Bauscia Cafè

Il campo è un'altra cosa

E così eccoci qui finalmente. Sul campo.
Sì, il campo: avete presente quel rettangolo verde su cui rotola una palla inseguita da giocatori con maglie diverse, invariabilmente 11 di un colore e 11 di un altro? Quello su cui si decidono i destini di una partita, di un campionato, di una stagione? Ecco, quello: il campo. E’ lì che si gioca a calcio, ragazzi miei.
46799_1591992124540_1378000643_1539274_3780831_nE sì. Perchè dopo chilometri di lettere e quintali di chiacchiere, chiusi in mezzo fra chi “vincerà il tricolor” grazie al fenomenale Borriello e chi addirittura vincerà qualsiasi trofeo messo in palio nella galassia grazie alla sua nuova bellissima maglia, succede appunto, all’improvviso, inaspettatamente, di scendere in campo. E lì, sul campo, non lo sai mai in anticipo quello che ti può accadere. Magari il tuo nuovo fenomeno Borriello si fa 90 minuti di fila, ma contemporaneamente l’acquisto che hai inseguito per tutta l’estate, quel difensore che deve cambiare i destini della tua squadra e rendere imperforabile la tua porta, perde improvvisamente (ma non inaspettatamente, almeno per qualcuno) la testa e in due secondi piazza un colpo da 33 punti: 30 al giocatore atterrato in area di rigore e 3 ai tuoi avversari. 5-1 e tutti a casa. Anche Borriello.
58736_1591987044413_1378000643_1539265_4336725_nSul campo può succedere, ad esempio, che tu ti renda conto all’improvviso che per giocare a calcio ci vogliono 11 giocatori e non bastano 4 figurine. Un gioco di prestigio di troppo, palla persa, gol degli avversari. Calcio di rigore, tentativo di cucchiaio, palo. E quello che doveva garantirti i punti che l’anno scorso hai perso contro le piccole squadre, il nuovo campione, è proprio lui che ti affossa. Facendo lampeggiare sui tabelloni del Dino Manuzzi di Cesena un roboante 2-0. Nonostante le maglie belle.
Sul campo può succedere, cosa ancora più incredibile, che l’Inter vinca una partita. E sì, avete letto bene: proprio l’Inter, quella squadra che non ha fatto mercato, niente affatto migliorata (come se fosse semplice) rispetto alla scorsa stagione, vecchia, con la pancia piena, che ha tirato i remi in barca e non ha più niente da dare…ha vinto una partita. Sul campo. Lucio (che tre mesi fa ha vinto Coppa Italia, Scudetto e Champions League e neanche un mese fa ha alzato al cielo la Supercoppa Italiana) e Eto’o (anche lui Campione e Supercampione d’Italia, oltrechè Campione d’Europa in carica) mettono due volte la palla alle spalle di Handanovic e portano a casa i tre punti e il secondo posto in classifica. Davanti alla grandissima ItalJuve rinnovata in tutto e per tutto. Davanti alla Roma di -udite udite- Marco Borriello. Persino davanti al Grande Milan del poker d’assi.
Oggi il campionato non è finito. Anzi, a dirla tutta non è neanche iniziato: siamo appena alla seconda giornata e nessuno può regalare neanche mezza certezza su quale sarà il destino del torneo  a maggio. Quello che oggi è chiaro a tutti oltre che a noi, però, è che a calcio si gioca sul campo. Che il tempo delle chiacchiere è finito, che i cori vanno alzati dopo le vittorie e non prima, che una squadra organizzata è più forte di un’accozzaglia di campioni messi insieme alla rinfusa. E che, soprattutto, l’Inter è ancora lì. Con tutti i suoi difetti, che saranno tanti ma non sono di più di quelli degli avversari, e soprattutto con tutti i suoi pregi.
Perchè con le parole siamo bravi tutti. Perchè tutti possiamo dire che “siamo sullo stesso piano” dei più forti, tutti siamo bravi a urlare ai quattro venti che “quest’anno vinceremo tutto“. Tutti possiamo dirlo, ma solo in pochi si sono mostrati capaci di riuscirci. E quei pochi si allenano tutti ad Appiano Gentile. E’ con questo che Roma e Milan dovranno fare i conti, prima che con i nomi, con il mercato, con i soldi: con una squadra. Una squadra che ha vinto tutto il possibile, una squadra -l’unica- che sa già come si fa, una squadra che non ha nessuna intenzione di fermarsi e riposarsi. Una squadra che è ancora la più forte del lotto, e può dimostrarlo tranquillamente.
Checchè ne dicano Borriello e Ibrahimovic.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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