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Inter in the High Castle

“The man in the high castle” è il titolo originale di un libro, tradotto in Italiano con un banalissimo: “La Svastica sul Sole”, scritto nel 1962 dal visionario scrittore Philip K. Dick (che per intenderci è quello che ha ispirato film quali Blade Runner, Total Recall e Minority Report).

Nel libro l’autore immagina una realtà parallela nella quale i Nazisti hanno vinto la Seconda Guerra mondiale, il mondo è stato spartito tra loro e l’Impero Giapponese, compresi gli Stati Uniti d’America, luogo di ambientazione della storia. I protagonisti del racconto sono tutti alla ricerca del fantomatico “man in the high castle”, che potremmo tradurre come “uomo che vive nella rocca”.

L’uomo in questione è a sua volta autore di un libro nel libro, che racconta di un mondo, inconcepibile per i protagonisti, nel quale i Nazisti NON hanno vinto la guerra. I suoi ammiratori lo cercano perché vorrebbero essere resi partecipi della sua visione, gli agenti del regime lo cercano perché lo vorrebbero morto; eppure con lo scorrere della narrazione inizia ad instaurarsi dentro di loro il dubbio che la storia raccontata dall’uomo misterioso portebbe essere reale, mentre sono loro a vivere un’illusione o un mondo parallelo.

In questi giorni, da Interisti, siamo incredibilmente simili a quell’uomo. Isolati, osteggiati eppure inseguiti da tutti quanti ci circondano. Ci sono quelli che ci vorrebbero abbattere e anche quelli che vorrebbero essere come noi.

Tutto quello che possiamo fare è ignorarli e restarcene nel nostro Castello, arroccato sulla montagna, pronti a respingere gli attacchi nemici, quand’anche arrivassero sotto le nostre mura. Pronti anche a impartire la giusta lezione a chi aspira ad essere come noi.

Personalmente non ricordo che ci sia mai stata tanta pressione nei nostri confronti, perfino negli anni del “non vincete mai”. Al confronto di quello che stiamo vedendo oggi Brescia, l’intrallazzatore e il Gatto nero di Figo sembrano lieve brezza mattutina, ma la verità è che tutto questo non ci deve interessare.

In primo luogo perché, se pure sfruttata allo scopo dall’avversa stampa, neppure il più complottista di noi può mettersi a pensare che la difesa di Lucky Luciano abbia studiato la tempistica in modo tale da far scoppiare la polemica nel momento cruciale per il Campionato.

In secondo luogo perché, e qui mi ripeto per l’ennesima volta, questa è la Nuova Inter che José ha voluto creare. Un gruppo solido come la roccia che sembra essere immune agli attacchi esterni e che ha gli anticorpi necessari per combattere anche i malanni che possono sorgere all’interno.

Chiusa nella sua Fortezza, l’Inter raccoglie le energie fisiche e mentali per un finale di stagione da brividi. Il solo pensare al numero di sfide decisive e ravvicinate che ci aspettano potrebbe causare a un feroce e pulsante mal di testa.

Ecco perché faremmo meglio a non farci sopraffare da simili pensieri, i Ragazzi e José certo non lo faranno.

Siamo nella posizione di vincere tutto oppure niente, ma nemmeno questo ci deve interessare.

Dobbiamo vivere momento per momento, come se non esistesse un domani. Gioire delle emozioni di ogni partita, trascurando gli annali e gli albi d’oro, forse in questo modo riscopriremo anche il gusto originale di seguire il calcio, come gioco, come sport, perfino come spettacolo, ma solo in campo. Smettiamo di guardare la cornice e torniamo a goderci il quadro.

Senza fare calcoli possiamo scrivere la nostra storia giorno per giorno.

La sola cosa importante ora è il prossimo match contro la Fiorentina. Un’avversario pericoloso perché imprevedibile, visto il loro rendimento altalenante nel corso di tutta la stagione. Hanno alternato prestazioni esaltanti ad impensabili sconfitte, si trovano in una posizione scomoda in classifica e recentemente sono stati scossi da uno smottamento societario che si è concluso senza crolli, ma che sembra aver lasciato molte crepe minacciose per il futuro.

Se parliamo di pressione, direi che anche a loro non manca. Di solito è proprio il momento in cui il gruppo si ricompatta.

Sarà una partita vera e impegnativa quella con i Viola, nel recente passato tutti i nostri successi sono stati combattuti e di stretta misura. Non è il Livorno e nemmeno il Bologna e vivaddio non è nemmeno la Roma, c’è caso che si riesca a vedere giocare al pallone per più di cinque minuti di fila.

Entrambi i tecnici hanno a disposizione il pieno organico o quasi. Il Mou ha indisponibile il solo Santon e qualche dubbio su Motta, che però sembra essere recuperato e che spero di vedere in campo, se non altro per studiare meglio i misteri del suo “teletrasporto”. Proprio non riesco a capire come sia possibile che uno che pare così lento (cit.) riesca quasi sempre a comparire al momento giusto nel posto giusto del campo (cit. anche questa).

Grande attenzione, soprattutto in mezzo al campo, e poi mettere a frutto le doti tecniche.

A proposito, Mario, dove giochi, giochi. In mezzo o davanti, ma su di te ci conto.

Fonz77

Milanese per nascita e per convinzione. Interista nel sangue da generazioni da parte di madre, mio padre ne sa talmente di calcio che crede che giochi ancora Mazzola... Sono il cümenda del blog, in carne e spocchia. Apostolo del culto José e sempiternamente vedovo dello Special One.

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