Bauscia Cafè

La parola alla difesa

Premettendo come non sia certo l’assortimento dei due difensori centrali il vero problema dell’Inter targata Stramaccioni  e che chiunque si senta orfano di Lucio meriti il soggiorno obbligato immediato, vale comunque la pena dare un’occhiata alle opzioni disponibili per tentare di capire quale potrebbe essere l’assetto difensivo giusto, una volta trovata la quadratura del cerchio sia a centrocampo che nei terzini titolari. In tal senso, uno spostamento di Nagatomo a destra e l’utilizzo di Pereira come terzino sinistro (l’uruguaiano sembra rendere meglio partendo da lontano, anche dal punto di vista offensivo) potrebbero costituire una valida alternativa, considerando le palesi difficoltà di Jonathan e le poche garanzie offerte da Zanetti sulla destra (molto indicativo il match contro la Roma, in tal senso).

La partita contro il Rubin Kazan ha dato due conferme: Ranocchia è un giocatore pienamente recuperato, mentalmente ancor prima che fisicamente. Attento, concentrato, elegante e pulito come nei migliori ricordi di Bari e Genova; un atteggiamento da leader che ci sta restituendo il giocatore ammirato a lungo in passato e drammaticamente risucchiato nel baratro dalla nefasta passata stagione. Prosegue invece l’odissea di Walter Samuel, e fa malissimo vederlo in grave difficoltà contro avversari che poco tempo fa avrebbe spazzato via con il solo sguardo. Errori marchiani nel posizionamento, disimpegni errati, affanno perpetuo: quello visto in campo finora è un Muro pieno di crepe e con l’intonaco completamente da rifare. Che l’ultimo infortunio abbia lasciato segni tangibili sul suo fisico è palese, che l’argentino sia sempre entrato in forma in ritardo altrettanto, ma la sensazione è che sarà dura rivederlo a certi livelli. Vale la pena aspettarlo, perché resta un fuoriclasse.
Come marcatore puro abbiamo anche il buon Mathias Silvestre, ultimo arrivato ed autore di un non brillante inizio di stagione: anche per lui vale (per ora) la scusa della carburazione lenta; lo abbiamo ampiamente visto all’opera con Palermo e Catania e ne conosciamo le doti. Saprà farsi valere, a patto che non gli si chieda di impostare. Ha bisogno di un partner affidabile che sappia guidarlo al meglio. E poi c’è Ivan Ramiro in giacca e cravatta, e devo ancora abituarmi all’idea.
Ma, partendo dall’impronta di gioco che Stramaccioni sta cercando di inculcare alla sua Inter, credo che il ruolo più importante possano rivestirlo i due difensori dai piedi più disciplinati presenti in rosa: Christian Chivu e Juan Jesus.
Se per il romeno valgono le considerazioni di sempre, ovvero una tragicomica tendenza a fare sempre un errore a partita (il più delle volte decisivo) e a soffrire non poco in fase di marcatura, è anche vero che poche squadre hanno un centrale difensivo con un tasso tecnico pari al suo. Credo lo sappia anche Stramaccioni, che probabilmente lo valuterà a fondo e cercherà di utilizzarlo in qualità di regista arretrato per dar modo all’azione di partire con la necessaria pulizia fin dalle retrovie.
Non mi aspettavo invece una disciplina tale da parte del giovane brasiliano, che nella sua uscita da titolare in quel di Torino ha impressionato un po’ tutti non soltanto per potenza e senso dell’anticipo (qualità che gli erano già state riconosciute in precedenza), quanto per la capacità di muoversi senza palla offrendo un valido appoggio al compagno che ne è in possesso e per una notevole disinvoltura con i piedi. Caratteristiche che il mister avrà modo di apprezzare, a patto di non investire il ragazzo di troppe responsabilità tutte insieme, utilizzandolo razionalmente e, possibilmente, con il collega di reparto giusto. Da rivedere con avversari di ben altro calibro, non me ne voglia Rolando Bianchi.
Detto questo, la mia coppia ideale, nella situazione attuale, è proprio quella formata da Juan Jesus e Ranocchia: Andrea merita di continuare a giocare per mantenere quella ritrovata fiducia in sè stesso ed imporsi come nuovo leader della retroguardia nerazzurra, il nazionale verdeoro può dimostrare a tutti che quanto visto pochi giorni fa non fosse affatto un fuoco di paglia e, al tempo stesso, misurarsi con sfide sempre più importanti, continuando il proprio percorso di crescita.
In attesa di eccellenti ritorni. 

PS: aggiorno il post dopo la brutta sconfitta casalinga contro il Siena.
Nonostante gli errori del secondo tempo (il brasiliano in particolar modo è andato nel pallone, dopo un primo tempo di alto livello), sono ancora convinto che Jesus-Ranocchia possa essere una coppia di sicura affidabilità. La coperta corta ci costringe a subire avversarie anche dal tasso tecnico mediocre ed a non avere gli uomini né le forze per portare soluzioni offensive incisive.
Stramaccioni sembra adesso orientato verso un modulo a tre che a molti di noi provoca soltanto ricordi nefasti, ma che potrebbe avere una logica di fondo. Mercoledì ne sapremo di più, con la certezza che là in mezzo mancherà almeno un uomo fino a gennaio. E non certo per colpa dell’allenatore.

NicolinoBerti

Coglione per vocazione, interista per osmosi inversa dal 1988 grazie a un incontro con Andy Brehme. Vorrei reincarnarmi in Walter Samuel, ma ho scelto Nicola Berti per la fig...ura da vero Bauscia.

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