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Il Settore Giovanile Nerazzurro, raccontato da Samaden

E’ il Direttore del Settore Giovanile migliore d’Italia, anzi, del “miglior settore giovanile d’Europa” secondo Massimo Moratti. E’ uno dei principali artefici di un decennio di successi che ha raggiunto in questi giorni il suo punto più alto ma che non accenna ad arrestare la sua crescita.
E’ Roberto Samaden, che a Sky Sport 24 racconta tutta l’attività del settore giovanile dell’Inter fin nei minimi dettagli, concludendo con un occhio al futuro e con una notizia: la conferma dell’allenatore Campione d’Italia sulla panchina della Primavera nerazzurra e, indirettamente, la conferma che l’anno prossimo l’Inter difenderà anche il titolo Juniores, ancora con Sergio Zanetti in panchina.
IL SETTORE GIOVANILE DELL’INTER – “Il lavoro del settore giovanile è un lavoro di medio-lungo periodo e all’Inter abbiamo la fortuna di avere più o meno uno stesso gruppo di persone da tempo e quelle che non ci sono è perchè sono state promosse in prima squadra. Il nostro Presidente ci ha sempre dato la possibilità di lavorare con tranquillità e serenità e quindi penso che la continuità a lungo paghi. Certo, credo che la scelta delle persone sia stata fondamentale e in questo la Società è stata brava ad individuare quelle giuste. Oggi raccogliamo i frutti di un lavoro iniziato dieci, dodici anni fa e che adesso ha questo grandissimo vantaggio.
Credo che uno dei segreti del settore giovanile dell’Inter sia il rispetto dei ruoli e il fatto che ognuno di noi sappia esattamente quale sia il suo ruolo. Io ho un gruppo di lavoro fantastico nella selezione dei giocatori con Gigi Casiraghi, Paolo Manighetti, Beppe Giavardi, Luciano Castellini, sono persone che lavorano con grande intensità per selezionare e formare i giocatori.
La scelta del futuro spetta al direttore sportivo e alla direzione tecnica, quindi non per passare la palla ad altri, ma nel rispetto dei ruoli, è giusto che di questo ne parlino Piero Ausilio o Marco Branca. Noi ci limitiamo a portarli a disposizione della prima squadra o della direzione tecnica poi sono loro che devono valutare anche perchè hanno grandissima esperienza. Con molta umiltà, io ammetto di non avere grande esperienza sulla valorizzazione dei giocatori, mi limito a fare il mio lavoro, che è bellissimo e che continuo a fare con grande soddisfazione, ancora di più quando poi alzi un trofeo che è intitolato a Giacinto Facchetti, perchè questo è bello sottolinearlo. Per noi questo trofeo ha un valore doppio, anzi è dieci volte più importante di quello che può essere una semplice coppa perchè intitolato a una persona che per noi è indimenticabile, che ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un valore altissimo per l’Inter”

UNA STAGIONE INCREDIBILE – “Non è facile migliorarsi, ma quest’anno abbiamo ottenuto un risultato incredibile, considerando la vittoria della Next Gen, il cambio obbligato di allenatore, visto che Stramaccioni è andato in prima squadra, e in questo sottolineo il grandissimo lavoro di Daniele Bernazzani, che è riuscito a dare continuità al lavoro di Andrea, e a questo gruppo di ragazzi, che veramente sono andati oltre ogni limite vincendo anche partite che sembrano impossibili da vincere, come quella contro il Milan in semifinale, che ritengo sia stata la vera chiave della vittoria del campionato. Sicuramente è la prima volta che capita un cambio di allenatore durante la stagione, soprattutto dopo una vittoria importantissima, e quindi anche il rischio di un rilassamento da parte dei giocatori esisteva. Ma in questo, ripeto, è stato eccezionale Bernazzani, come sono stati fondamentali il lavoro di Stramaccioni -che ha creato le basi per poi arrivare fino in fondo-, il costante appoggio del dottor Paolillo, che ci è sempre stato vicino e ci ha supportati, e poi sono stati bravi i ragazzi perchè hanno fatto quadrato e hanno dato la possibilità a Bernazzani di lavorare con fiducia e arrivare a un risultato che secondo me ha quasi dell’incredibile vista l’importanza delle due competizioni”
IL SUPPORTO DI STRAMACCIONI – “Durante la finale è toccato a me aggiornare Stramaccioni, ci saremo scambiati una cinquantina di messaggi, perchè continuava a seguirci, a voler sapere. D’altra parte, Andrea è nato e cresciuto nel settore giovanile, non ha mai mancato di starci vicino anche in questi mesi nei quali è stato impegnato in qualcosa di molto più importante. Quindi, si, ci siamo sentiti ed era felicissimo per tutto il lavoro che è stato fatto da questo gruppo”
UN SALTO TROPPO GRANDE – “Negli altri campionati, il salto dalla Primavera alla prima squadra vede la possibilità di avere una squadra cuscinetto, per esempio come la squadra B in Spagna o il campionato Riserve in Inghilterra o in Germania. In Italia il salto è molto ampio e questo, unito al fatto che il nostro è uno dei più equilibrati e complicati, rende estremamente difficoltoso un salto definito e immediato in prima squadra. Si sta discutendo in Italia di questa possibilità perchè è vero che il divario è molto ampio”
LA POLITICA SUI GIOVANI –  “Uno dei segreti di un Settore Giovanile vincente è quello di non limitarsi a comprare giocatori che hanno già 16 o 17 anni, anche se sicuramente anche questo costituisce una parte del lavoro, ma soprattutto di averne alcuni cresciuti in casa sin da piccoli, come lo sono Di Gennaro – arrivato all’Inter a soli 8 anni – Romanò o Crisetig. Inoltre, credo che Di Gennaro e Bessa vadano ricordati perchè sono stati sfortunati in queste finali e non hanno avuto modo di godersi a pieno la festa”
GUARDIAMO AVANTI – “Sicuramente i ’94 sono un’annata molto forte, hanno già vinto due scudetti, quello dei Giovanissimi e quello della Berretti. Garritano è uno di questi come Terrani, Bandini e sono quelli che l’anno prossimo rappresenteranno il futuro. Inoltre, credo faremo richiesta di giocare a Gubbio tutte le gare casalinghe perchè Daniele Bernazzani, che sarà l’allenatore anche l’hanno prossimo, ha vinto su quel campo lo scudetto Allievi quattro anni fa e ieri quello Primavera….”

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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