Bauscia Cafè

Problemi di comunicazione

“Tenere Stramaccioni l’anno prossimo? Se me le vince tutte.”
Di Bielsa ho sempre parlato bene, così come ho sempre parlato bene di Mourinho e dell’allenatore del Barcellona. Questi sono quegli allenatori che sono ad un certo livello, ma devo dire che se ce l’abbiamo in casa non vado a cercare niente, decisamente. Bielsa è uno molto preparato, così come Zeman e Montella. A noi piacciono allenatori che divertono, all’Inter, servirebbe uno pazzo come lui, a noi non piace la  gente noiosa, ci vuole qualcuno di divertente, ma io parlo bene di tutti i tecnici. Villas-Boas? Distante anni luce da Mourinho, però è giovane e potrebbe fare molto bene.”
Diciamo che siamo partiti così male che dopo era difficile ripartire. Che dopo Gasperini possa essere un bravo tecnico… Con l’Inter non è andata cosi. Non sono soddisfatto di lui, certe responsabilità della stagione sono sue, ha rovinato tutto, ha tolto la grinta all’ambiente e si lamentava in continuazione contro i giocatori, davvero pessimo“.
 
L’euforia post-investimento di Stramaccioni è durata lo spazio di qualche ora, il tempo che intercorre tra la conferenza stampa (ottima) di presentazione del mister, e la classica intervista a bordo-qualcosa (ufficio, campo di gioco, in questo caso università) del padre padrone Massimo Moratti.
Sarebbe sciocco pensare a un così repentino cambio di vedute da parte del numero uno interista, che nell’arco di una giornata avrebbe dato fiducia al giovane mister per poi delegittimarlo il pomeriggio del giorno seguente (roba da manicomio criminale, non credo che Moratti, pur con tutti i suoi limiti decisionali, sia arrivato a tal punto) ma questa ennesima intervista “di sfuggita” riporta a galla i ben noti, per i tifosi nerazzurri ma non solo, problemi di comunicazione, dal punto di vista dei contenuti  ma anche dei tempi e dei modi, propri della società nerazzurra.
Ho evidenziato i tre passaggi che reputo più interessanti sotto questo punto di vista. Spesso il presidente ha dato sfogo ai suoi dubbi o alle sue certezze in maniera che definire “criptica” è ben poco. E’ chiaro che analizzando e conoscendo ormai bene il personaggio, una dichiarazione come la prima riportata non ha scopi diversi da quelli della boutade estemporanea, ma il dubbio che continuo a pormi, a distanza di giorni dall’intervista è semplice: è davvero necessario utilizzare questo registro stilistico sempre e comunque? Parliamoci chiaro, l’idea Stramaccioni è più una scommessa che altro. Per carità, il mister sembra avere ottime idee e modi di fare più che giusti, ma in molti tifosi più che la consapevolezza di poter far bene, si è instaurata una sorta di “atto di fede” nel giovane tecnico: un semplice “vediamo un po’, tanto peggio di così…” che, se per molti versi comprensibile e giustificato, è comunque un qualcosa a cui bisognerebbe porre freno sul nascere. E dichiarazioni di questo tipo cozzano terribilmente con quelle recenti di Paolillo, che ha a più riprese dichiarato come Stramaccioni sia più di un “estremo tentativo”, bensì un qualcosa di assolutamente giustificato e addirittura meritato.
Ora, delle due l’una: le dichiarazioni morattiane e paolilliane stridono profondamente, e in momenti di crisi come questi almeno la società deve dare non dico l’idea (sarebbe forse chiedere troppo) ma almeno l’illusione di remare in sincrono con una meta ben precisa in mente.
In seguito Moratti si è prostrato in sperticate lodi ai blasonatissimi Guardiola e Mourinho (niente di nuovo sotto il sole, sarebbe come dire che Miss Universo è una bella donna, non c’è nulla di più banale) ed ha (un po’ a sorpresa a dire il vero) messo sullo stesso livello il famoso Marcelo Bielsa, attuale mister di casa Bilbao. Bielsa già contattato (senza fortuna) pochi mesi or sono, Bielsa in scadenza di contratto con l’Athletic (ottimo campionato il suo, ma non così magnifico come certa stampa vuol farci credere, visto il rendimento dei baschi in una delle Liga più scarse degli ultimi anni). E’ chiaro anche ai più ingenui che dopo una dichiarazione del genere, visto il panorama giornalistico in cui siamo immersi (e che il presidente nerazzurro dovrebbe conoscere bene, visto che in tempi recenti minacciò, smentendosi tra l’altro dopo pochissimo tempo, di non rilasciare interviste ai vari quotidiani sportivi nazionali), il giorno dopo qualsiasi testata giornalistica riporterà una cosa del tipo: “Stramaccioni per nove partite, poi Bielsa”. Anche qui, in teoria il tifoso attento stigmatizzerà per l’ennesima volta il comportamento di certa stampa ed andrà avanti per la sua strada, ma magari capiterà che un sostenitore meno attento si faccia idee, illusioni, o semplicemente pensieri che non per forza possano corrispondere al vero, anche perché di ciò che è senza dubbio vero in questi tempi non ne sappiamo molto, visto lo spessore di certe dichiarazioni.
Al che viene un po’ da sorridere pensando a quanto sia facile imparare tre dichiarazioni TRE standard, da usare in queste occasioni per evitare di gettare benzina sul fuoco, a meno che non ce ne sia davvero bisogno:
1) Al momento X è il nostro tecnico e dobbiamo lasciarlo lavorare in tranquillità
2) Non abbiamo mai contattato Y, siamo felici di avere X
3) Y è un tecnico molto preparato e molto bravo, ma ora sulla nostra panchina c’è X e ne siamo felici
Nulla di più semplice. Eppure sistematicamente si gettano ombre o illazioni, volute o no non importa, sul futuro dei mister (il famoso “penso che Ranieri resterà”, come apice), anche se sulla nostra panchina da nemmeno mezza giornata. A mio avviso non c’è nulla, ma davvero nulla di più sbagliato.
L’ultima dichiarazione, condivisibile o meno non è questo il punto, ha invece dei contorni grotteschi. Mai Moratti si era speso così tanto per affossare l’operato di un suo ex dipendente. Gasperini ha decisamente sbagliato quando in tempi recenti si è lanciato in dichiarazioni piccanti sul conto della società da cui ha preso bei soldini, ed ha mancato di rispetto allo spogliatoio e ai dirigenti, di cui ha svelato conversazioni e pareri che sarebbero dovuti rimanere privati. “Le cose di spogliatoio rimangono nello spogliatoio” disse qualche tempo fa un attaccante leggermente più famoso, conosciuto e professionale del defenestrato tecnico (Samuel ci manchi), ma ciò non toglie che abbassarsi al livello di una meteora sulla panchina nerazzurra sia sbagliato quanto e forse più di dire ciò che ha detto Gasperini. Per di più, non si può fare a meno di pensare che il Gasp non sia certo stato sulla nostra panchina per grazia ricevuta o per aver vinto il superenalotto, ma è stato scelto se non da Moratti in primis, dai suoi fidati e coccolati collaboratori, e che comunque a metà settembre il tecnico era già a casa con le valigie sfatte. Per cui, visti anche i rendimenti atletici dei nostri giocatori negli ultimi due anni, l’impressione è che la colpa non sia stata solo dell’allenatore, che pure difficilmente avrebbe potuto fare peggio, ma anche (magari eh) di alcune scelte societarie.
E’ difficile cambiare o cercare di cambiare le persone di una certa età, si dice. Peccato, perché ci sarebbe davvero tanto da lavorare.
 

Vujen

Classe '85, marchigiano, interista da tre generazioni. Appassionato di fotografia, Balcani e cose inutili ma costosissime. I suoi pupilli sono Walter Samuel e l'indimenticabile Youri Djorkaeff. Lautaro più altri 10.

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