Bauscia Cafè

Un Mugello del malaugurio

SOCCER-CHAMPIONS/
La... terza passione di Valentino...
Non ci ero abituato, o meglio, non potevo esserci abituato.
Seguendo il Motomondiale dal 1998 (quando ancora le classi si chiamavano 125-250-500 ed i piloti forti non erano solo italiani o spagnoli..  sembra una vita fa), una domenica di gare ma senza Rossi non l’avevo mai vista, perchè semplicemene non c’era mai stata.
Certo, ci sono state anche in passato giornate (poche) abbastanza amare per per il dottore, con cadute quando meno te l’aspetti (una su tutte: quella all’ultimo atto del mondiale 2006), malanni della moto o altri contrattempi… però così no, insomma.
Peraltro, oltre al danno la beffa, la prima gara saltata in 14 anni di Mondiale è sulla pista di casa, l’incidente più grave sul circuito che lo ha visto vincere più volte…
Non c’ero abituato insomma, ma siccome anche oltre al dottore questo sport non fa venire esattamente il sonno, ho guardato lo stesso la gara del Mugello. Niente gara 125 e Moto 2, perchè avevo altro da fare, tv acceso direttamente alle 13:30. Toni dimessi, da parte di De Adamich, che inoltre prova a tutti i costi a guardare il bicchiere mezzo pieno, o comunque non del tutto vuoto: gli escono due perle degne di un semiprofano delle corse (“forse poteva andargli anche peggio” e “in fin dei conti, la gamba destra è l’arto meno importante per chi guida in moto”, come se si potesse correre facendo le pieghe col gesso, perchè tanto è la destra…), ed invece è la faccia storica di Gran Prix… segno che sta roba li ha mandati proprio per bene in pallone.
Fanno rivedere l’incidente, per fortuna non ho visto in diretta, meglio averlo letto prima penso.
Vari piloti con cartelli e messaggi allo “spettatore in più”… una dose di paraculaggine ci sarà di sicuro, però il 99% di questi ragazzi più o meno giovani deve fare un monumento a Rossi, per aver reso il motomondiale un fenomeno mediatico di massa, il restante 1% è Capirossi che può limitarsi ad una targa, visto che famoso lo era già prima di Vale, non mi stupisco insomma se quasi tutti hanno un pensierino. Certo qualcuno di pensierini già ne ha pochi normalmente, quindi non mi stupisco nemmeno della loro “non partecipazione”.
Chiama Rossi, e sono due telefonate che danno la dimensione del personaggio: la prima, quella a Meda & Reggiani (altri due “riconoscenti”, come minimo, per conto proprio e per conto dell’azienda…), mostra tutto il lato guascone di Valentino, pur bloccato a letto (“speriamo che non vinca nessuno” ed “ho un buon rapporto con la morfina”), la seconda invece, diffusa all’interno del circuito dagli altoparlanti, è semplicemente un momento collettivo: vedo gente che si commuove, chi cerca le telecamere per mandargli un bacio, un saluto, chi mostra la sua bandierina, il suo cartello…
Seppure magari non arrivo a certi eccessi, non sono del tutto insensibile, li capisco, c’è il grande rammarico per quanto successo sotto i loro occhi, il sollievo perchè comunque il Campione sta bene, e vuole tornare quanto prima, il desiderio di fargli sentire tutta la vicinanza possibile… in una parola, tifo.
Poi la gara finalmente parte, logicamente non riesco a tifare per qualcun’altro, quindi guardo semplicemente cosa succede.
C’è Pedrosa che sembra tornato il dominatore di qualche stagione fa (in un’altra categoria), Lorenzo e Dovizioso che dan vita ad un bel duello, Stoner e Melandri che confermano di non valere, tuttosommato, più dei semidebuttanti Spies e De Puniet… Hayden cade (e per un attimo credo che sia, come d’abitudine, il suo compagno di squadra…), Simoncelli esce di pista e poi fa una buona rimonta, due vecchie volpi come Capirex e Colin Edwards restano lontani dai riflettori.
Una gara stranissima nella sua normalità, insomma, quasi una gara da 250.
Quelle che di solito guardo dicendomi “si, bravi, però dopo c’è la Gara Vera…”.
Torna presto, valerossi, che questo sport di sicuro può continuare anche senza di te, ma perde un po’ di gusto. Un po’ tanto.

Mr Sarasa

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