Bauscia Cafè

Siamo ancora vivi

Due sconfitte di fila, brutte, pesanti, senza appello. Ma due.
Era bastato questo per portare molti tifosi e osservatori a considerare archiviata la stagione dell’Inter, per cominciare a parlare di futuro, di allenatori, di mercato. Guardiola, Mourinho e Villas Boas, Sanchez, Montolivo e Sahin: per una settimana non s’è parlato d’altro. Non si poteva nominare l’Inter senza scatenare la solita girandola di nomi, i sogni, il futuro, le strategie per riprendersi lo scudetto dell’anno prossimo, per tornare competitivi in Champions. Tutto questo dimenticandosi che l’Inter, unica in Italia e in compagnia di solo altre tre squadre in Europa, era ancora in corsa per tutto.
Tutto.
Forse 5 punti in campionato sono tanti, forse fare i conti con un 2-5 subito in casa è troppo, forse la Roma è avversario insormontabile. Forse. Resta il fatto che oggi, 12 aprile 2011, l’Inter è ancora in corsa per centrare tutti i possibili obiettivi stagionali. Oggi, 12 aprile 2011, delle sei competizioni cui era iscritta all’inizio della stagione l’unica definitivamente sfumata è la Supercoppa Europea. Due sono già in bacheca, altre tre sono lì, in attesa che qualcuno se le porti a casa. L’Inter e altre due per il campionato, l’Inter e altre tre per la Coppa Italia, l’Inter e altre sette per la Champions League. L’Inter, l’Inter, l’Inter. In corsa per tutto, ancora viva su tutto e nonostante tutto. A metà aprile.

La situazione è la stessa dell’anno scorso, identica, ma qualcuno sembra non averlo compreso. Siamo arrivati fino alla fine in corsa per tutto e ci siamo giocati le ultime tre partite facendole diventare tre finali a tutti gli effetti: Coppa Italia, Scudetto, Champions League. Trionfo. Potevamo perderne una, o due, o tutte e tre: sarebbe forse stata un’annata da buttare? Non scherziamo.
L’anno scorso abbiamo vinto tutto, quest’anno magari ci ripeteremo o magari non vinceremo niente, chissà. Di certo non è mollando tutto ora che avremo una risposta. Di certo non è iniziando a pensare al mercato e al prossimo allenatore oggi -a metà aprile- che possiamo affrontare nel modo migliore l’ultima parte di stagione. Ultima parte di stagione che ancora può darci tanto, ultima parte di stagione alla quale ancora noi dobbiamo dare tanto. A cominciare da domani sera. Eliminazione certa? Chissà, può essere. Nel caso, sarebbe un evento che manca da marzo 2009: non certo una tragedia.
Ma se c’è un insegnamento che avremmo dovuto prendere dal trionfale anno del triplete, se c’è una cosa che dev’essere ben stampata nella mente dei Campioni di Tutto è che non si molla mai. Niente. Nessuna partita, nessuna competizione. Non si rinuncia a niente, fino a quando la matematica non emette la sua condanna, fino a quando il campo non emette il suo giudizio. Fino al 90′ di Schalke-Inter , fino a quando il Milan o il Napoli non saranno irraggiungibili, fino a quando saremo in corsa in Coppa Italia: noi ce la giocheremo, sempre. Fino all’ultima goccia di energia, fosse anche quella utilizzata per battere il Chievo Verona. I due signori nella foto se lo sono ricordato e lo hanno urlato in faccia a tutti.
Per il calciomercato e per il futuro ci sarà tempo più avanti: questi oggi sono argomenti che possono interessare solo chi è rimasto senza obiettivi a dicembre, chi dopo tre mesi di stagione ha iniziato a scendere in campo solo per onore di firma. Il Cagliari, il Genoa, la Juventus: non l’Inter.
Noi siamo ancora vivi. E tutti devono ancora fare i conti con noi.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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