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Thiago Motta: "La situazione rispecchia la realtà"

Thiago Motta, si sa, oltre ad essere uno dei giocatori-chiave del centrocampo nerazzurro e dell’intera squadra è anche considerato un “senatore” nonostante il periodo relativamente breve passato all’Inter. Il modo in cui è stato accolto nello spogliatoio e i suoi ottimi rapporti con lo zoccolo duro argentino sono noti a tutti, il suo peso nello spogliatoio è stato importante sin da subito e le passeggiate alla Pinetina con Zanetti e Cambiasso insieme all’allenatore di turno durante i periodi di insediamento di Benitez, Leonardo e Gasperini sono state sotto gli occhi di tutti: ben più di un’investitura.
Per questo quando parla Thiago Motta bisogna stare attenti, e quando Thiago Motta alza la voce bisogna esserlo ancora di più. A maggior ragione in un periodo come questo, a maggior ragione se il fatto accade in coincidenza del diffondersi di alcune voci -incontrollate e abbastanza inverosimili- di alcuni suoi dissidi con Ranieri.
Thiago Motta alza la voce e lo fa dalle colonne della Gazzetta dello Sport: pur non condividendo nè comprendendo questo continuo ricorso al quotidiano “che non comprerò mai più” (Moratti dixit, in una delle tante esternazioni rimangiate entro 24 ore), le sue parole meritano attenzione. Soprattutto perchè sono parole fuori dagli schemi, di rottura totale nei confronti dei sogni e delle illusioni propinate fino ad oggi dalla società, e di altrettanto totale assunzione di responsabilità per il periodo difficile che stiamo vivendo. In basso i passaggi salienti dell’intervista
NIENTE ILLUSIONI – La situazione è brutta, ma rispecchia l’attualità. L’Inter vale gli otto punti in campionato che ha. E’ faticoso dirlo ma non è giusto illudere i tifosi, anche perché a inizio stagione lo abbiamo fatto. Siamo noi che non abbiamo fatto bene, gli arbitri non c’entrano. In questi casi bisogna dire la verità. Per quanto fatto finora non meritiamo di più. Forse presi singolarmente, a livello di qualità, valiamo ma bisogna ammettere che Milan, Juventus e Napoli, ma anche Udinese e Lazio, valgono più dell’Inter. In questo momento, così delicato, è difficile prevedere cosa potremmo raggiungere più avanti. Certo mi auguro di giocarmi lo scudetto. In questo campionato c’è chi corre, ma non c’è nessuno che vola. Per il momento siamo lontani perché non dimostriamo quello che dimostrano le altre.
ETO’O E MILITO – E’ ovvio che sentiamo la mancanza di Eto’o: senza togliere niente a nessuno lui era uno che faceva la differenza. Diego lo vedo giù di morale. Uno come lui ha bisogno di fare gol. Non è questione di tornare quello di due anni fa, ma di essere sé stesso. Merita l’appoggio della società, dei compagni e dei tifosi, per quanto ha fatto per l’Inter.
LA COLPA E’ DEI GIOCATORI – Quando c’è un cambio di allenatore significa che nella squadra c’è qualcosa che non va. Gasperini lo reputo e lo stimerò sempre come un grandissimo allenatore e la colpa del suo esonero è più nostra che sua: gli allenatori sono importanti, ma alla fine a contare è quello che fanno i giocatori in campo. Ranieri è un uomo tranquillo che trasmette tranquillità: può essere importante, ma per vincere dobbiamo giocare bene.
TESTA, FISICO, ETA’ – Mi viene da ridere quando sento parlare di atteggiamento o di concentrazione: un calciatore o è di livello o non lo è. E oggi, pur non essendo diventati scarsi, non siamo più quelli di due anni fa. Forse aver giocato la Copa America ha inciso sui nostri sei sudamericani, ma non vedo differenza tra la condizione nostra atletica e quella di altri. Sono altre le cose che fanno la differenza. Il problema non sta nel fisico, né nell’età; sta nel fatto che in una partita concediamo troppo ai nostri avversari. Dovremmo migliorare e molto nel controllo della palla, saperla colpire e tenerla bene, di più e meglio. Se regali palloni è dura per forza e poi non puoi rincorrere per 90 minuti. Molto meglio quando gli altri ci devono rincorrere, come accadeva in passato.
THIAGO MOTTA: TECNICA E TATTICA – Nel calcio moderno non puoi permetterti di non correre, ma lo puoi fare alla tua velocità. Non sono veloce come Messi o Eto’o, ma posso dare una mano a un compagno tenendo il pallone un secondo in più: io ho giocato un po’ da per tutto, in mediana, terzino, interno di centrocampo e difensore centrale, e avendo fatto tutti questi ruoli so di cosa può avere bisogno un compagno. Non sono veloce e non posso stare spalle all’avversario, perciò ho bisogno di uno accanto. In un rombo sto meglio al centro, in una mediana a tre da interno.
LILLE E GENOABattere il Lille significa dare continuità a quanto stiamo facendo in Champions. Questo può essere una spinta per il campionato e per il Genoa: vincere aiuta a vincere e dà fiducia, ma è meglio che non pensi che queste due gare siano importanti. Se mi carico troppo rischio di condizionarmi. Gli ultimi cinque gol tutti a San Siro? Mi sento a casa. Facciamo così, stasera segno al Lille e poi domenica segno a Genova! Con il Lille sarà la mia partita numero 100 in Italia e anche se non tengo il conto di queste cose, se dovessi scegliere la partita più memorabile direi il 4-0 sul Milan.
I 5 RIGORI – Il fatto di aver preso 5 rigori contro in 8 giornate è anomalo, ma non me lo voglio spiegare. Preferisco pensare che sia una coincidenza, altrimenti mi verrebbero pensieri che non portano da nessuna parte.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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