Bauscia Cafè

Ci siamo goduti un Lussio

No, perchè poi gliene dici tante durante le partite. Li maledici per gli errori fatti, quasi gli rinfacci il non rendersi conto dell’età che avanza, quasi gli rinfacci -come se fosse una colpa loro- il non essere più decisivi e infallibili come erano fino a un paio di anni prima.
Però quando poi se ne vanno fa male.
Eccome se fa male.
Lucimar da Silva Ferreira, in arte Lucio, non sarà più un giocatore dell’Inter.
Lo ha detto il suo agente Sandro Becker ieri sera: “Ha disputato tre ottimi anni all’Inter ed è arrivato il momento di cambiare. Abbiamo parlato con la società la scorsa settimana e lo abbiamo fatto di nuovo oggi. Abbiamo espresso la nostra intenzione e l’Inter l’ha accettata. Ora cercheremo un nuovo club”
Se ne va un campione vero, un pezzo di storia dell’Inter, un pezzo di storia del calcio.
Ricordiamo benissimo quando Lucio arrivò da noi: era il 16 luglio 2009 quando, improvvisa come ieri, scoppiò la bomba dell’accordo tra Inter e Bayern Monaco per il trasferimento del brasiliano, ma solo il 29 luglio arrivò l’ufficialità. Qui su Bauscia Cafè lo accogliemmo in questo modo, presentandolo come il Campione che già era, ponendo l’accento su due cose: il suo palmarès e la sua integrazione -sulla carta- con Walter Samuel.
Mai, mai, mai avremmo immaginato che in tre anni con la maglia dell’Inter avrebbe incastonato le perle più pure all’interno di quello splendente palmarès.
Mai avremmo immaginato di vedere una coppia di centrali così affiatata, così impenetrabile, così perfetta come quella formata da Lucio e Samuel.
Un altro pezzo di QUEI giocatori e di QUELLA Storia se ne va. Sapevamo sarebbe successo, ce lo siamo continuamente augurati quando le cose sono andate male, ma non sapevamo che sarebbe stato ogni volta così difficile. Perché quando un pezzo di Inter va via, fa male come se fosse un arto, un organo, un pezzo di noi.
Lucio se ne va nei tempi e modi giusti, con enorme dignità e rispetto per la squadra e per sè stesso. Senza piagnistei, senza filmati dalle caverne come i talebani, senza reti unificate. Se ne va per cercare di giocare il Mondiale di casa sua.
Buona fortuna Lucio e grazie di tutto.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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