Bauscia Cafè

Inter – Genoa 5 – 4

A vedere il risultato senza essere stati spettatori della partita di oggi pomeriggio si direbbe “beata gioventù, il ragazzino vuole farci divertire”. Ci si immaginerebbe un’Inter piena zeppa di giovani inesperti pronti e brillanti a fare la partita, così come impacciati e disattenti in seguito, soprattutto in difesa.
La realtà è ben diversa, il mister Stramaccioni (molto a suo agio sulla panca dei grandi) esordisce a San Siro imbastendo una squadra molto molto matura e disponendola (non ricordo l’ultima volta) con un 4-3-3 puro, con Milito punta centrale e Zarate e Forlan ai suoi lati. A centrocampo da segnalare il ritorno di Cambiasso ed in difesa la preferenza a Chivu (piuttosto che Nagatomo) sulla corsia di sinistra.
Niente baby-Inter insomma. Niente Livaja in campo, Ranocchia in difesa o Guarin dal primo minuto. Fiducia ai “senatori” e squadra sulla carta offensiva come non si vedeva da tempo.
Il primo tempo da ragione al mister romano: dapprima una doppietta del Principe, in seguito il gol di Walter Samuel portano i nerazzurri in astronomico vantaggio, senza particolari patemi (se non nelle primissime battute di gioco). Un po’ di fortuna (nel secondo gol del numero 22) ma soprattutto un’azione più corale e più veloce rispetto a quelle che eravamo soliti vedere (emblematica l’azione del vantaggio nerazzurro, con Zarate in possesso di palla pronto ad accentrarsi ed a sfruttare gli spazi creati dal taglio in area di Milito, il 28 scarica fuori area per il numero nove uruguagio che è lesto a crossare, e bene, per la testa del Principe) sono i marchi di fabbrica ed i segni distintivi di questi primi 45 minuti, sporcati nel finale dal carambolesco gol di Moretti (in copartecipazione con Sculli, sempre inviperito quando si trova davanti il nerazzurro).
E’ proprio da questo gol che il Genoa trova la forza per rientrare in campo e ripartire con un ciglio diverso, anche grazie al cambio di modulo di mister Marino che passa da un 4-3-3 assolutamente poco efficace a centrocampo (incredibile ma vero) ad un più quadrato e folto 4-4-2, con Jankovic e Sculli esterni molto offensivi e Gilardino-Palacio in attacco. Per la verità i nostri sembrano reggere abbastanza bene, e la partita scorre tranquilla per i primi minuti sin quando  il romano Valeri fischia un calcio di rigore ai liguri per un fallo di mano del capitano che appare sinceramente involontario. Ma tant’è, sulla palla Palacio e il Genoa si rifà sotto.
I nostri accusano un po’ il colpo e la manovra perde lucidità, complice anche la stanchezza che come al solito riempie troppo presto le gambe dei nostri attempati calciatori. Questa situazione di bilico viene risolta temporaneamente dalla giocata di un rigenerato Zarate, abilissimo nel prendere palla al limite dell’area di rigore e far partire un velenoso tiro basso a giro su cui un appesantito Frey non può far altro che tentare una parata impossibile. Con il 4-2 gli spettatori pensano di essersi divertiti abbastanza, ma la nostra difesa ballerina si fa sorprendere su un taglio verticale per il veloce Palacio che, trovatosi solo davanti a Julio Cesar, lo mette a sedere per poi venire abbattuto dal portierone nerazzurro. Rigore sacrosanto ed espulsione per il brasiliano, che lascia così la propria squadra in inferiorità numerica. Castellazzi entra in fretta e furia al posto di Zarate, ma non riesce a parare un rigore angolato ma non irresistibile calciato un po’ a sorpresa da Gilardino.
4 a 3 e ansia di nuovo a livelli di guardia. Gli ultimi minuti sono caratterizzati da molta confusione e molta stanchezza, le squadre sono lunghe e gli spazi (causa la nostra inferiorità numerica) sono molti. il 5 a 3 lo firma Milito (tripletta per il Principe che non esulta) su rigore (finalmente!) a causa di un fallo poco chiaro a mio avviso su Guarin che ha portato anche all’espulsione di Belluschi, ristabilendo così la parità numerica (esordio senza particolari lodi per il colombiano, che ha mostrato un buon dinamismo ed è entrato talvolta nelle nostre azioni offensive, ma che ha anche sprecato un paio di tiri da fuori ed in generale non è stato troppo vivo all’interno del nostro centrocampo). Sul finire del tempo regolamentare poi, quando le cose sembravano finalmente incanalarsi verso le conclusioni più giuste, un fallo plateale e ingenuo di Lucio su Sculli obbliga l’arbitro a fischiare per la terza volta la massima punizione in favore del Genoa. Anche qui, si presenta Gilardino sul dischetto e non sbaglia. 5 a 4, tre minuti di possesso palla riuscito a metà e zero susseguenti tiri in porta dei genovesi sono le ultime cartucce di una partita che avrà sicuramente fatto divertire gli spettatori neutrali (sempre che ne esistano) ma non troppo i sostenitori nerazzurri.
Buona la prima quindi? Buona per metà secondo me. Il Genoa ha la peggiore difesa del campionato (per alcuni tratti sono stati davvero imbarazzanti) e non sempre troveremo una tale approssimazione difensiva nelle squadre che affronteremo (ad esempio nel Cagliari nostra prossima avversaria) e noi dietro siamo stati spesso deconcentrati, considerato che i gol sono avvenuti tutti per errori individuali dei nostri, ma il lato positivo è che la squadra sembra più volitiva e più ispirata, almeno in attacco e centrocampo, rispetto alle ultime grigissime uscite. Su tutti hanno destato buone impressioni un rinnovato Zarate, un coriaceo Poli ed un sempre generoso Milito, oggi davvero sugli scudi come ai bei tempi.
Con una settimana di lavoro il mister non può aver cambiato quasi nulla per forza di cose, ma oramai quello che serve a questa squadra è la serenità ed il fatto di sapere di non aver davvero più nulla da perdere. Noi facciamo il nostro mini campionato consci del fatto che sarà impossibile raggiungere posizioni dignitose in classifica, sta agli altri cercare di non farci rientrare in corsa per i piazzamenti interessanti.
TABELLINO:
MARCATORI: Milito al 13’ e al 27’, Samuel al 38’, Moretti (G) al 47’ p.t.; Palacio (G) su rig. al 14’, Zarate al 29’, Gilardino (G) su rig. al 35’ e su rig al 45’, Milito al 40’ s.t.
INTER (4-3-3): Julio Cesar; Zanetti, Lucio, Samuel, Chivu; Poli, Stankovic (dal 15’ s.t. Guarin), Cambiasso; Zarate (dal 35’ s.t. Castellazzi), Milito, Forlan (dal 30’ s.t. Obi). (Ranocchia, Nagatomo, Pazzini, Livaja). All. Stramaccioni.
GENOA (4-3-3): Frey; Mesto, Carvalho, Kaladze, Moretti; Biondini (dal 37’ s.t. Jorquera), Veloso (dal 1’ s.t. Jankovic), Belluschi; Sculli, Gilardino, Palacio. (Lupatelli, Bovo, Birsa, Alhassan, Zé Eduardo). All. Marino
ARBITRO: Valeri di Roma.

Vujen

Classe '85, marchigiano, interista da tre generazioni. Appassionato di fotografia, Balcani e cose inutili ma costosissime. I suoi pupilli sono Walter Samuel e l'indimenticabile Youri Djorkaeff. Lautaro più altri 10.

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