Bauscia Cafè

Il Manchester City e l'Inter sono stati separati alla nascita

Quando vivevo in Galles ero a uno sputo da Liverpool e mi ero affezionata alla squadra. Il mio eterno schifo per l’Everton e il recente 3-1, 3-2, 3-3 hanno fatto il resto. Mi sono ritrovata una tifosa del Liverpool, tutti i miei amici lo erano, andavamo insieme allo stadio e in un certo senso riuscivo a compensare la mancanza di adrenalina da stadio. Un giorno un mio amico mi dice “gottickts fo’ city, yu cmin’?” “sure!”.

Siamo partiti in 4, tutti con maglia e sciarpa d’ordinanza e abbiamo parcheggiato praticamente a Londra, per evitare che ci bucassero le gomme. Dopo una camminata di 1 ora e mezza nel freddo polare di novembre, siamo arrivati allo stadio e siamo andati a sederci ai nostri posti con un bel the caldo. Ero lì da tifosa del Liverpool, ma non potevo non rimanere abbagliata da tutto quel blu e azzurro… una certa simpatia si era impossessata di me, tanto che uscì soddisfatta per aver visto un pareggio.

Insomma, per farla breve, quel giorno la Miss si è iniziata ad interessare al City, il cugino sfigato dello United e quando Sciarpetta si è seduto per la prima volta sulla loro panchina, mi è tornata la voglia di leggere questo libro che avevo da un po’.

La mia avversione per il Manchester United e tutto quanto lo riguarda, e il mio attaccamento al Manchester City, a dispetto delle pene che mi ha fatto soffrire […] sono passioni incrollabili. Questo libro è un tentativo di comprendere come un essere umano razionale possa essere ridotto a un simile livello di irrazionalità dallo sport. In particolare, è il lamento di un uomo che ha subito in silenzio per anni la smisurata arroganza del Manchester United.

Vi dice niente? Se si fosse chiamato “La mia vita rovinata dall’A.C. Milan” sarebbe stato altrettanto perfetto. Da piccola tutto quello che cercavano di impormi era questa cazzo di squadra rossonera che vinceva tutto (troppo) e io non facevo altro che sognare che Malgioglio fosse mio padre e Nicolino Berti mio fratello.

Sono convinto che nulla di ciò che puoi ficcarti nel naso o nelle vene possa in alcun modo eguagliare la gioia di battere lo United all’Old Trafford. Benchè il City non ci riesca dal 1974 […] traggo quasi altrettanto piacere dalle imprese di altri che vi riescono. Alla televisione, il mio sguardo si fissa al di là delle figure in primo piano degli avversari che festeggiano, per distinguere i volti attoniti dei tifosi dello united e mi accendo di ardente entusiasmo. “Sposta l’inquadratura su Ferguson” urlo allo schermo “ti prego!”.

Potrei parafrasare, cambiare le date e i nomi, ma il senso è che mi rivedo in questo libro, rivedo la me bambina che alla primo derby (istigata anche da nonna e mamma) pensava che il rosso fosse proprio un colore brutto e chi lo vestiva era cattivo.

I giocatori del City indossavano casacche celesti (ufficialmente azzurro cielo), quelli dello United maglie rosso sangue. (l’autore qui ha 6 anni)

Ci saranno capitoli un po’ più faticosi, come il secondo che parla principalmente di cricket, ma non lasciatevi sopraffare e andate avanti, o correrete il rischio di perdere perle che sembrano scritte da Nino:

L’ombra proiettata dall’altro club della città è in effetti enorme […] e quando la squadra di Best, Law e Charlton era al massimo del suo fulgore, riuscivamo a stento a liberarcene, anche quando ottenevamo dei successi. Meno di tre settimane dopo la nostra vittoria in campionato, lo United si aggiudicò la Coppa dei Campioni. Senza dubbio ci saranno coloro che denigreranno qalunque tentativo di giudicare il City sul metro degli illustri cugini.

Consiglio vivamente la lettura di questo libro, prima di tutto perchè è ben scritto e apre gli occhi su una serie di aspetti culturali del calcio inglese e poi perchè la dedica sembra scritta da mia madre, quando dopo Lazio – Inter mi guardò negli occhi mentre piangevo e mi disse: “forse non avrei dovuto andare allo stadio quando eri nel pancione, stai soffrendo troppo“.

copj13

Colin Shindler
La mia vita rovinata dal Manchester United
Baldini & Castoldi

Miss Green⁵

Sono nata e cresciuta all’ombra dello stadio, nel piazzale ho imparato ad andare in bici e in motorino. Da piccola dicevo che Malgioglio era mio padre, si somigliavano molto.

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