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Mauro Icardi: priorità, ambizioni, valutazioni.

Icardi aveva deciso di restare a vita all’Inter. Ma non perché fosse innamorato della maglia e volesse diventare una bandiera; semplicemente, perché si era creato una situazione ideale. Per lui il calcio è un lavoro come un altro. Aveva trovato il suo posto fisso, e non aveva più ambizioni particolari da soddisfare. Si sarebbe accontentato di quello che l’Inter poteva dargli: se avesse potuto combattere per trofei, bene, se invece fosse rimasto a lottare a vita per il quarto posto, bene lo stesso. Si è preso la moglie come procuratore perché convinto che le uniche trattative che avrebbe dovuto fare sarebbero state quelle dei rinnovi del contratto. Non c’era bisogno di affidarsi a chissà chi. Tutto in famiglia, perché di questo si tratta. 

Non aveva mai messo veramente in conto di poter cambiare squadra, perché avrebbe significato tutta una serie di cambiamenti che non aveva intenzione di affrontare, perché avere la migliore carriera possibile non è mai stata una sua priorità. Avrebbe dovuto ricominciare daccapo, con la possibilità di fallire, perdendo la comodità acquisita. Aveva ottenuto tutto, pure la fascia da capitano, e sapeva di essere forte abbastanza da poter svernare all’Inter almeno fino a 32-33 anni, forse anche qualcosa in più. E poteva tranquillamente farcela, se non fosse successo tutto quel che è successo.

Questo non è un giocatore che si può mettere sul mercato, perché a lui non interessa stare sul mercato. twittalo

Queste sono tutte supposizioni di chi scrive, è chiaro. Derivano, però, da un’analisi dei fatti.
Icardi è stato messo alla porta già da febbraio. A giugno gli è stato chiarito in maniera inequivocabile che per lui non c’è più spazio, che deve trovare una nuova sistemazione. Ha passato l’intero ritiro fuori squadra, senza alcun segnale di possibile reintegro. Anzi, la società non ha mai perso occasione per ribadire la sua posizione, che non è minimamente trattabile. In una situazione del genere, è evidente che la soluzione migliore per salvaguardare la propria carriera sia quella di andarsene. Non ci sono altre possibilità.

Lui, però, vuole rimanere.
Proprio perché, evidentemente, preservare la sua stabilità, il giardino ovattato che si è creato in questi anni, è più importante che andare avanti con la sua carriera.

Tutto questo per dire che Icardi ha, con ogni probabilità, delle priorità diverse rispetto a un giocatore “normale”. E che, per quanto continuiamo ad augurarcelo tutti, ha sempre meno senso aspettarsi che l’esito di questa vicenda possa essere quello che, appunto, il bisogno di salvaguardare la sua carriera suggerirebbe.

Il valore di mercato di un giocatore che ragiona in questo modo è fisso, costante, non risente di alcuna fluttuazione.
Ed è zero.

Python

Sono il direttore artistico di Bauscia Cafè. Clandestino nella matrioska e astioso quanto basta. Quando parlo di Tango mi riferisco solo al pallone, del mio primo allenamento ricordo solo il rumore dei calci negli stinchi.
Odio Bauscia Cafè.

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