Bauscia Cafè

Degiavù

Potrei prendere di peso il pezzo della scorsa settimana per ribadire il concetto di punti persi, offrendo peraltro la peggior prestazione stagionale di sempre, e chiuderla qui.
Ma non voglio essere frustato dal padre-padrone che gestisce questo meraviglioso sito web, quindi mi impegnerò per cercare di scrivere qualcosa di diverso e non pensare al secondo tempo di Inter-Sampdoria, altrimenti detto “De Immobilitate”.
Credo sia necessario partire da qualche considerazione generale: l’Inter di Mazzarri non può far scintille, né gioco spumeggiante.
Gli uomini son sempre quelli e condivido l’impostazione-base, quel 352 diventato ben presto un 3511 adatto a garantire prima di tutto equilibrio e copertura ad una squadra che, fino a qualche mese fa veniva messa costantemente in difficoltà da una verticalizzazione qualsiasi, che fosse fatta dalla Roma o dal Novara.
L’idea era restituire certezze ad una rosa psicologicamente distrutta, recuperare uomini perduti nel limbo della mediocrità, mettere le pedine al posto giusto: ecco, penso che al quinto pareggio subito in rimonta, forse sia necessario andare oltre l’esigenza di equilibrio ad ogni costo per tentare un approccio diverso, che ci permetta una volta tanto di congelare il risultato senza rinvii alla viva il parroco e rinuncia totale al gioco del calcio, come visto contro la Samp nella ripresa.
Non sto parlando di trasformare giocatori mediocri in fenomeni: gente come Jonathan sta facendo miracoli (impossibile chiedergli di più per generosità ed impegno), Alvarez è stato ancora una volta tra i migliori, Rolando da oggetto misterioso è diventato un titolare inamovibile che ha restituito sicurezza anche a Juan Jesus e ha relegato Ranocchia ad una panchina dalla quale non sarà semplice rialzarsi.
Sto parlando di un atteggiamento globale che, più che conservativo, sembra diventato passivo, rinunciatario, molliccio.
Inutile piangere sul latte versato dopo aver buttato via 45 minuti aspettando che la Sampdoria segnasse, inutile appellarsi al mancato cinismo se non si fa nulla per aiutare il desaparecido Palacio, che di questo passo sarà bollito a breve, così non potremo contare neanche sul suo apporto e i gol suppongo li farà Puscas.
È vero, c’è soltanto Belfodil, ma perché non utilizzarlo? Perché schierarlo a 5 minuti dal termine, con la squadra in barca dal primo minuto?
Non possiamo far possesso palla perché non abbiamo la qualità per farlo, ma se hai uno come Kovacic che alla palla dà del tu almeno prova a sfruttarne le caratteristiche; non capisco neppure l’inversione tra Alvarez e Guarin, ma temo dovrò abituarmi all’idea.

Sì, yeah, ottimismo, Figo alè. Però compraci gente buona ET. Daje!
Sì, yeah, ottimismo, Figo alè. Però compraci gente buona ET. Daje!
Il leader là in mezzo è Cambiasso, che sta facendo grandi prestazioni e continua a mostrare un’intelligenza tattica fuori dal comune, ma è chiaro che i suoi limiti fisici tendano a farlo rinculare, e con lui tutta la squadra. Il risultato è quanto visto nel secondo tempo di Inter-Sampdoria: nessun tipo di compattezza, molto disordine tattico, attacco isolatissimo, inefficace e suicida, distanze tra i reparti discutibili e un continuo indietreggiare che ha fatto pensare a tutti “tanto adesso segnano”.
Eppure la Samp non aveva creato praticamente nulla, nonostante tutto, ed è questa la cosa che più mi inquieta: è davvero possibile non riuscire ad attuare uno schieramento più efficace di un 3511 dove la prima punta è chiamata ad un inutile superlavoro, dove l’esterno sinistro è un quarantenne appena rientrato e chiamato a fare un lavoro insostenibile e dove nessuno è in grado semplicemente di tenere il pallone tra i piedi?
Non lo so, da una parte credo che senza interventi pesanti sul mercato (e visto quanto sia talebano il mister rispetto al suo modulo, prendiamo un centravanti come si deve ed esterni forti, e magari un bel centrocampista con le palle quadrate, ma a quanto ho capito di dindi ne girano ancora pochi al momento) le variazioni auspicate siano quasi inattuabili, dall’altra mi sembra che sacrificare tutto sull’altare dell’Equilibrio non paghi più granché e che si possa fare qualcosa in più per consentire alla squadra di difendere un vantaggio anche risicato.
Contro la Sampdoria vista  a Milano non serviva essere una grande squadra: serviva rimanere in campo per 90 minuti. Non è la prima volta che accade.
Questi siamo, è vero. Ma la mediocrità non giustifica non avere alternative per difendere un 1-0 casalingo contro la penultima in classifica. Adesso non dobbiamo ritrovare certezze perdute, dobbiamo conservare quelle recuperate. Per non pagare dazio con gli interessi e non rassegnarmi alla mediocrità stessa.
E no, non avrei firmato ad inizio stagione per un quarto posto a questo punto del campionato. Non avendo dilapidato dieci punti per strada potendone fare almeno otto con qualche semplice accortezza in più ed una gestione più saggia delle forze a disposizione.
Io Belfodil lo utilizzerei, anche a costo di avere in panchina il solo Puscas. Quantomeno per non far morire Palacio di solitudine. Ci tengo.
Lasciamo perdere il “gioca chi corre”. Preferisco il “gioca chi serve”.

NicolinoBerti

Coglione per vocazione, interista per osmosi inversa dal 1988 grazie a un incontro con Andy Brehme. Vorrei reincarnarmi in Walter Samuel, ma ho scelto Nicola Berti per la fig...ura da vero Bauscia.

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