Bauscia Cafè

Meglio chiamare Tosel

Dopo il fondamentale contributo all’etica moderna fornito dall’esempio di Kakà, il mondo del calcio italiano è pronto a dare nuove risposte anche in merito ad un’altra questione di cruciale importanza: il razzismo.
La rivoluzione, stavolta, è di natura prettamente semantica: riguarda cioè lo stesso termine “razzismo”, il cui originale significato, secondo il parere di alcuni autorevoli studiosi, era troppo ristretto e doveva essere modificato per adeguarsi ai nuovi tempi. L’uomo issatosi a capo di questo processo di “ammodernamento” è Gianpaolo Tosel, giudice sportivo ed illustre linguista, che si è preso con coraggio la pesante responsabilità di ridefinire, ampliandoli, i confini semantici del suddetto vocabolo. Le armi a disposizione del grande scienziato sono le sentenze che egli stesso pronuncia con cadenza settimanale; vere e proprie tavole della legge che permettono (finalmente) al popolo di comprendere in modo pieno ed esaustivo il fenomeno del razzismo, definendo una volta per tutte, in maniera inoppugnabile, quali comportamenti sono razzisti e quali non lo sono. Inoltre, le tavole contengono illuminanti stratagemmi partoriti dalla fervida mente del luminare, che consentiranno – con ogni probabilità – di eliminare definitivamente dagli stadi questa brutta piaga sociale. E’ dunque innanzitutto alla regolamentazione dello spettacolo sportivo che sono volti i precetti Toseliani; secondo la comunità scientifica, però, l’eco dei provvedimenti del giudice potrebbe presto spandersi fino ad arrivare a condizionare anche la vita di tutti i giorni.
L’impatto sociale di questa svolta lessicologica è, infatti, assolutamente da non sottovalutare: particolari parole, gesti o anche semplicemente cenni che un tempo potevano essere derubricati a semplici sberleffi rischiano ora di acquisire – dentro agli stadi, ma anche fuori – una connotazione razzista, divenendo perciò perseguibili a norma di legge. Il numero delle fattispecie cui il termine “razzista” potrà essere applicato è destinato ad aumentare giorno dopo giorno; conoscere i contenuti delle ultime pubblicazioni di Tosel può, pertanto, porre il cittadino offeso nella condizione di agire legalmente per vedere tutelati i propri diritti.
Che i dettami del giudice abbiamo ormai travalicato i confini sportivi lo si può desumere anche dall’enorme numero di lettere e di telefonate che egli riceve ogni giorno, con le quali orde di cittadini si rimettono al suo autorevole parere chiedendogli di dipanare dubbi relativi alle più disparate questioni. La complessità della faccenda è divenuta tale, infatti, che solo Tosel è in grado di valutare correttamente ogni particolare caso.
Avete litigato con qualcuno e temete che vi sia scappata una parola di troppo? Durante una discussione avete visto oltraggiato il senso di appartenenza alla vostra patria, all’etnia cui appartenete, alla religione che praticate o anche solo alla vostra marca di sigarette preferita? Se è così…
Meglio chiamare Tosel!
“Meglio chiamare Tosel!” è tutto ciò che avete bisogno di pensare se davvero volete difendervi in questa giungla di discriminazioni e violenze verbali. Per sperare in un po’ di giustizia, non dovrete far altro che chiedere l’intervento del Giudice Magno e, confidando nella Sua saggezza, mettervi buoni ad aspettare che una nuova sentenza moralizzatrice venga emanata, magari con la benedizione delle alte sfere della Figc.
Per chiarire la portata di ciò che sta accadendo, ecco una delle lettere ricevute da Tosel nella giornata di ieri, corredata dalla sua pronta risposta contenente le prime ipotesi su quelli che potrebbero essere i provvedimenti relativi ai fatti descritti.
 

Oggetto: Bestemmie al bar
Caro signor Tosel,
ho undici anni e ieri mio nonno mi ha portato a vedere la partita al bar davanti a casa. La sala era piena di vecchi che fumavano e bestemmiavano. Io so che è vietato pronunciare il nome di Dio invano, ma loro non facevano altro che chiamarlo ed offenderlo strillando e poi tossendo. Quelli che urlavano di più erano tutti per il Milan, uno di loro a un certo punto ha iniziato a dire “Allegri merdoso” e gli altri hanno cominciato ad andargli dietro insultando anche loro Allegri. Mio nonno è per la Samp ma dopo un po’ anche lui non ha resistito ed ha detto “Allegri ma io veramente boh ma che cazzo eh”. Quando sono tornato a casa ho raccontato tutto alla mamma e lei mi ha consigliato di scrivere al signor Tosel, perché è l’unico che può fare qualcosa. Quindi se magari può fare qualcosa le sarei grato, così la prossima volta sento anche la telecronaca di Pardo, invece che solo le bestemmie e le infamate. Però non punisca mio nonno per favore, che sennò al bar non ci vado più ed è tutto inutile.
P.S.: l’autore di questo post, dotandomi di conoscenze grammaticali sufficienti per non dimenticare le h, per usare più o meno correttamente la punteggiatura e per esprimere frasi di senso compiuto senza k o numeri o stronzate varie, ha voluto esprimere a suo modo fiducia e speranza nelle nuove generazioni. Ora xò scappo k cè la pertura del Just Cavalli e vado coi cumpa d seconda media e siamo pieni d bamba

Gigi Di Biagio è andato in Indonesia per lavoro

RE: Bestemmie al bar
Caro giovane,
intanto l’autore di questo post sarà anche speranzoso eccetera eccetera ma si è dimenticato di fornirti di un nome, oltre che di ricordarti che sarebbe stato il caso di indicare anche la ragione sociale e l’indirizzo del bar di cui parli, sennò io contro chi cazzo la pronuncio la sentenza? Quindi già partiamo male.
Analizzando la fattispecie da te descritta, le violazioni che ho riscontrato sono le seguenti:
1) la bestemmia è una evidente forma di razzismo nei confronti delle divinità, che si vedono continuamente ricoperte di ingiurie per il solo fatto di essere entità superiori. Inoltre, si sa che offendere un Dio è come offendere tutti gli altri Dèi; questo sottolinea ancor di più la chiara connotazione razzista delle offese sopra descritte. Se ti dai una svegliata e mi fornisci le generalità richieste, chiuderò per una settimana l’entrata principale del bar, taglierò l’approvvigionamento giornaliero di Gazzette e giornali di tutti i tipi fino a data da destinarsi, vieterò il gingerino almeno fino a Natale e di tanto in tanto farò entrare in sala una donna.
2) le offese ad Allegri non erano chiaramente indirizzate al solo allenatore del Milan, ma a tutte le persone che fanno “Allegri” di cognome: impossibile non notare il pesante razzismo di queste ingiurie. E se ci fosse stato un “Allegri” tra i presenti in sala? Non avrebbe avuto tutto il diritto di offendersi e di sentirsi discriminato in quanto “Allegri”?
La posizione del bar, quindi, si aggrava ulteriormente: mi vedo costretto a sequestrare tutte le scorte di caffè sostituendole con un pari quantitativo di orzo e ad inviare giornalmente in loco Abete e Prandelli, obbligando tutti gli avventori ad ascoltarli mentre condannano indignati i fatti della sera di cui di parla nella lettera.
3) suo nonno purtroppo si è unito al coro delle ingiurie e pertanto verrà appeso come un prosciutto accanto alla tv, a mò di avvertimento per gli altri.
Questo è quanto.
Ciao e ci vediamo al Just

Dunque, cosa aspettate? Fate anche voi come il piccolo cocainomane del bar ed interpellate Tosel alla prima frase fuori posto che sentite in giro. Contribuirete a fare di questo mondo un posto migliore, finalmente libero dal demone delle discriminazioni.
Ricordate: ovunque siate, ovunque andiate, se qualcosa non vi torna…
Meglio chiamare Tosel!
 

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Nella foto: qualcosa che non mi torna

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