Bauscia Cafè

Penultime grida dal mercato

L’anno scorso Balotelli, quest’anno Santon e Viviano.
Fossimo nei panni di Faraoni e Crisetig, cominceremmo a imparare le lingue.
L’assurdità del mercato dell’Inter – tutto finalizzato a tagliare i costi degli ingaggi, con grave ridimensionamento tecnico – mi pare sintetizzato nella parabola di tre calciatori che molti consideravano sicuri titolari della Nazionale futura.
Senza dimenticare Destro, Tallo, Khrin, Nwankwo, Natalino…
I comportamenti di Balotelli, l’involuzione tattica di Santon (che non è mai stato schierato nel suo ruolo, terzino destro), il grave infortunio di Viviano non bastano a spiegare questa dissipazione.
La sensazione è che la società Inter non abbia superato certi limiti strutturali, un’incapacità gestionale e di programmazione occultata da 6 anni di vittorie.
A 35 ore dalla chiusura del mercato – sperando di piazzare decentemente Rivas e Muntari – spero ci venga risparmiato il millesimo incontro Branca-Capozucca (mentre Preziosi fa affari con il Milan): Palacio resti pure dov’è, Kucka arriverà (forse) a gennaio.
Ma tanta insistenza per lo slovacco, abbinata al regalo di Pandev al Napoli, fa sperare che rimanga un briciolo di razionalità, e arrivino un mediano e una seconda punta.
Non dei fenomeni, ma delle riserve affidabili.
Con Gasperini o chiunque altro, l’Inter del 30 agosto non può arrivare a meno di 10 punti dal Milan.
E avverto il rischio che nelle ultime 35 ore il fossato si allarghi.

Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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