Bauscia Cafè

Tre azzardi che valgono più di tre punti

Si dice sempre che il derby è una partita a parte, che esula dal resto della stagione, che prescinde dal momento che attraversano le due squadre. Una partita piena di spunti, in cui il carattere conta più di tutto il resto, in cui vince chi lo vuole con più forza. Addirittura una partita in cui chi parte sfavorito è avvantaggiato, un match impronosticabile, imprevedibile. Ebbene: il derby di oggi è tutto questo e probabilmente anche qualcosa in più.
Qualcosa in più perchè non è un Torino-Juventus in cui c’è in palio solo la supremazia cittadina (come se ci fossero dubbi, poi: solo un gobbo potrebbe mettere in discussione la superiorità storica del Toro), o un mediocre Lazio-Roma da metà classifica: è il derby di Milano, qui si parla di Scudetto.
Certo, al di là dei deliri di Galliani (trovarsi in testa alla classifica fa evidentemente male, a chi non è abituato) quella di stasera non è affatto una partita decisiva per il titolo: con due terzi di campionato ancora da giocare e tre punti tra le due squadre, è evidente come qualsiasi discorso sulla vittoria finale sia assolutamente campato per aria, soprattutto in una situazione tutt’altro che chiara e definita come quella che sta proponendo la Serie A in questo periodo.
Non parliamo di lotta-scudetto, dunque. Potremmo parlare dei ridicoli arbitraggi visti nelle partite del Milan fino ad ora, con questi arbitri che in vista delle elezioni hanno improvvisamente smesso di essere comunisti, ma queste sono pratiche che lasciamo volentieri ad altri. Potremmo parlare di Balotelli a San Siro per tifare Milan (del resto si chiama Balotelli. Con la B), ma anche no. Potremmo parlare addirittura della ridicola paura letta in questi giorni da alcuni interisti di subire gol da Ibrahimovic: scusate, ma dopo aver preso gol da Ronaldo in un derby, chissenefrega di Ibrahimovic?
Scegliamo di parlare di tattica allora, e di quelle che sembrano essere le clamorose scelte di Rafa Benitez. Clamorose, sì, perchè a meno che non si stia coprendo dietro uno spesso velo di pretattica, Benitez sembra avere intenzione di mettere in campo tre mosse a sorpresa, tre veri azzardi:
1) Materazzi in campo
2) Difesa con quattro centrali
3) Ritorno al rombo
La formazione dovrebbe infatti vedere il ritorno di Julio Cesar tra i pali e, davanti a lui, Cordoba, Lucio, Materazzi, Chivu; Zanetti, Stankovic, Obi; Sneijder; Milito, Eto’o.
Facile prevedere quello che leggeremo se non dovessimo vincere: Materazzi ha giocato 2 minuti dall’inizio della stagione e non può essere pronto, la difesa a quattro è completamente assente nella fase offensiva, non è il caso di cambiare modulo in una partita importante come quella di stasera.
Noi, però, preferiamo parlare prima. Il ritorno al rombo, innanzitutto: invocato a gran voce da tantissimi tifosi e addetti ai lavori sin dall’inizio dell’anno, è il modulo che ha portato l’ultimo scudetto. Più coperto, meno dispendioso, sicuramente più adatto ai (pochi) uomini a disposizione di Benitez in questo periodo. E’ conosciuto benissimo da giocatori che lo hanno usato ad ogni partita, salvo rare eccezioni, fino a febbraio scorso. Permette a Eto’o e Milito di giocare insieme e vicini alla porta avversaria. Non ultimo, è il modulo che ci ha permesso di brutalizzare i rossoneri l’anno scorso sia nella modesta partita d’andata (4-0) che in quella stratosferica del ritorno (2-0 in 9 contro 12). Un azzardo cambiare modulo proprio in occasione di un match-clou? No, non scherziamo: ciò che conta è l’allenamento e l’allenamento, la preparazione e la predisposizione di chi scende in campo. E poi davanti abbiamo il Milan di Allegri, della difesa ballerina, dell’attacco dei circens…ehm, pardon, dei funamboli: non certo il Barcellona o il Real Madrid.
Materazzi in campo, poi, è sicuramente un rischio, ma qui valgono le parole di Benitez: in queste partite serve passione e carattere, e nessuno più di Matrix può darli. Nessuno meglio di lui può provare a risvegliare un’Inter che troppe volte in questo periodo è sembrata essere molle, quasi svogliata. L’idea di mettere due difensori con le caratteristiche di Lucio e Materazzi davanti a un Milan costretto a giocare con Ibrahimovic unica punta, poi, potrebbe non essere sbagliata: lo svedese non è certo uno che si lascia intimorire dallo scontro fisico, ovvio, ma la pressione di due difensori esperti, tatticamente preparatissimi, capaci di contrastarlo nell’uno contro uno ma anche di andare all’anticipo…quella potrebbe sentirla. Unitamente alla pressione dello stadio, al peso della partita più che ai fischi che gli pioveranno inevitabilmente addosso. “Non li temo”, ama ripetere Zlatan, ed è vero: ma li subisce, non è una novità.
La mossa che mi lascia più perplesso, invece, sono i quattro marcatori schierati in linea in difesa. Alle spalle di Ibrahimovic agiranno larghi Seedorf e Robinho, e in questo senso Cordoba e Chivu potrebbero certamente creare più di un problema ai due trequartisti rossoneri, liberando da qualche pensiero i due centrali. D’altra parte, però, l’assenza di almeno un terzino fluidificante toglierebbe tante soluzioni alla manovra offensiva di qualsiasi squadra, e a maggior ragione rischia di essere devastante in una realtà abituata a scendere in campo con un certo Maicon.
Tre mosse che comunque hanno senso, tre rischi che Benitez sceglie(rebbe?) di prendersi con un vero colpo di teatro. Sono queste, di solito, le mosse che se vanno bene fanno guadagnare al mister la fiducia dei giocatori, sono queste le mosse che sono servite a Roberto Mancini prima e Josè Mourinho poi di costruire uno schiacciasassi che ciecamente, alle spalle dell’allenatore, riusciva ad affrontare chiunque. Lo ha detto, Rafa: questa potrebbe essere la partita della svolta.
Checchè ne dica la classifica, i tre punti sono l’ultimo dei nostri problemi: il campionato è ancora lunghissimo e i distacchi oggi lasciano il tempo che trovano. Ciò che conta è la testa, la mentalità, la convinzione che potremmo guadagnare uscendo vincitori da San Siro. Questa è l’occasione che abbiamo per smaltire definitivamente le tossine del triplete, per scrollarci di dosso la polvere accumulata in questi mesi e per svegliarci, di nuovo.
Per ricordarci chi siamo, per riconquistare la consapevolezza in noi stessi, per iniziare a dare concretamente una chance a Rafa. Per renderci conto che i nostri uomini migliori stanno lentamente tornando. E che con loro siamo, ancora, un gradino sopra a tutti.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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