Bauscia Cafè

Completare l'educazione sentimentale

Non so quanto sia contento Materazzi, della confidenza fatta trapelare da Mou: gli avrebbe detto che smette, non se la sente di continuare con un altro allenatore. Farebbe la cosa giusta. Ha 37 anni, e il prossimo allenatore potrebbe non fargli nemmeno vedere il campo. Meglio smettere quando si è arrivati così in alto. Ed è finito lo spazio per i tatuaggi commemorativi.
Non so quanto sia impreparata la società alla ricerca del nuovo allenatore. Io non sono minimamente preoccupato. Viaggiando nei blog, vedo che i più hanno tirato un sospiro di sollievo, per il mancato arrivo di Capello. Per tanti interisti, coltivare la propria “differenza” sembra ancora più importante delle vittorie.
Ma il tifoso ha la memoria corta. Cortissima. Per esempio, dimentica che prima dei Mondiali di Berlino, Materazzi – proprio lui – aveva già trovato un accordo per andare al Milan, accordo svanito per volontà di Mancini, lo stesso Mancini che ora balbetta al processo di Calciopoli.
Quanto all’altro Mancini, se lo tiene il Milan, dunque l’Inter si è già rafforzata. Fossimo capaci di piazzare Quaresma in un campionato invisibile persino a Sky, e farci pagare Burdisso dalla Roma, saremmo in lizza per il Nobel per l’Economia (vada per Brighi e/o Motta, se hanno finito i soldi con l’ingaggio di Adriano e Simplicio).
L’allenatore può arrivare anche a metà giugno. Fino ai primi di luglio, solo la Juve è condannata ad avere fretta. Quanto al mercato, Lucio e non Carvalho, Sneijder e non Deco… Branca ha dimostrato di poter fare bene anche senza allenatore. Maicon al Real? Non credo Moratti lo ceda alle merengues per meno di 35 milioni (ad altri, anche per 30). E se Mou non può fare a meno di Milito, nessun problema: con 45 milioni si può cedere anche Il Principe (oppure mettano sul piatto Higuain e 15 milioni).
Se davvero rientra Biabiany e Coutinho è quasi pronto, servono solo un paio di innesti: a centrocampo e sulla fascia sinistra. E bisogna scommettere sul riscatto di Santon. Con Balotelli, sarebbero 4 giovani: “sangue fresco”, come diceva Mou. Il nuovo allenatore avrà ampi margini di rinnovamento.
Chissà quando rivivremo un giugno e un luglio così esaltanti. Sarebbe il momento giusto perché il tifoso riuscisse a completare la sua educazione sentimentale, liberandosi dal disfattismo, dal pessimismo cronico, da un paio di “ideologie” ormai indifendibili.
La prima: pensare che calciatori ed allenatori siano affezionati all’Inter come lo sono Moratti e i tifosi. Siamo già fortunati ad avere Zanetti, Cambiasso e Stankovic. Gli altri – dai giovani come Balotelli/Raiola ai trentenni come Milito/Hidalgo – ragionano solo come “professionisti”, pensano a massimizzare l’ingaggio e le vittorie: se l’Inter può garantire loro ricchi ingaggi e potenziali vittorie, bene; altrimenti, si limitano a fare il loro lavoro, in vista di qualcosa di meglio.  In effetti, Milito è costato meno e guadagna meno di Quaresma: che meriti molto di più, è evidente. Ma, come scrivo spesso, l’Inter resta, calciatori e allenatori passano.
La seconda: la famiglia Moratti non venderà l’Inter come accadde nel ’68. Non si potrà sempre vincere, Mourinho ha preferito andarsene, ma non c’è motivo per temere un ridimensionamento. Anche perché la società ha mostrato di saper imparare dagli errori del passato, ed è destinata a stare fra le 5-6 entità più forti sul piano europeo. Per prolungare questo momento magico, sarebbe il caso di superare ogni indugio e costruire un nuovo stadio.

Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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