Bauscia Cafè

Seminatori d'odio

Tuttosport 10 settembre 2011
Questo è il titolo “a nove colonne” di Tuttosport, sabato.
Da tempo, la logica e Tuttosport viaggiano in due diversi sistemi solari.
Ora, l’odio e la vendetta sconfinano nella follia e nella cecità.
La Juve e i suoi tesserati hanno già subito 7-8-9 condanne (ho perso il conto), dalla giustizia sportiva e dalla giustizia ordinaria, l’Inter nessuna.
La Juve e i suoi tesserati hanno confessato i loro “delitti”, patteggiando le pene e rimuovendo i responsabili, salvo rimetterli sul piedestallo come artefici di successi “conquistati sul campo”.
Andrea Agnelli procede nel suo costoso delirio, spendendo per avvocati quello che faceva meglio a investire in difensori centrali, Tuttosport lo fiancheggia sgangheratamente, l’Inter continua a incassare botte senza restituirle.
Impossibile immaginare che Juve-Inter o Inter-Juve possano essere disputate davanti ai tifosi “nemici”.
Qui siamo ben oltre la “prostituzione intellettuale”, siamo all’incitamento all’odio.
Se qualcuno non ferma questi pazzi irresponsabili, il calcio italiano va dritto nel baratro.
Leggo solo ora, e aggiungo quel che ha scritto Michele Serra nella sua Amaca:

Nel suo nuovo, bellissimo stadio torinese, la Juventus espone con legittimo orgoglio i titoli conquistati. Tra questi anche i due scudetti revocati dalla giustizia sportiva, incastonati nelle nuove mura con identica dignità degli altri ventisette. Il significato del gesto è di lampante chiarezza: quanto ha deciso la giustizia sportiva è ininfluente. Per la Juventus quei due scudetti sono vinti, punto e basta. Non so fino a che punto i giovani eredi Agnelli siano coscienti della devastante forza simbolica di questa ostensione, che ribadisce nel più autorevole e insieme popolare dei modi quanto, del resto, ci è già noto da tempo: niente, in questo paese, è uguale per tutti, tanto meno quanto discende da un’autorità pubblica, da una legge, da una regola (teoricamente) riconosciuta. Sono le passioni private, tanto più se sostenute dal potere maieutico del denaro, a prevalere sempre e comunque: e se gli Agnelli hanno deciso che quei due scudetti sono della Juve, quei due scudetti sono della Juve. Siamo, in questo senso, un paese feudale, e se il nuovo stadio bianconero ha splendida modernità di forme, quei due trofei rapiti alle pubbliche galere ed esposti all’adorazione del popolo ne rivelano il cuore da antico maniero. Il Signore detta le mosse del torneo, la folla plaude. La legge? Si fotta.

Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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