Bauscia Cafè

Taglia, perchè fai il fenomeno?

“Non sono d’accordo quando vediamo le streghe dappertutto, i complotti dappertutto, la congiura contro l’Inter. L’Inter è la squadra più forte: lei stasera ha vinto perchè ha meritato di vincere, perchè ha dimostrato che è superiore a tutte le altre squadre anche in inferiorità numerica! Non trovo giusto dire che in tutto c’è la congiura.”
“Il fatto che siamo più bravi e più forti non significa che devono guardare a noi in un modo diverso”

(Josè Mourinho a Fulvio Collovati, 24 gennaio 2010)

Perchè non si può parlare di calcio? Perchè nessuno -nessuno, nessuno- si è potuto soffermare più di tanto a commentare una delle partite più belle viste in Serie A negli ultimi anni? Due squadre che si affrontano a viso aperto, gioco rapido e veloce, palla a terra, senza soste, senza mai riprendere fiato. Non potevamo parlarne? Non potevamo star qui a raccontarci di una partita bellissima, finalmente ai livelli del grande calcio europeo come intensità, se non come tasso tecnico? No, evidentemente non potevamo.

Non potevamo -non possiamo- perchè dopo 18 secondi il signor Preti di professione guardalinee, cioè sostanzialmente uno che deve tirar su la bandierina per segnalare fuorigioco di centimetri, non vede Asamoah in fuorigioco di un metro o due. Capita, per carità. Capita che uno che di professione segnala fuorigioco, designato per la partita più importante del campionato più importante del suo Paese -quindi sostanzialmente riconosciuto come il miglior segnalatore di fuorigioco della Nazione- faccia confusione di un metro o due. E l’arbitro gli va dietro insomma, non è che può star lì a controllare i metri.

Così come qualche decina di minuti dopo, quando Lichtsteiner già ammonito fa un’entrata durissima (da rosso? da arancione? graziamolo: da secondo giallo) a due passi dal miglior segnalatore di fuorigioco della Nazione: lui, Preti, si guarda bene dall’intervenire. Tagliavento arriva di gran carriera mano sul fianco e prende la grande decisione: calcio di punizione. Via, andare, s’è scherzato, non è successo niente.

Ma perchè?

Lo chiedono tutti a Tagliavento lì, sul campo: perchè? Glielo chiedono tutti i giocatori dell’Inter, glielo chiede Zanetti: “dopo ti spiego” lo liquida l’arbitro. Salvo poi, all’intervallo, fare finta di niente davanti alle richieste di spiegazioni dello stesso Zanetti, di Cambiasso, di Palacio, di Cassano. Tagliavento finge di non sentirli: si guarda intorno spaesato e alla prima occasione fugge via verso il campo. Farà iniziare il secondo tempo addirittura con qualche istante di anticipo, pur di non rispondere a quella domanda. E quella resta sulla bocca di tutti anche nel dopopartita.

Perchè?

“L’errore sul fuorigioco è grave, il secondo è voluto: nel senso che bastava interessarsene e veniva fuori l’espulsione” si risponde Moratti. E sarà uno dei pareri più morbidi, nel dopopartita. Abete gli fa infatti eco: “Moratti ha fatto una riflessione, ha espresso un giudizio sull’arbitro che ha deciso male non estraendo il cartellino giallo, tutti hanno concordato che il giallo c’è e l’espulsione era dovuta“. Ma è Paolo Casarin, storico ex arbitro, a rincarare la dose e centrare perfettamente il punto della situazione. E’ Paolo Casarin a mettere in fila le domande giuste, che vanno decisamente oltre quel semplice “perchè”: “il mancato rosso a Lichtsteiner è stato un errore gravissimo. Una decisione ovvia da prendere, possibile che in tre – arbitro, assistente e giudice di porta – non abbiano valutato adeguatamente? Cosa è successo? Io non capisco cosa temano: sono solo arbitri che devono applicare il regolamento. Oggi si parla di salvaguardare lo spettacolo e robe del genere: la verità è che si sta perdendo un’arte. L’arbitro pensa a tutto, meno che a far rispettare il regolamento. E se i due giudici di porta non lo aiutano, cosa ci stanno a fare? Arrotondano lo stipendio? Sono due pupazzi!

Sono solo arbitri che devono applicare il regolamento. Di cosa hanno paura? Cosa è successo su quell’azione (e cosa è successo a Catania)? I giudici di porta cosa ci stanno a fare?

“Arrotondano lo stipendio” ironizza Casarin. Altro che arrotondare, come spiega Fabio Monti sul Corriere della Sera:

A tutti sono stati garantiti guadagni adeguati a chi è professionista (150.000 euro all’anno a salire) e allora bisogna impiegarli, anche dopo errori importanti. Il concetto di un arbitro che riparte dalla serie B dopo un paio di turni di stop per un errore grave è tramontato. Tre giorni dopo Catania-Juve, Gervasoni era già in campo come arbitro d’area di Cagliari-Siena e due giorni fa era a Siena-Genoa. E questo anche perché con gli arbitri d’area gli impegni sono aumentati, mentre è rimasto invariato l’organico della serie A: 21 fischietti, salvo estemporanee integrazioni.

Punto primo, insomma: gli arbitri questi sono, e questi devono arbitrare. E così il signor Tagliavento per dirne uno, uno degli arbitri più scarsi, supponenti e parziali mai visti su un campo di calcio, l’arbitro delle manette di Mourinho, l’arbitro dell’incredibile non-gol di Muntari (episodio celebre di una partita vergognosa nel suo complesso), l’arbitro del raccapricciante Juventus-Inter di poche sere fa, continuerà ad arbitrare come se niente fosse. Si farà la sua partitina in Serie B, e ce lo ritroveremo davanti a stretto giro. Così come ha continuato il Gervasoni citato da Monti, così come ha continuato il Rizzoli protagonista a Catania e due giorni dopo di nuovo in campo in Palermo-Milan. Non hanno nulla da perdere, questi signori. Non solo: continueranno a passare come i migliori arbitri d’Italia, sfruttando una reputazione che chissà come si sono creati. Una volta applicando il regolamento alla lettera, una volta no, una volta non vedendo un gol, una volta non vedendo un fuorigioco, una volta passando per quelli dal cartellino facile, una volta per quelli che fanno giocare. E così il Tagliavento “bravissimo ad applicare il regolamento senza farsi intimorire e a espellere Cordoba e Samuel” è lo stesso che “non vuole rovinare la partita e lascia in campo Lichtsteiner”. Senza vergogna, senza problemi.

E allora possiamo dire che il sistema-calcio è come minimo connivente con questi errori, se non addirittura complice?
Possiamo dire che le istituzioni in questo clima, che ci impedisce di parlare di calcio e ci costringe a star dietro alle traveggole di Tagliavento e ai deliri Bonucci, ci sguazzano, che di questo clima si nutrono, che con questo clima proliferano? Perchè un’altra spiegazione non c’è. Non ci può essere. Qui non si tratta più di buona o cattiva fede degli arbitri, su quello il discorso è semplice e lineare: Tagliavento e soci (Preti, Gervasoni, Rizzoli, Maggiani) o sono in malafede o sono completamente incapaci. Punto, nient’altro da dire. Ma il problema qui è che Tagliavento e soci, in malafede o in totale incapacità che siano, sono stati riconosciuti come elementi di punta della classe arbitrale, e di conseguenza sono stati trattati. La prestazione di Tagliavento, malafede o incapacità, era assolutamente prevedibile da chiunque. Anche e soprattutto da chi l’ha designato e continuerà a designarlo per partite del campionato di Serie A.

E allora, appunto, la domanda non è più perchè. La domanda è cosa succede quando questi signori scendono in campo? Cosa ci stanno a fare?

Eppure la misura è ormai colma. Se persino Galliani fa notare “Ho visto che Tagliavento ha arbitrato la sfida scudetto di febbraio che era Milan-Juve e quella di quest’anno che era Juve-Inter. Non aggiungo altro.” forse inizia ad esserci qualche scricchiolio di troppo. E la reazione di tutta Italia alla fine di Juventus-Inter è stata questa, lo sappiamo tutti:

un tifo non certo studiato prima della partita ma nato e cresciuto durante la partita stessa, fino ad esplodere ai gol di Milito e Palacio, tutti insieme.

Eppure.
Eppure potevamo parlare di una partita bellissima e siamo qui a parlare di arbitri. Eppure già sappiamo che la storia andrà avanti così e che nessuno sta muovendo un dito per cambiarla.

Per quanto tempo ancora?

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

PODCAST

Twitter

Instagram

Instagram has returned empty data. Please authorize your Instagram account in the plugin settings .

Archivio