Bauscia Cafè

Guardare avanti con lucidità

Passata la tempesta del derby, resta la classifica con cui fare i conti. Classifica che vede il Milan al primo posto con 3 punti di vantaggio sul Napoli e terza, a 5 punti dalla capolista, l’Inter.
Tutto perduto ormai? Forse. Ma forse è anche il derby, il modo in cui si è sviluppato, a far vedere la situazione più nera di quello che in realtà è. Facciamo un gioco: immaginiamo un Milan vincente a Palermo -come tutti prevedevano prima del match- e un pareggio nel derby. La situazione di classifica sarebbe identica a quella attuale. E gli umori dei tifosi? No, quelli sarebbero sicuramente migliori.

"Questa scena al contrario non la vedrete mai". Infatti.
Questa considerazione ci fa pensare che forse i margini ci sono ancora. Nonostante Allegri e, soprattutto, Leonardo si spingano a dire che questi 5 punti di vantaggio a 7 giornate dalla fine sono “tanti”, forse qualche spiraglio c’è ancora.  Possibile che il Milan perda a questo punto non una ma addirittura due partite da qui alla fine? La logica direbbe di no, ma il calendario autorizza a sperare in qualcosa: le trasferte di Firenze, Roma e Udine, innanzitutto, unite allo spirito di sopravvivenza di Sampdoria e Brescia. Poco, indubbiamente, ma se proprio dobbiamo trarre qualche indicazione positiva dal derby non possiamo che trovarla nella cattiveria agonistica e nella rabbia messe in campo dal Milan, in quei festeggiamenti smodati al termine del match propri di chi gioca la partita della vita, di chi mette in campo tutto. A volte troppo. Come la Roma l’anno scorso, trionfatrice nel derby e già pronta a festeggiare prima di inciampare su Pazzini e la Sampdoria. Come la Juventus in mille occasioni, che gioca contro l’Inter per l’unico obiettivo stagionale salvo poi sgonfiarsi miseramente nei match successivi. E’ tutto qui ciò a cui ci si può aggrappare.
Poco, molto poco: ma del resto lo avevamo detto sin dall’inizio che si tratta solo di un piccolo spiraglio. Un piccolo spiraglio che richiede, da parte nostra, una concentrazione ancora più alta e costante rispetto a quella messa in campo fino ad oggi (o meglio, fino a sabato pomeriggio). Si tratta di non sbagliare più, mai. Si tratta di vincere sette partite di fila, diciamocelo chiaramente. L’obiettivo resta sempre lo stesso da gennaio a questa parte: raggiungere quota 80 punti. E la sconfitta nel derby riduce i margini, ma non chiude la porta. 81 punti sono il massimo che l’Inter può ottenere a questo punto, e 81 punti sono allo stesso tempo il minimo da fare per poter alimentare ancora quella piccola speranza che c’è. Sperare che il primo stop del Milan arrivi presto e poi giocare sui nervi, sulla pressione, sull’incapacità degli avversari di reggere troppo a lungo. Sperare che, oltre alla capacità di vincere sette partite di fila, gli dèi del calcio siano schierati ancora una volta dalla nostra parte.
Mettere in discussione Leonardo -cui pure si possono imputare le maggiori colpe della sconfitta col Milan- è semplicemente ridicolo. Leonardo ci ha portati a 2 punti dalla vetta, Leonardo ci ha saputo riprendere l’onda lunga della Champions dello scorso anno per continuare a farci stare lì tra le prime 8 d’Europa. Ha sbagliato e sbaglierà ancora, com’è ovvio, ma la cosa realmente importante è che come il primo Mancini dimostri di saper imparare dai propri errori. Perchè se questa è la base da cui si parte, con tutti gli errori a carico, il futuro non può che essere roseo.
Essere ancora in corsa su tre fronti ci permette di lasciare alle spalle una sconfitta, per quanto bruciante, grazie alla necessità di concentrarci immediatamente sul prossimo match. Stacchiamo dal campionato per qualche giorno per concentrarci sulla Champions League e sullo Schalke04. Arrivano i quarti di finale, arriva un’altra squadra tedesca e siamo ancora, nostro malgrado, gli unici a portare avanti il nome dell’Italia in Europa.
Possiamo passare il turno e arrivare alle semifinali, possiamo tenere alta la pressione su chi ci sta davanti in campionato e tenere viva la lotta, possiamo giocarci le semifinali di Coppa Italia.
In lotta su tre fronti possiamo e dobbiamo dare tutto quello che abbiamo. Senza sconti nè regali. In lotta su tre fronti, dobbiamo ricordarci chi siamo. E comportarci di conseguenza.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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