Bauscia Cafè

Amala Giovane

Sabato pomeriggio sono stata per la prima volta ad Interello per la 3ª partita del campionato Inter – Cesena. In passato ho girato molti centri sportivi giovanili per lavoro e devo subito dire che Interello mi ha ricordato molto i centri del Nord Europa, piuttosto che quelli italiani.
Qui l’atmosfera è quella giusta, non ci sono genitori che sbraitano isterici, non ci sono tifosi che litigano sugli spalti. Durante la partita si ride per il risultato del Milan (che perde 3-0 col Bologna) e si gioisce per l’eccezionalità dei rigori contro la Juve (che ha perso 5-0 col Cagliari). Ma quello che importa davvero sono i ragazzi che scendono in campo, quelli che l’Inter cerca di crescere prima come ragazzi e poi come giocatori.
Sabine Bertagna di FcInter1908.it ha intervistato Roberto Samaden, Responsabile del settore giovanile dell’Inter e noi riportiamo le loro parole sulla stagione appena iniziata.

Quali sono le differenze sostanziali tra la Primavera dell’anno scorso, quella che ha conquistato tutto, e quella che ha perso in Supercoppa con la Roma (e che avrebbe sicuramente meritato qualcosa in più)?
Anche quest’anno abbiamo un’ottima squadra. Agli inizi di ogni stagione ci sembra di avere qualcosa in meno rispetto all’anno precedente. Anche l’anno scorso con la Primavera di Stramaccioni avevamo questa impressione. Se vi ricordate abbiamo avuto un inizio altalenante, risultati positivi che si alternavano ad altri meno buoni (con il Verona e a Londra). Poi quella squadra ha vinto tutto. É chiaro che i tifosi fanno dei paragoni con quanto vinto a giugno. É un confronto che viene naturale. Ma il paragone non é reale. La squadra di quest’anno é forse meno forte a livello fisico, ma ha più tecnica. Sono fiducioso. Ci vorrà un po’ di tempo perché la squadra trovi il suo equilibrio, come é normale che sia.
Come si é mosso il settore giovanile a livello di mercato? Quali erano gli obiettivi e i propositi?
La nostra filosofia prevede una crescita interna al settore, sulla quale puntiamo moltissimo da diversi anni, abbinata ad acquisizioni mirate e ridotte. In Primavera abbiamo preso infatti solo tre giocatori nuovi (Olsen, Acampora e Zaro). In Beretti abbiamo investito qualcosa in più (5-6 giocatori), negli Allievi 3 giocatori. Riserviamo moltissima attenzione alle fasce più piccole. In Primavera siamo andati ad intervenire esattamente nelle zone dove avevamo necessità. Rispetto a quanto fatto negli ultimi anni abbiamo investito di più nelle fasce dei più piccoli.
Da anni ci occupiamo di crescere giocatori all’interno del nostro vivaio. Lo scudetto vinto con i Giovanissimi, per esempio, aveva 18 Pulcini su 20, cresciuti qui sul territorio. Loro tra un paio di anni saranno la futura Primavera. La nostra filosofia é quella di crescere giocatori all’interno (investiamo tantissimo in questa fase) e completare il gruppo con inserimenti mirati. Non a caso i nostri centri di formazione, progetto inaugurato nel 2008-2009, hanno ispirato anche altri grandi club come il Milan e l’Atalanta, dimostrandosi di fatto un modello vincente. Sono questi il vero segreto della nostra attività.

Bocar Djumo, cercato da Barca e City, é stato aggregato alla Primavera. La sua situazione contrattuale?
Si tratta di una nostra scommessa. Andare a prendere giocatori pagandoli milioni di euro non é una cosa difficile. Qui bisogna segnalare l’ottimo lavoro di Casiraghi e Ausilio. Abbiamo anticipato  grandi club. É chiaro che dato il momento critico del calcio italiano se arriviamo insieme a società come Psg, Barca e City siamo in difficoltà. Djumo ha firmato a luglio il suo primo contratto con noi. É ancora in fase di maturazione, ma con grandi margini di miglioramento. Si é trattato di un’ operazione chiusa a cifre molto basse. Cifre minime.
Occhi puntati sul nuovo arrivo made in Danimarca. Patrick Olsen ha detto di essere stato accolto benissimo. Ci descrivi che tipo di giocatore é?
Olsen ha buone qualità e un’ottima mentalità, caratteristica, quest’ultima, alla quale teniamo molto. Ha già fatto esperienza in una squadra di serie A danese. Ovviamente il campionato danese é molto diverso dal nostro e Patrick dovrà ambientarsi. É stata un’opportunità. L’abbiamo preso a meno del parametro del momento. Anche qui devo segnalare l’ottimo lavoro di Casiraghi, Manighetti e Giavardi. C’é grande impegno e attenzione in ogni fase. Dall’osservazione all’allenamento. Il nostro compito é crescere giocatori da serie A. Poi é la società, attraverso il lavoro di Branca e Ausilio, che gestisce caso per caso. Non si possono purtroppo tenere tutti i ragazzi legati, ci sono dinamiche di mercato più complesse e ogni situazione va giudicata anche analizzando il suo contorno. L’Inter lavora per valorizzare i giovani e dare loro uno sbocco. E ad un certo punto deve fare delle scelte.
Anche quest’anno alcuni giocatori della Primavera sono stato aggregati alla prima squadra. Vuoi aggiungere qualcosa a questo proposito?
Non posso che essere contento che dalla Primavera escano giocatori che possono giocare in prima squadra. Stramaccioni conosce alla perfezione questi ragazzi e saprà dosarne l’impegno. Ricordiamo che oltre a M’Baye, Duncan e Livaja ci sono anche Bianchetti, Di Gennaro e Bessa. Livaja vice-Milito? Non é una prima punta, preferisce partire da posizione defilata. Ma ha tali forza e qualità fisiche che può adattarsi senza problemi. Non credo che quello di prima punta sia però il suo futuro.

Alfred Duncan, un prodotto del Settore giovanile, ormai non è più una sorpresa

 

Miss Green⁵

Sono nata e cresciuta all’ombra dello stadio, nel piazzale ho imparato ad andare in bici e in motorino. Da piccola dicevo che Malgioglio era mio padre, si somigliavano molto.

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