Bauscia Cafè

Calcio e potere

Ci sono una serie di autori della letteratura calcistica moderna che vanno letti. In primo luogo perché scrivono divinamente e poi perché parlano di calcio, anche in maniera marginale a volte, partendo da punti di vista diversi dal solito. I primi tre nomi che mi vengono in mente sono Sandro Modeo, Stefan Szymanski e Simon Kuper, tutti editi da ISBN Edizioni in Italia (nota personale: tenete d’occhio questo editore, che propone spesso e volentieri degli ottimi titoli calcistici). Oggi vi suggerisco Calcio e potere di Simon Kuper.

Calcio e potere è la storia di un giovane giornalista che decide di mettersi in viaggio per scoprire, analizzare e capire le relazioni che ci sono, come dice il titolo, tra il calcio e il potere politico, tra la società e la maniera di rapportarsi al calcio di una nazione, tra il calcio e i suoi tifosi.
Un viaggio di nove mesi a tratti pericoloso, mai banale, attraverso 22 paesi, ognuno dei quali lega una parte della propria storia alla storia del calcio. Come dice l’autore nella sua introduzione “Quando un gioco è importante per miliardi di persone, cessa di essere semplicemente un gioco. Il calcio non è mai solo calcio: aiuta a far guerre e rivoluzioni, affascina mafiosi e dittatori.”
Una delle cose che mi ha più colpita del libro, è scoprire che la rivalità calcistica tra Olanda e Germania non può essere unicamente imputata ai fatti storici del secolo scorso (la Wehrmacht tedesca contro la Resistenza olandese per capirci, eppure ci avrei messo la mano sul fuoco) ma è ben più recente, esplosa a seguito di una semifinale europea giocata ad Amburgo nel 1988 (vinta dall’Olanda per 2-1).

L’euforia seguita ad Amburgo colse di sorpresa persino gli olandesi. La trasformazione nazionale che avvenne quel giorno appare in tutta la sua chiarezza proprio in Jongbloed, che il giorno precedente la partita aveva dichiarato che qualsiasi rancore tra olandesi e tedeschi era ormai evaporato. Il giorno dopo l’incontro, a nome della squadra del 1974 (che perse la finale mondiale contro la Germania) scrisse un telegramma alla formazione del 1988 in cui si leggeva “Siamo stati liberati dalla nostra sofferenza”. A partire da Amburgo, ogni volta che l’Olanda ha incontrato la Germania gli olandesi sono esplosi.

Il libro prosegue con storie da quasi tutti i continenti (non ci sono capitoli dedicati all’Asia), raccontate molto chiaramente in stile giornalistico, senza dimenticare un po’ di sana ironia. Secondo me è un libro da leggere, chi può capire meglio di noi quanto calcio e potere politico possano essere legati?
L’autore (dal sito ISBN): Simon Kuper è nato in Uganda nel 1967 da una famiglia ebrei sudafricani. Cresciuto in Olanda, si è laureato in Storia a Oxford. Ha collaborato con l’Observer e il Guardian, attualmente scrive sul Financial Times, dove si occupa di sport e in particolare di calcio. Per Isbn ha pubblicato Ajax la squadra del ghetto (2005) e Calcionomica (scritto a 4 mani con Stefan Szymansky, 2010).

Miss Green⁵

Sono nata e cresciuta all’ombra dello stadio, nel piazzale ho imparato ad andare in bici e in motorino. Da piccola dicevo che Malgioglio era mio padre, si somigliavano molto.

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