archiviato il nostro precampionato: un’estate fatta di nessun movimento senza palla, pochi gol segnati, giocatori affaticati, nuovi acquisti che stentano a dimostrare quello che valgono o dovrebbero valere.
Mille giustificazioni, molte delle quali plausibili, ma anche una composta e legittima preoccupazione: quella di non avere, a 7 giorni dall’inizio del campionato, una squadra completa e una precisa idea di gioco.
L’addio di Kovacic apre infiniti discorsi che mai si esaurirebbero sulle pagine di questo o altre decine di blog dedicati al calcio: chi scrive crede che l’offerta del Real Madrid fosse tanto inaspettata quanto irrinunciabile, non perché il FPF ci minacci, ma perché l’attuale tecnico ha fatto capire in modo piuttosto palese di non ritenere il croato un giocatore indispensabile.
Se tra un paio d’anni ne rimpiangeremo la cessione (il rischio c’è, ma finora è tutto da verificare) sarà perché non saremo riusciti a dimenticarlo forgiando l’Inter su altri giocatori, altri moduli, altri presupposti, a patto di non averne nostalgia senza motivo come continua ad accadere con Coutinho, uno che ogni tanto mette dentro gol clamorosi ma che in quel di Liverpool ha iscritto uno ZERO a caratteri cubitali enlla casella “fare la differenza”.
Non voglio parlare di Kovacic, preferisco concentrarmi sull’Inter che è e quella che, forse, vedremo a breve.
La partita con l’AEK, così come le apparizioni precedenti, solleva ulteriori dubbi sulle scelte in corso d’opera che Mancini sta effettuando: ora come ora questa rosa manca di forza in attacco, logica a centrocampo e capacità offensiva sulle fasce: non una cosa da poco, con 2 settimane di mercato a disposizione e un ritiro ormai finito da tempo.
Il regista o chi ne farà le veci resterà un problema qualora si volesse insistere su soluzioni deliranti alla Medel, mentre invece sarebbe importante trovare qualcuno che, semplicemente, sia in grado di smistare palloni non banali e dettare i tempi con la dovuta precisione e rapidità d’esecuzione; Gnoukouri potrebbe farlo, ma affidare a lui tutta la responsabilità di un ruolo simile significherebbe oberarlo di pressioni, più che valorizzarlo lasciandogli anche la facoltà di sbagliare, aspetto imprescindibile per la crescita di un calciatore.

100 di queste per ogni terzino nominato senza riflettere.
100 di queste per ogni terzino nominato senza riflettere.
Quello che non capisco è quale sia effettivamente l’idea finale di Mancini: inseguiamo Perisic da un mese ben consci che trattare col Wolfsburg sia come chiedere un mutuo ventennale senza fideiussione e con un contratto a tempo determinato, come se non esistessero altri giocatori in tutta Europa; invochiamo l’arrivo di un terzino quando in rosa l’ultimo acquisto per tale ruolo sembra sia già stato bruciato (nessuno aveva osservato Montoya in Spagna? seriamente?), mentre i mediocri rimasti alla corte nerazzurra continuano a non trovare gradimento neppure nei campionati minori, segno evidente di campagne acquisti portate avanti a membro di segugio con conseguenze tutt’ora nefaste per la qualità della nostra rosa, con ingaggi pesanti come macigni che, giustamente, nessuno vuole accollarsi.
Leggo di Clichy, Criscito e Coentrao, e penso che Mancini non sia esattamente un geniaccio quando si tratti di scegliere i giocatori; non aiutano le bizze fatte per la tanto attesa quanto misteriosa rivoluzione tecnica, che rischia ora di fermarsi a metà strada per tradursi in un pericoloso nè carne nè pesce tecnico-tattico.
È proprio questa la mia paura più grande: non credo al fatto che i soldi incassati per la cessione di Kovacic non verranno reinvestiti.
Quello che, sportivamente, mi spaventa più di ogni altra cosa, saranno i profili sui quali verranno indirizzati i nuovi investimenti.
L’unica cosa “buona” è che i giornali hanno più volte dimostrato di saperne poco o nulla dei movimenti di mercato reali, quindi tra un Melo, un Borini e un Leiva mi auguro spuntino fuori giocatori di calcio sensati, funzionali e affidabili: i nomi li lascio fare a chi se ne occupa per lavoro.
Non ci sono margini di errore e con la cessione di Kovacic, a mio avviso, è caduto un altro alibi per Mancini, che dovrà assumersi tutte le proprie responsabilità.
Domenica si riparte da San Siro: forza Inter, sempre e comunque.

NicolinoBerti

Coglione per vocazione, interista per osmosi inversa dal 1988 grazie a un incontro con Andy Brehme. Vorrei reincarnarmi in Walter Samuel, ma ho scelto Nicola Berti per la fig...ura da vero Bauscia.

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